Dolcetto di Ovada
Quando dalla Lombardia si raggiunge il Piemonte, l'alessandrino nella fattispecie, una delle prime zone di cui si varcano i confini è quella che dà i natali ad uno dei vini rossi più famosi ed apprezzati della regione, conosciuto come Dolcetto di Ovada. Come si evince dalla denominazione (garantita), si tratta di una specialità ottenuta per mezzo della lavorazione di uve Dolcetto, ricorrenti praticamente in tutte le province piemontesi. Per quanto riguarda l'esatta zona di produzione del Dolcetto di Ovada, la legge regolamenta la vinificazione di questo rosso in un'area collinare che comprende 23 comuni in provincia di Alessandria: oltre, naturalmente, ad Ovada, si tratta di Lerma, Roccagrimalda, Tagliolo Monferrato e diversi altri. Il vino in questione si presenta all'esame delle caratteristiche organolettiche con un colore rosso rubino piuttosto intenso e tendente al granato. Al pari del Dolcetto d'Alba, negli attimi che seguono immediatamente il versamento nel calice, questo vino produce una schiumetta violacea morbida e gradevole. All'olfatto, questo vino vanta un profumo tipicamente vinoso, mentre in bocca si distingue per un sapore asciutto, morbido e secco, arricchito da un evidente retrogusto amarognolo.
Il Dolcetto di Ovada classico raggiunge una gradazione alcolica massima di 11,5 gradi, che diventano 12,5 nel caso si parli di Dolcetto di Ovada Superiore, un'etichetta di origine controllata garantita. Per ottenere quest'ultima specialità l'invecchiamento non può durare meno di 14 mesi e può proseguire fino ad un massimo di 8 anni. Tuttavia, per quanto concerne le modalità di conservazione, se si tratta di un vino giovane e si preferiscono le caratteristiche dei novelli, lo si può consumare entro un anno dall'imbottigliamento, che diventano 2-3 per la maturazione “ordinaria”. Il Dolcetto di Ovada classico va servito ad una temperatura compresa tra i 16 e i 18 gradi centigradi, che possono diventare anche 20 nel caso del Dolcetto di Ovada superiore. Notevole è anche la varietà degli abbinamenti enogastronomici possibili con questo vino, e variabili in base all'invecchiamento. Con l'Ovada classico, ad esempio, si possono innaffiare ottimi primi piatti a base di carne, come la pasta asciutta al ragù oppure pasta al sugo di tartufo e funghi, piuttosto che secondi piatti come arrosti di carne bianca o rossa. L'Ovada invecchiato, invece, si sposa a perfezione con i formaggi a pasta dura stagionati e saporiti e con piatti più elaborati.
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Come capita del resto per ogni provincia del Piemonte, in corrispondenza delle grandi zone di produzione vinicola, anche qui nell'alessandrino, patria del Dolcetto di Ovada, le cantine e le aziende vinicole non mancano e sono pronte ad aprire i battenti a turisti, curiosi e clienti desiderosi di godere dei migliori calici rossi della zona. Tra le cantine più famose, ad esempio, ci sono quelle della famiglia Accornero, gestita a conduzione familiare addirittura dal 1839 e situata a Vignale Monferrato. Dalla prima metà del XIX secolo, ancora oggi, i figli di Bartolomeo Accornero sono impegnati nella cura dei vigneti di famiglia e nella produzione di vini di alta qualità. Chi raggiunge l'Azienda Agricola Accornero e Figli può acquistare tutti i maggiori vini piemontesi: dal Dolcetto di Ovada a quello di Dogliani, passando per il Coste della Sesia, il Bramaterra e, ovviamente, il Barolo.
Proprio nella patria del Barolo sorge un'altra azienda vinicola piemontese specializzata, tra le altre cose, nella produzione del Dolcetto di Ovada: si tratta della “Terredavin”, situata a Barolo (CN), un'azienda che rappresenta un unicum nella produzione vinicola langarola: 4500 ettari di vigneti e più di 2500 viticoltori che vengono qui ad imbottigliare i loro vini. Da qui nasce una filiera dell'alta qualità che non teme confronti ed è contraddistinta da una varietà senza eguali. Terredavin ha un'unica regola: produrre solamente vini al 100% piemontesi, Doc e Docg.
Più giovane e situata in una zona differente è la Cantina “Le Marne”, situata al numero 22 di Salita Colla, a Parodi Ligure (AL). Fondata nel 2002 da un progetto familiare condotto da Federica Carraro e Luigi Grosso, l'azienda produce unicamente vini biologici, lavorando alla ricerca di una fusione perfetta tra le esigenze umane e quelle del territorio. Tramite una produzione non intensiva e rispettosa dell'ambiente, vedono la luce ottime bottiglie di Dolcetto di Ovada, Boca, Bramaterra, Barolo, Barbera e Nebbiolo.
Chiudiamo la nostra rassegna delle cantine considerabili punti di riferimento per turisti e curiosi, con un'azienda situata nel cuore della patria del Dolcetto, ovvero ad Ovada. Stiamo parlando dell'Azienda Agricola Gaggino, fondata nel 1920, e gestita a conduzione familiare: si occupa di un vigneto esteso su 20 ettari. Oggi a capo c'è Gabriele, che conduce le attività con la medesima passione e la stessa dedizione dei suoi avi.
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