Verdicchio di Matelica Riserva
L'area vinicola del Verdicchio di Matelica si trova nella zona collinare alle pendici dell'Appennino umbro-marchigiano che coinvolge le province di Ancona e Macerata. Il fulcro dell'attività vitivinicola è la cittadina di Matelica che dà anche il nome alla denominazione, centro della zona di produzione individuabile con l'Alta Valle Esina. Questa si sviluppa in senso Nord-Sud avvantaggiandosi in questo modo di un microclima particolare a metà tra il mediterraneo e il continentale in quanto questa disposizione topografica impedisce ai venti marini di influenzare le vigne in particolare diminuendo gli effetti delle escursioni termiche tra il giorno e la notte che qui risultano più forti rispetto a molte altre valli. Dal punto di vista vinicolo questo si tramuta in una maggiore concentrazione degli aromi nelle bucce, con più zuccheri e più polifenoli. Il vino risulta quindi più corposo e aromatico, con ottime possibilità di invecchiamento. I vigneti vengono coltivati tra i 400 e 650 metri di quota, sempre su un territorio di colline dolci. Le tonnellate di uve prodotte sono 3.200 tonnellate l'anno per una produzione di vino pari a circa 25.000. Da sempre l'area coltiva la vite come dimostrano i reperti archeologici risalenti addirittura al VIII secolo a.C. quando già vi erano delle coltivazioni intensive protagoniste di forti traffici commerciali. Di particolare rilevanza enologica per questa area fu il XVI secolo che segnò l'interesse di molti studiosi per i vini di Matelica, tra cui il medico del Papa Andrea Bacci e Francesco Scacchi. Da questo momento in poi i vini di Matelica hanno avuto una splendida notorietà che forse il notaio matelicese Niccolò Attucci, il primo a menzionare il Verdicchio, vitigno della zona nel 1579, non avrebbe mai immaginato.
Le colline su cui viene coltivato questo vitigno sono di origine sedimentaria, calcarea-argillosa, oppure con arenaria di origine cenozoica e neozoica.
L'Alta Valle dell'Esino inizia a nascere nel Cenozoico con l'emersione degli Appennini poi successivamente lavorati dai terremoti e dagli agenti atmosferici per formare colline e valli di conformazione argillosa e arenacea interessate anche da calcare proveniente dalla montagna.
Il vitigno con cui viene vinificato il Verdicchio di Matelica è chiaramente il Verdicchio, questo ottimo vitigno che viene ormai ritenuto uno splendido adattamento secolare del Trebbiano in questa zona, probabilmente importato nel Quattrocento dal Veneto, a seguito di una forte migrazione dovuta ad alcune pestilenze nell'area. Qui il vitigno si è talmente adattato e ha talmente migliorato la sua qualità da essere considerato una specie autoctona dell'area. Riesce a regalare quelli che sono considerati tra i migliori bianchi d'Italia e del mondo.
Il Verdicchio è molto vigoroso, matura tardi e fornisce basse rese ma molto regolari. Il che presenta grappolo è medio-grande, alato e piramidale. Gli acini sono medi e tondi, con sottili bucce. Il suo terreno preferito è quello che si trova nell'area del Matelica, argilloso e calcareo. Viene quasi sempre vinificato puro, per vini paglierino chiaro di grande bontà e aromaticità, con un bel fondo alla mandorla amara. È un vino fresco, ben corposo e acido, con ottimi invecchiamenti.
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Dopo essere stato a lungo nelle denominazioni DOC, il Verdicchio di Matelica Riserva è stato istituito come DOCG dal decreto ministeriale del 30 novembre 2011 per autorizzare la produzione di vini bianchi che abbiano come base ampelografica il Verdicchio per almeno l’85%, anche se il vitigno viene generalmente vinificato in purezza e quasi mai vengono aggiunti altri vitigni autorizzati in regione. L'area di produzione coinvolge i comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco in provincia di Macerata e quello di Cerreto d’Esi e Fabriano in provincia di Ancona.
Per la coltivazione sono proibiti e sistemi di allevamento a tendone ma è stranamente tollerata l’irrigazione di soccorso. La rese massime autorizzate sono di 9,5 tonnellate per ettaro e il vino deve avere almeno 12,50 % vol. di alcol naturale.
Prima della commercializzazione il vino deve invecchiare per almeno 18 mesi a partire dal 1 dicembre successivamente alla vendemmia.
Il vino è paglierino, delicato ed aromatico.
Grandissimo il Verdicchio di Matelica Mirum Riserva di Fattoria La Monacesca, di 14% vol con il Verdicchio in purezza. Colore dorato molto concentrato, per un fantastico naso dall'apertura minerale e poi floreale con ginestra e camomilla. Segue la frutta della pesca, del kiwi e degli agrumi, con albicocca, mela cotogna e ananas. Poi ancora arance candite, marzapane, sambuco, anice e miele. Straordinariamente complesso il bocca si ripete con una freschezza dirompente e gusti alla mandorla dolce e liquirizia, salicornia e radici di zenzero. Assolutamente da provare con i crostacei più nobili gratinati.
Ottimo anche il Verdicchio di Matelica Cambrugiano Riserva di Belisario, ancora dorato e complesso, con profumi di fresia, ginestra e artemisia. Poi la macedonia di frutti tropicali, gli agrumi, la rosa, la vaniglia e il miele di rosmarino. Bocca corposa e minerale, ben sapida e fresca. Affinato in parte in legno, si abbina straordinariamente ai tortelli con carciofi, fave e caciotta.
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