Vino bianco friulano

Bianchi, rossi, rosati, fermi, frizzanti, spumanti e da dessert: in Friuli ce n’è per tutti i gusti. Siamo in un vero e proprio paradiso dell’enologia, in una terra dove la natura risulta generosa ed impeccabile al tempo stesso, rendendo possibile la coltivazione di alcuni tra i vitigni più ricchi d’Europa. Oltre a vantare una tradizione enogastronomica tra le più affascinanti d’Italia, il Friuli Venezia Giulia è, subito dopo il Piemonte, la regione settentrionale più varia e spettacolare sotto il profilo vinicolo. La disamina delle zone di produzione più attive non può che avere inizio dal Carso, un’area conosciuta ai più per ragioni storiche, dove da secoli si producono vini bianchi e rossi di pregevole fattura. Un vino bianco fermo, caratterizzato da un colore giallo paglierino intenso, è per esempio il Carso Traminer, asciutto, con una gradazione alcolica compresa tra gli 11 e i 12 gradi e perfetto per l’accompagnamento di portate leggere e piatti a base di pesce. Le medesime caratteristiche sono presentate dal Carso sauvignon e dal Carso malvasia, ... continua

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      prosegui ... , mentre si differenzia per proprietà organolettiche il Carso chardonnay, ottenuto mediante la lavorazione esclusiva di uve chardonnay. La parte orientale della regione è dominata da una vasta zona collinare che oltre a rappresentare una vera e propria attrazione turistica per gli amanti dei paesaggi naturali ameni, rappresenta la culla di alcune tra le bottiglie più pregiate prodotte in Friuli, tutte precedute dalla denominazione “Colli orientali” e molte delle quali garantite dal marchio DOC o DOCG. E’ il caso del Colli orientali Friuli Picolit (DOCG), oppure del Colli chardonnay e del Colli malvasia bianca. Insomma, l’est del Friuli è una vera e propria oasi vinicola: qui si riesce ad unire le caratteristiche peculiari del territorio con alcuni trai vitigni più redditizi ed eccezionali d’Europa: pinot nero, pinot grigio, sauvignon, ribolla bianca, riesling e tanti altri ancora. Dopo questa lunga ma dovuta introduzione sulle maggiori zone di produzione, ammiriamo più da vicino quelle che sono le caratteristiche del “Re dei bianchi friulani”, ovvero il vino che fino al 2007 era noto come Tocai e che oggi è conosciuto semplicemente come “Friulano”. Per i viticoltori e gli agricoltori della zona, il Tocai rappresenta un vero e proprio vanto: stiamo parlando di un vitigno autoctono dal 1632 per merito della contessina Aurora Formentini, promessa sposa del conte ungherese Adam Batthyany, la quale prima delle nozze scelse di portare in dote ben 300 viti di “Toccai”. Da allora, i calici bianchi non hanno smesso di emozionare per la storia che raccontano, ma soprattutto per le proprietà organolettiche che contraddistinguono questo grande vino. Il Tocai ha come caratteristica principale il profumo gradevole, che vanta note di mandorla amara: da notare come, proprio per questo motivo, i produttori non eccedono nel periodo di invecchiamento. Il Tocai è un vino fresco, giovane, che non può e non deve saziare al primo sorso: un bicchiere tira l’altro, proprio così, in un connubio tra l’odore persistente ed un lievissimo retrogusto amarognolo. Il risvolto della medaglia è la delicatezza delle coltivazioni, soggette a parassiti più o meno comuni, come la Peronospora, l’Oidio e la Botrite, quest’ultima capace di trasformare anche completamente la colorazione e il carattere dell’acino. Inferiore da un punto di vista quantitativo ma ugualmente considerabile nell’ambito delle eccellenze è il novero dei vini rossi friulani, che rappresentano il 35% della produzione generale. La zona più rinomata per la lavorazione di vitigni a bacca rossa fa capo alle città di Buttrio, Cividale del Friuli e Manzano, ed ha nel Merlot il capostipite di una categoria arricchita dal Cabernet Sauvignon, dallo Schioppettino, dal Pignolo e dal Refosco dal Peduncolo Rosso. Il Friuli Merlot è un vino classico DOC prodotto prevalentemente nella provincia di Udine, contraddistinto da un colore rosso rubino, passibile di diventare granato col procedere dell’invecchiamento, ha un sapore pieno e sapido ma asciutto, e un odore tipico e gradevole. La testimonianza più vivida e inequivocabile dell’importanza del Friuli nella viticoltura italiana è rappresentata senza dubbio dalla ricchezza e dalla varietà dei vitigni autoctoni della regione. Tra i più famosi abbiamo il Refosco, vitigno a bacca rossa coltivato in tutto il Friuli ma eccellente nei dintorni della città di Aquileia. Noto originariamente come Ribolla nera, lo Schioppettino è un vitigno autoctono così denominato in omaggio al vino frizzante che si ricava dai suoi grappoli. Altri vitigni sono la Malvasia, il Terrano, il Verduzzo e il Tazzelenghe. L’abbondanza delle uve procede di pari passo con quella relativa alle cantine. Nel cuore della DOC Friuli Grave è visitabile per esempio la Tenuta Montereale, impegnata nel settore da oltre 150 anni. In provincia di Udine si può varcare la soglia delle Cantine Borgo Claudius, ambientata in un suggestivo rustico secentesco, mentre nella zona del Collio, poco distante da Gorizia, si possono visitare le Cantine Scolaris, fondate nel 1924.