Vitigni bianchi

Oltre ad affondare le proprie radici nell'antichità e e nei secoli più remoti, la storia delle coltivazioni vinicole italiane ha vissuto momenti poco felici, ma ha saputo adattarsi a tutto ed è riuscita, malgrado le difficoltà, a rappresentare una delle eccellenze dall'enogastronomia europea. La vite italiana è famosa ed apprezzata in tutto il mondo per dare alla luce alcuni tra i vini più buoni in assoluto. Tornando alle fasi “critiche” della storia della viticoltura, dopo l'arrivo della filossera, un insetto capace di danneggiare seriamente le coltivazioni, gran parte delle piante di vite vengono ottenute per innesto. A ben vedere, ciò che differenzia la produzione vinicola italiana da quella di molte altre nazioni è il fatto che nel Belpaese ogni singola regione ha la sua specialità, più o meno conosciuta, ma pur sempre una specialità. L'elenco dei vitigni bianchi originari della nostra penisola conta su elementi da cui vedono la luce vini squisiti. E' il caso, ... continua

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      prosegui ... , ad esempio, delle uve Chardonnay, conosciute e coltivate a livello internazionale, ma rintracciabili in Italia come Pinot Giallo e Pinot Grigio, oppure del Riesling, originario dell'Europa continentale ed oggi protagonista assoluto delle bottiglie bianche di Austria, Italia e Alsazia.

      In Piemonte, Lombardia e nelle regioni del nordest, si coltivano da diversi decenni le uve Sauvignon, da cui trae spunto la produzione di numerosissimi vini bianchi. Tuttavia, stiamo parlando di uve estremamente duttili, capaci di adattarsi a climi e terreni differenti, per cui oggi è possibile trovarle anche in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti d'America. L'elenco dei vitigni bianchi italiani non può che proseguire con le uve Moscato, da cui si producono tuttavia vini differenti: bianchi, rossi e rosati. Sono coltivate in Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, ma anche in alcune regioni del Centro e del Sud Italia, però nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo è compreso soltanto il Moscato d'Asti, da cui vedono la luce ottimi vini spumanti. Tipiche del Triveneto sono invece le uve Moscato Giallo, caratterizzate da foglie di grandezza media ed acino con buccia pruinosa. Molto spesso sono state confuse con le Pinot Bianco, ma le uve Chardonnay rappresentano ancora oggi il meglio della tradizione vinicola “bianca” del Nord Italia: le possiamo rintracciare in Lombardia, Trentino e Piemonte, e dai loro grappoli vedono la luce vini bianchi fermi, frizzanti e spumanti. Il novero dei vitigni bianchi del Centro Italia può avere inizio con la menzione del Grechetto, originario del Mediterraneo orientale ma oggi rintracciabile soprattutto a cavallo tra Umbria, Emilia Romagna e Toscana. In realtà, con questa specialità di producono uve differenti (si tratta di veri e propri cloni): è il caso del Grechetto di Orvieto, ma anche del Greco di Tufo, del Greco di Todi e del Pignoletto. Più vigoroso del Grechetto, ma ugualmente rappresentativo dell'Italia centrale è il Trebbiano Toscano, un vitigno a bacca bianca dalle origini antichissime, coltivato in maniera intensiva soprattutto a cavallo tra Abruzzo e Toscana. Le uve Trebbiano sono contraddistinte da una vendemmia tardiva, ma anche da una produzione abbondante e costante, che nelle regioni più calde richiede particolari irrigazioni. Lo si può trovare quasi esclusivamente entro i confini della regione Marche, di cui rappresenta il fiore all'occhiello sotto il profilo viti-vinicolo: stiamo parlando del Verdicchio, un vitigno a bacca bianca da cui nascono alcuni tra i vini migliori del centro Italia, sia fermi che frizzanti, che passiti e spumanti. Oggi rappresenta il meglio dell'enologia anconetana, maceratina e della zona dei Castelli di Jesi. Dovendo parlare dei vitigni bianchi tipici del Sud Italia, non possiamo che cominciare con quelle che forse sono le uve più famose di tutta la regione Campania, ovvero le Falanghina, un nome, una garanzia. Il vitigno Falanghina costituisce la DOC Taburno, prodotta principalmente nella zona del Beneventano, ma anche lungo le rive del fiume Bonea e nel napoletano, nell'area dei Campi Flegrei. Decisamente più vario è l'elenco dei vini ottenuti da uve Malvasia: circoscriverle ad una singola regione sarebbe limitativo rispetto all'ampio raggio di produzione di questo vitigno, rintracciabile di fatto in tutte le regioni meridionali. Tra le più famose, in questa zona, abbiamo la Malvasia di Candia, la Malvasia laziale e soprattutto la Malvasia delle Lipari, autoctona dell'arcipelago siciliano. Originario di Lapìo, a est di Avellino, è invece il Fiano, un vitigno a bacca bianca da cui si ottengono vini corposi ed aromatici, e la cui produzione è particolarmente intensa nella zona del Cilento e in Irpinia. Le uve Fiano danno il meglio di sé quando coltivate in corrispondenza di terreni di origine vulcanica, mentre antichissimo è il vitigno a bacca bianca conosciuto come Coda di Volpe, citato già da Plinio il Vecchio nell'antichità: deve la sua denominazione alla forma del grappolo, simile, appunto, alla coda di una volpe.


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