Curiosità uva
 
        
                            
E’ uno dei frutti più succulenti e suggestivi in assoluto, per la forma e per le proprietà naturali che lo caratterizzano, ma soprattutto perché dalla sua spremitura si ottiene una bevanda inebriante: il vino. L’uva è  un frutto antichissimo, il cui consumo viene raccontato fin dai tempi dei greci e dei romani, e intorno al quale sorgono numerosi miti, leggende e curiosità. Uno degli eventi che in epoca antica venivano collegati maggiormente alla bontà e al potere conciliante del vino era il simposium: a presiederlo c’era un simposiarca, che si preoccupava che all’interno del primo bicchiere dei presenti ci fosse solo ed esclusivamente vino puro, mentre quelli successivi contenevano acqua, perché di lì a poco sarebbero stati annientati dalla forza del nettare. Il vino era dunque il re della serata, trascorsa conversando di filosofia, cultura,
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prosegui ..., arte e politica.Nell’antica Grecia e durante il periodo romano, il legame tra il vino e l’acqua era molto forte: tutti i vini venivano annacquati con l’acqua di mare, per ragioni ancora oggi ignote, anche se alcuni ipotizzano si trattasse di un provvedimento volto a conservarlo più a lungo. Altrettanto forte è la sete di conoscenza intorno a questo prodotto, risalente alla notte dei tempi. Basti pensare che già nel I secolo d.C, Plinio classificò ben 195 vini diversi, descrivendone le caratteristiche nel dettaglio. Con il tempo, oltre ai miti si sono moltiplicate le scoperte relative a questo frutto: ci si è resi conto, per esempio, che il succo d’uva ha una composizione molto simile a quella del latte materno: in ogni litro, il primo contiene 80 mg d’acqua, solo 7 meno del secondo; quasi identico è anche l’ammontare delle proteine, che sono 1,7 mg nel succo d’uva e 1,5 nel latte materno. Lo sapevate, infine, che per i madrileni l’uva ricopre lo stesso valore delle nostre lenticchie. Noi le mangiamo a Capodanno per augurarci buona fortuna, mentre i capitolini consumano 12 chicchi d’uva per ciascuno degli ultimi 12 secondi dell’anno. Si tratta di un’usanza che con il passare del tempo è stata abbracciata anche dai turisti che trascorrono gli ultimi giorni dell’anno in Spagna, e da un po’ di tempo non mancano neppure gli italiani che ingurgitano acini per salutare l’anno nuovo. Da mangiare rigorosamente con i semini, per rispettare in pieno la tradizione, ma soprattutto perché la parte lignea del chicco ha ottimi effetti sul nostro organismo.