Colli Maceratesi

La zona vinicola

L'area vinicola dei Colli Maceratesi DOC fa parte di un territorio prettamente montagnoso per più di 2/3 tutto concentrato in provincia di Macerata con lo sconfinamento di un solo comune in provincia di Ancona. In particolare bisogna sapere che la provincia di Macerata, la più grande provincia marchigiana, occupa quasi 3.000 chilometri quadrati di superficie. La vasta area ha origine geologicamente 140 milioni di anni fa nel Cretaceo quando l'orografia della regione vide una forte presenza di calcare e selce costituenti maioliche dovute all'innalzamento del fondale marino e di tutti le conchigliaceae fossili marine. Dopo qualche milione di anni v fu la nuova apertura dello Stretto di Gibilterra che riversò nuovamente acqua marina nel mediterraneo aggiungendo strati sedimentari di argilla e delle marne a fucoidi. In questo periodo si formano quelle che saranno le strutture attuali della geologia regionale, ovvero i calcari marnosi a scaglia rosa, colorazione dovuta all'ossidazione in particolare causata dall'ematite. Dal fondo del mare invece la natura fornisce costruzioni laviche da vulcano prima dell'ultimo stadio geologico prima della situazione attuale. Infatti lo stretto di Gibilterra subì una nuova chiusura che determinò una forte concentrazione salina che provocò anche una scarsa presenza di ossigeno. Questa nuova situazione depositò tappeti di gesso e solfiferi, realizzando formazioni di marne scure, nuove argille ma di consistenza bituminosa. Poi ancora solfati roccioso che fanno da base ad altri sedimenti marini costituiti da invertebrati e pesci preistorici. Nel Pleistocene infine ecco che viene stratificato quello che è l'attuale struttura superficiale del territorio marchigiano con ghiaia e sedimenti alluvionali. Lo strato ghiaioso come sappiamo ha una funzione particolare nella coltivazione delle uve, una funzione di riscaldamento per effetto del riflesso sulla vigna dei raggi solari e della caratteristica di trattenere il calore. La geologia della zona fa comprendere la ricchezza delle terre su cui si coltiva, ove le vigne possono sfruttare al massimo i numerosi minerali offerti dalla natura. Caratteristica predominante è il calcare che apporta un'ottima acidità da sfruttare negli invecchiamenti con la già citata ghiaia e poi con dell'argilla.

L'area dei Colli Maceratesi sfrutta un clima semi-temperato, a metà tra il mare vicino e gli Appennini altrettanto vicini. I vigneti subiscono entrambe le influenze climatiche, dai 300 metri di quota a cui vengono coltivati, anche se probabilmente è la montagna a influenzare di più il vitigno. Infatti questa determina inverni piovosi e freddi con presenza di neve. Anche le nebbie sono frequenti, in compenso l'estate è quella tipica italiana.

Maceratino

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I vitigni bianchi

Il Colli Maceratesi Bianco sfrutta per la vinificazione principalmente il vitigno Maceratino (detto anche Montecchiese) che puo essere tagliato con del Trebbiano toscano, del Verdicchio, l'Incrocio Bruni 54, il Pecorino, il Sauvignon, il Grechetto e lo Chardonnay.

Il vitigno principale, il Maceratino, è coltivato da molti secoli nella regione, in particolare nell'attuale provincia di Macerata. La sua origine dovrebbe risalire all'introduzione di vini da parte dei Greci durante la loro colonizzazione. Viene chiamato anche Ribona, Matelicano, Verdicchio marino e con tanti altri sinonimi. Particolare curiosità desta il sistema dall'allevamento ancora attuato nell'area di produzione più antica, dove la vite viene sostenuta con l'acero a tralciaia mantenuto dalle tirelle per un sistema d'allevamento a media e lunga espansione. Il vitigno si presenta con grappoli di dimensioni medio-grandi a forma cilindrica-conica con densità serrata. I chicchi sono rotondi e medi in grandezza, con colori dorati delle spesse bucce pruinose. Presentano anche piccole puntine marroni. Il Maceratino offre alte rese costanti su qualsiasi terreno e altitudine.

Sono stati prodotti molti biotipi, anche per risolvere il problema della scarsa resistenza al freddo. Buona risposta invece a oidio e peronospora.


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Il Colli Maceratesi DOC bianco

La denominazione di origine controllata Colli Maceratesi fu creata dal decreto del 8 marzo 1975 e autorizza, oltre ai vini rossi, anche la produzione di vini bianchi, fermi, spumante e passiti. Sono moltissimi i comuni coinvolti nella provincia di Macerata a cui si aggiunge il comune di Loreto in provincia di Ancona. Il vitigno principale è il Maceratino (detto spesso Montecchiese), che deve essere presente per un minimo del 70%, in tutte le tipologie. Poi vi sono il Trebbiano, il Verdicchio, l'Incrocio Bruni 54, il Pecorino, il Sauvignon, il Grechetto e lo Chardonnay che possono essere usati fino al 30% più altre uve regionali che possono essere usate fino al 15%. Nella tipologia Colli Maceratesi Ribona il Maceratino deve essere presente almeno al 85%.

I vini hanno colore paglierino scarico con riflessi verdi, con una gamma olfattiva fruttata, fresca e croccante. Il palato risulta secco e fresco, con una gradazione alcolica di almeno 11% vol.


Le aziende

Buono il Colli Maceratesi Bianco di Capinera con il Maceratino in purezza. Leggero e fresco, pulito e sapido, ottimo con la frittura di guatti.

Buon Colli Maceratesi bianco anche da Santa Cassella con il Maceratino tagliato al 30% dal Malvasia. Anche qui il vino risulta fresco e sapido, con note profonde e agrumate e una bella struttura. Ottimo per le frittatine alle seppioline.




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