Vino rosso toscano
In un paesaggio caratterizzato da mare e montagna, in un territorio punteggiato da castelli e antiche dimore, si scorgono le colline della Toscana, una regione con una tradizione enologica basata sulla qualità e sulla varietà. Non è un caso se personaggi illustri di tutto il mondo scelgono sempre più spesso la Toscana per trascorrere periodi di vacanza rilassanti.
Nella provincia di Siena si producono tanti vini come la Vernaccia di San Gimignano, il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano, tutti DOCG e DOC.
Altre zone di produzione, fissate nel 1967, sono: Montespertoli, Cerreto Guidi, Gambassi, Agliana, San Miniato. Si tratta di un arcipelago di vigneti che unisce il Chianti delle Colline Pisane alle altre zone. Ma è giusto anche citare le altre zone di produzione di vini a bacca bianca,
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prosegui ... , come quella Valdichiana, oppure il Colli dell’Etruria centrale, il Bianco pisano di San Torpé, il Sant’Antimo, esistente sia in versione rossa sia in versione bianca, il Val di Cornia, il bianco delle Colline lucchesi, dell’Elba e, dulcis in fundo, di Montepulciano. Ma nonostante questa grande varietà che rende la Toscana una delle migliori regione per quanto riguarda l’eccellere nella buona qualità e varietà di vini, il re invincibile e incontrastato resta sempre il Chianti. Le zone di produzione di questo pregiatissimo e celebre vino rosso comprendono parte delle province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa e Pistoia.
Le due certificazioni DOC e DOCG significa che i vini prodotti dinanzi al quale ci troviamo sono prodotti in zone piccole e/o medie, secondo delle regole molto rigide relativamente al trattamento dei vigneti e del vino stesso. Il DOGC è un ulteriore riconoscimento di pregio dato ad alcuni vini DOC di notorietà nazionale ed internazionale, sottoposti a controlli ancora più severi.
Hanno questo tipo di marchio i seguenti vini:
• Brunello di Montalcino: prodotto nella provincia di Siena;
• Il Carmigiano: prodotto nelle campagne tra Prato e Firenze, in particolare presso l’antico borgo di Carmignano;
• Il Vernaccia di San Gimignano: prodotto in una ristretta zona della Toscana tra Siena, Pisa e Firenze coincidente con il territorio comunale di San Gimignano, è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. È stato il primo vino italiano a ricevere il marchio di Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1966;
• Morellino di Scansano: nella zona di Grosseto. Già DOC dal 1978, l'attuale riconoscimento superiore DOCG, è stato riconosciuto recentemente nel 2007;
• Il Chianti: è un vino che possiede entrambe le denominazioni, DOC e DOCG, a seconda della zona di produzione.
La Toscana è la terra del vino per eccellenza. Le sinuose colline della campagna sono percorse da filari di viti dalle quali si ricavano le preziose uve che, sapientemente lavorate si trasformano in vini pregiati come il Chianti, Il Brunello, il Morellino.
Il Morellino di Scansano è un vino DOCG, la cui produzione è consentita in parte della provincia di Grosseto. Riconosciuto DOC nel 1978.
È un vino rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, con un sapore asciutto, austero, caldo e leggermente tannico.
Il Morellino ha un odore vinoso, che con l’invecchiamento diventa profumato, etereo, intenso, gradevole, fine.
Questo vino si sposa perfettamente con pietanze prelibate ed elaborate, quali Spezzatini di carne, spiedini, fegatelli di maiale, arrosti di carne di maiale, cinghiale in umido
Se si è assaggiato anche una sola volta questo vino, non sarà difficile per nessuno capire i motivi del grande entusiasmo che gli gira intorno, entusiasmo che ha portato molti grandi produttori ad investire su questa zona, contribuendo a dare maggior impulso alla viticoltura.
Il Brunello di Montalcino è un altro dei vini prestigiosi e celebri della regione Toscana. Questo vino conta tra le sue caratteristiche la limpidezza, il suo essere brillante, il colore granato vivace. Ha un profumo intenso, persistente, ampio ed etereo. Si riconoscono sentori di sottobosco, legno aromatico, piccoli frutti, leggera vaniglia e confettura composita. Al gusto il vino ha corpo elegante ed armonico, nerbo e razza, è asciutto con lunga persistenza aromatica.
Grazie a queste sue caratteristiche sopporta lunghi invecchiamenti, migliorando nel tempo, ma ciò dipende ovviamente dalle annate: si va da un minimo di 10 anni fino a 30, ma può essere conservato anche più a lungo. Naturalmente va conservato nel modo giusto: in una cantina fresca, ma soprattutto a temperatura costante, buia, senza rumori e odori; le bottiglie tenute coricate.
Il Brunello di Montalcuno si sposa perfettamente con piatti molto strutturati e compositi quali le carni rosse, la selvaggina da penna e da pelo, eventualmente accompagnate da funghi e tartufi e con formaggi, ma deve essere servito in bicchieri di cristallo dalla forma ampia, panciuta, al fine di poterne cogliere il bouquet composito ed armonioso. Dovrà essere servito ad una temperatura di circa 18°C-20°C.
Infine eccoci giunti a parlare del re dei vini della Toscana: il Chianti. La sua zone di produzione comprende parte delle province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa e Pistoia.
Il successo del Chianti lo si deve al barone Bettino Ricasoli, il quale ha voluto fare di questo vino un prodotto di prestigio, soprattutto all’estero. Inizialmente il Chianti non aveva delle caratteristiche ben precise, poiché i viticoltori utilizzavano delle uve a caso e ciò è dimostrato dal fatto che in uno scritto del XIV secolo questo vino era citato come bianco.
Il Barone decise allora di mettere in atto varie sperimentazioni, fin quando non decise che la combinazione migliore era quella costituita da uve sangiovese, canaiolo e malvasia.
Al giorno d’oggi il Chianti utilizza la stessa “ricetta” con la piccola aggiunta del trebbiano toscano. Tra l’ottocento e il Novecento non essendo tutelato come lo è oggi giorno, il Chianti era considerato un vino di dubbia qualità. Solo nel 1924, la bevanda ottenne un riconoscimento con un marchio che raffigurava un Gallo Nero su uno sfondo oro. Tale simbolo rappresenta ancora oggi il vino prodotto nella zona originaria.
Nel 1967 il Chianti viene riconosciuto vino DOC e negli anni ’80 ottiene anche la DOCG. La sua resa massima di uva per ettaro è di 100 quintali e la gradazione alcoolica è pari a 11,5% vol.
Ha un colore rubino vivace,che diventa granato con l’invecchiamento. Il suo profumo intensamente vinoso, lascia trasparire un sentore di viola mammola e assume maggior finezza negli anni.
Ha un sapore sapido, asciutto, armonico e leggermente tannico.
Il Chianti può però presentarsi sotto diverse vesti: vivace e leggero, oppure invecchiato e austero.
I Chianti dotati di corpo sottile vanno gustati giovani, serviti ad una temperatura pari a 16°C. A questa tipologia appartengono:
• I Chianti Colli Aretini, un vino piacevolmente brioso e da tutto pasto;
• Il Chianti Colline Pisane: leggero, da servire con zuppa di cavolo, baccalà in umido, upnta di vitello al forno, gallina al vino rosso;
• Il Chianti Montalbano: può essere sia giovane e leggero ed abbinarsi con petto di cappone con salsa ala pepe verde e anguille allo spiedo, sia invecchiato, servito a 16-18°C accompagnando pollo in umido e carni alla griglia.
I vini dotati di buona struttura e tasso alcoolico apprezzabile sono preferibili invecchiati e serviti a 18%vol. I Chianti che mostrano tali caratteristiche sono:
• Il Chianti Classico: molto corposo con un profumo di viola mammola, che si sposa perfettamente con pietanze quali scotti glia di cinghiale, manzo in umido, anatra al forno,, lepre in coccio;
• Il Chianti Colli Fiorentini: si presenta equilibrato già in età giovane. Si abbina con pietanze quali carni arrostite, petto di fagiano in salsa al vino rosso, bistecche di capriolo ai funghi.
• Il Chianti Colli Senesi: è una zona conosciuta per i suoi vini maturi, serviti con manzo in casseruola e braciole di castrato arrosto;
• Il Chianti Rufina: è un vino alquanto pregiato e va degustato come vino da meditazione. Va accompagnato da brasati di manzo, lepre in salmi e con piatti di carne molto saporiti.
Tra i vitigni più celebri della regione elenchiamo:
• Mazzese sparsa in piccolissime zone vitivinicole della vocatissima Toscana. Vitigno autoctono a bacca rossa particolarmente misterioso. Si presenta con pianta vigorosa, grappolo di medie-grandi dimensioni, abbastanza spargolo e spesso provvisto di una-due ali. L’acino di medie dimensione dalla forma leggermente ovoidale con buccia consistente di colore blu-nero e pruinosa. La raccolta viene effettuata nei primi giorni di settembre.
• Il Sangiovese: è uno dei vitigni italiani più antichi, che significa letteralmente “sangue di Giove", per alcuni era già noto ai tempi degli Etruschi. E' senz'altro l'uva a bacca rossa più diffusa in tutta l’ Italia, soprattutto in Toscana, in Umbria, ed in Emilia Romagna. Vi sono molte tipologie di Sangiovese, ma vengono comunque divise in due categorie: il Sangiovese Grosso, il più pregiato, del quale viene coltivata una quantità limitata, quasi totalmente nella zona di Montalcino, in provincia di Siena, dove viene chiamato Brunello e nella zona di Montepulciano, dove prende il nome di Prugnolo Gentile; Sangiovese Piccolo, il più comune, che prende vari sinonimi, a seconda delle zone, fra cui Morellino presso Scansano. Ma il numero di varietà di vini è davvero enorme e c'è una netta differenza fra un Sangiovese romagnolo e uno toscano o umbro. All'estero viene coltivato in California, cioè Napa Valley e Sonoma County, con buoni risultati; è molto conosciuto anche in Argentina, specialmente nella provincia di Mendoza, ma il vino che se ne produce è sostanzialmente diverso.
• Trebbiano: Vitigno a bacca bianca, della numerosa famiglia dei Trebbiani, molto diffuso nell'Italia Centrale. E' di gran lunga il più coltivato (60.000 ha); la sua così vasta diffusione è dovuta alla grande produttività e alla buona resistenza alle malattie, ma dà risultati mediocri sul piano organolettico, a causa della spiccata acidità e della sua scarsa aromaticità. La famiglia dei Trebbiani è presente in quasi 80 d.o.c., in alcuni casi fa parte dell'uvaggio di alcuni vini rossi come il Chianti e il Barco Reale di Carmignano, Ha foglia medio-grande, pentagonale, pentalobata; grappolo grande, allungato (anche fino a 25 cm.), semi-compatto e alato; acino medio, discoide, di forma piuttosto regolare; buccia di medio spessore, giallo-verde o giallo-rosato, a seconda dei cloni, abbastanza pruinosa.