Vernaccia di Oristano

La zona vinicola

La zona vinicola della Vernaccia di Oristano corrisponde al territorio di alcuni comuni chiaramente dell'omonima provincia, che hanno un orogenesi relativamente recente, corrispondente al Pleistocene in cui l'attività vulcanica ha formato numerosi depositi minerali sopra rocce di origine molto più antiche, formatesi dall'emersione del fondale marino, origine comune a tutta l'Italia e a parte dell'Europa.

La conformazione del territorio prevede presenze geologiche di quarzi e graniti, rocce metamorfiche lavorate in profondità ad alte pressioni e temperature. Le attività vulcaniche hanno inoltre lasciato sul terreno presenze importanti di minerali, fondamentali a fornire alle bucce delle uve elementi aromatici essenziali, in particolare per varietà come la Vernaccia, profumata e penetrante.

Durante l'Oligocene l'isola si è divisa dal continente e questo ha provocato la formazione di andesiti e igninbriti, altri minerali di natura vulcanica mentre il Miocene ha formato altri elementi essenziali alle uve, come calcare, arenarie e marne fossili. Toponomasticamente questo ha formato una serie di vallate e colline dolci interne, mentre di fronte al golfo di Oristano si staglia una piana. Le uve nell'area sono coltivate da tempo immemorabile, e si possono trovare delle tracce negli scavi archeologici. L'isola poi fu interessata dai commerci dei Fenici prima e dei Romani poi, che fecero fiorire la viticoltura e la produzione di vino. Dopo la caduta dell'impero la coltivazione dell'uva subì un brusco rallentamento che solo il Rinascimento riuscì a far tornare a livelli accettabili, quando gli Spagnoli prima, e i Piemontesi poi, fecero rifiorire la produzione dei vini, importando anche molte uve dal continente. Oggi oltre alle uve autoctone, rilanciate dall'istituzione delle denominazioni di origine controllata, sono presenti sull'isola molte uve di origine spagnola, come il Carignano, o di origine ligure come il Vermentino, che stanno facendo la fortuna dei produttori, con vini di alta qualità. La Vernaccia locale ha altrettanti ammiratori tra gli appassionati, anche se non ha raggiunto la popolarità tra i consumatori avuta dalle altre uve.

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La Vernaccia

La Vernaccia non rappresenta una singola uva, ma un gruppo di varietà diverse tra loro e molto spesso nemmeno parenti. Il suo nome infatti indica già la sua origine, il Vernacolo, con cui si indicavano nel Medioevo le uve e i prodotti locali. Per cui le varie Vernacce italiane possono avere origini completamente diverse e sicuramente sono tra loro non imparentate.

In particolare la Vernaccia di Oristano è una varietà bianca autoctona della Sardegna che fornisce risultati molto particolari nei vini, molto simili agli Sherry spagnoli con profumi ai fiori di mandorlo e un palato amarognolo. È presente sull'isola da moltissimo tempo, con le prime notizie che risalgono al 1327, con una descrizione nelle due opere Brave di Villa di Chiesa e Carta de Logu. In un periodo immediatamente successivo vennero approvate delle leggi a sua protezione nel comune di Iglesias.

La Vernaccia in Sardegna fu molto popolare nei secoli passati ma subì anch'essa le nefaste conseguenze dell'epidemia di fillossera della metà dell'ottocento, con un ridimensionamento più che consistente. Solo alla metà del Novecento il vitigno venne riscoperto, grazie alla passione di molti produttori che ne esaltarono le qualità vincolando la produzione a determinati fattori. Un altro elemento che ha messo a rischio la coltivazione di Vernaccia in Sardegna sono stati gli incentivi della comunità europea per espiantare i vigneti circa venti anni fa, nonostante la grande qualità espressa dalla Vernaccia.

I suoi vini infatti sono infatti di grande qualità e possono essere abbinati a piatti atipici molto aromatici, formaggi erborinati, pietanze molto piccanti o con la bottarga. Comunque in genere si abbina a piatti molto saporiti, ma anche con la pasticceria secca, oppure servita in meditazione.


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Vernaccia di Oristano: La Vernaccia DOC

La Vernaccia di Oristano DOC fu istituita con il decreto del ministero datato 11 agosto 1971, per produrre vini derivanti esclusivamente dalle uve della Vernaccia sarda senza nessun taglio.

Le uve vengono prodotte in una ventina di comuni della provincia di Oristano, con rese che non devono superare le 8 tonnellate per ettaro e i vini devono raggiungere una gradazione alcolica di almeno 14% vol. Quando arriva a 15% vol ed è stato invecchiato almeno tre anni può usare la menzione Superiore, e Riserva se questo invecchiamento arriva ai 4 anni.

In Marzo il vino, filtrato e chiarificato, viene messo in botti di castagno o di rovere e subisce almeno due anni di invecchiamento per la tipologia generica. La Vernaccia di Oristano ha colore giallo dorato o ambrato, con un naso ai fiori di mandorlo. Al palato risulta secca e calda, con un bel corpo fine e un finale di mandorle amare, anche nelle diverse tipologie invecchiate.



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