Moscato di Trani

La zona vinicola

La zona vinicola del Moscato di Trani coinvolge la parte settentrionale della provincia di Bari, una zona antica che viene produce quello che molti dicono essere il vino più nobile della Puglia. Sembra che l'area sia coinvolta in questa vinificazione già dall'anno Mille, quando la Serenissima Repubblica di Venezia non solo ne fece uno dei suoi maggiori commerci, ma stipulò anche dei contratti con la citta, in particolare con la Dogana di Trane, come veniva chiamata allora. Nel Trecento invece il conte di Trani Roberto d’Angiò limitò le esportazioni scatenando così le ire dei veneziani che videro favoriti altri porti. Due secoli più tardi un clerico moto famoso per i suoi viaggi, Fra’ Leandro Alberti, lo menzionò nella sua opera più grande chiamata il Descrittione. Ottima recensione per questo vino, visto che l'autore lo descrisse “tanto eccellente ch’è cosa molto delicata da gustare”. Enorme fu la pubblicità ottenuta da questo testo che permise al Moscato di Trani di divenire un vino ricercato. La sua fama è stata abbastanza costante fino al nostro secolo e nel 1974 è stato finalmente incluso nella legge per le denominazioni istituendone una tutta sua. Ma questo vino è presente in tanti documenti storici della zona, particolarmente in quelli ecclesiastici. Ma ancora prima o si vede nelle opere della Magna Grecia.

L'origine geologica della zona prende vita 130 milioni di anni fa, che vide la zolla africana spingere quella euroasiatica per far emergere le Murge dal fondale marino di quello che prima era il mare preistorico molto calmo della Tetide. Così gli strati carbonatici depositatesi sul fondo, ovvero il deposito di migliaia di conchiglie fossili, sono emersi a formare un complesso di colline ricche di rocce calcaree, di natura carsica, tipiche della Puglia.

Le colline sono generalmente basse e formano un grande altopiano rettangolare di basamento calcareo in cui la natura carsica ha prodotto numerosi inghiottitoi e canali sotterranei dove vengono convogliate le acqua piovane. La zona del Moscato di Trani è la parte più dolce delle Murge, con poco differenze tra le colline tanto da arrivare ad essere considerato più un altopiano. Qui il calcare infatti, facilmente modellabile dagli agenti atmosferici ed in particolare dai venti marini.

Il clima è quello caldo e secco pugliese, con poche piogge e le vigne vengono approvvigionate dalle acqua sotterranee.

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I vitigni bianchi

Il vitigno principale per questa denominazione è chiaramente il Moscato di Trani, ma il disciplinare prevede anche l'utilizzo fino al 15% di altre uve Moscato della zona. Il Moscato d Trani altro non è che il nome locale del Moscato Bianco, forse la specie migliore e più nobile della famiglia dei Moscato. Questo infatti è coltivato ovunque con ottimi risultati, come in Francia dove viene chiamato Muscat Blanc a Petit Grains. La radice Muscat, Moscato resta anche in molte altre lingue nelle varie declinazioni territoriali, come il Muskateller tedesco, il White Muscat e tanti altri questo perché i Romani lo indicavano con questo nome che richiamava l'aroma di muschio. Infatti questa vite produce acini molto aromatici, che riversano nel vino grandi profumazioni. Tanto popolare da essere coltivato un po ovunque nel bacino del Mediterraneo, ma anche nelle ex-repubbliche sovietiche, in Romania ed in parte della ex-Jugoslavia.

La sua origine è quasi certamente greca, in particolare della zona di Patrasso, ma gia nel II secolo a.C. era presente in Italia. I Romani poi la porteranno in Francia, allora chiamata Gallia, anche se alcune fonti storiche vogliono che furono gli stessi Greci a portarla a Marsiglia. In Italia è coltivata in moltissime regioni.

Il Moscato ha alte rese costanti. Il grappolo è mediamente grande, spargolo o compatto, con la forma cilindrica, dotato di ali. Gli acini sono di media grandezza ed ellittici, giallo dorato o color ambra, dalla buccia spessa e profumata. Mediamente vigoroso ama i terreni di tufo e marne, sopporta bene il calcare purché non troppo drenante per la presenza di argilla. Ama la ventilazione.


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Moscato di Trani DOC

La denominazione di origine controllata nasce per decreto ministeriale l'11 settembre 1975 per autorizzare la produzione di vini bianchi nei comuni di Trani, Bisceglie, Ruvo di Puglia, Corato, Andria, Canosa, Minervino Murge, Barletta, Terlizzi e Bitonto in provincia di Bari e di Trinitapoli in provincia di Foggia. La base ampelografica prevede l'impiego del Moscato di Trani o Moscato Reale a cui si possono aggiungere altri moscati della zona per un massimo del 15%. Vengono accettate le iscrizioni dei vigneti posti su terreni di tufo, marne e calcare, ma anche con argilla purché non sia eccessiva.

Le rese massime consentite sono fissate a 12,00 tonnellate per ettaro, mentre il grado alcolico deve essere almeno a 12,50% vol. Sono previste le tipologie Moscato di Trani Dolce Naturale e Moscato di Trani Liquoroso. Il primo deve essere commercializzato non prima del 1° Marzo e il secondo non prima del 1° Novembre. I vini sono giallo dorato, intensi nei profumi, chiaramente aromatici e dolci. Il liquoroso è ambrato.


I produttori

Buono il Moscato di Trani Jalal di Cefalicchio, con il Moscato in purezza. Paglierino acceso, il vino ha ottimi profumi di ginestra e iris, albicocche e pere. Palato sapido e morbido, lungo, da provare con i crudi di mare.




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