Vite
La vite comune (
Vitis vinefera) è una pianta rampicante, più precisamente un arbusto, appartenente alla famiglia delle
Vitaceae, oramai diffusa in tutto il mondo ad eccezione dei poli nord e sud e nei climi a ridosso, particolarmente freddi e privi delle condizioni adatte alla sua crescita. È comunque una pianta molto resistente, e riesce a sopportare bene i climi continentali dell'Europa Centrale, dell'Anatolia ad esempio così come climi molto caldi.
A livello selvatico la vite fece la sua comparsa sulla terra tra i 130 e i 200 milioni di anni fa, mentre le prime coltivazioni antropologiche dovrebbero risalire, dai reperti fossili trovati fino ad oggi, a circa 6000 anni prima di Cristo nell'attuale Cina. Testi antichi farebbero risalire questa coltivazione addirittura all'era antidiluviana, dai 12.000 ai 10.000 anni prima di Cristo, ma questi testi non sono stati ancora confermati dall'archeologia. Questo non significa che non sia possibile, come si sa le scoperte archeologiche aggiornano continuamente questa scienza, e quindi probabilmente in un futuro più o meno prossimo sarà possibile retrodatare la coltivazione della vite a quest'epoca, coincidente tra l'altro con la nascita dell'agricoltura e la domesticazione di molte piante e cereali, avvenuta intorno a quel periodo nella mezzaluna fertile localizzata nell'antica Mesopotamia stretta tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Ma recenti scoperte archeologiche hanno spostato la localizzazione delle prime coltivazioni di legumi e ortaggi verso il bacino del Mediterraneo, nell'attuale Giordania.
Sempre stando ai testi antichi per esempio, anche la Bibbia menziona la vite in riferimento a Noè, lasciando intendere come il costruttore dell'arca fosse già a conoscenza della coltivazione della vite.
Comunque dal 3000 avanti Cristo abbiamo sia le testimonianze storiche che archeologiche della coltivazione della vite presso i Sumeri e gli Egizi. Il contatto tra le civiltà mesopotamiche e nordafricane con i popoli dell'est Europa meridionale, in particolare con le popolazioni residenti nell'odierna Grecia.
Furono proprio i Greci a dare degli impulsi sostanziali alla diffusione e alla coltivazione della vite come li conosciamo oggi. Insieme ai Fenici, i Greci furono i grandi colonizzatori de bacino mediterraneo, al contrario degli Egizi che furono un popolo sostanzialmente stanziale, e fondarono numerose colonie portando con loro conoscenze botaniche e talee esportando così la pratica della coltivazione antropologica della vite. A differenza dei Fenici, i Greci non si limitarono alla sola coltivazione intesa come fino ad allora, ma capirono che l'uomo poteva intervenire direttamente nella scelta delle piante, a seconda delle esigenze climatiche, e nelle rese delle piante, iniziando pratiche come la potatura, gli innesti e altre tecniche oggi molto comuni in agricoltura.
Grazie ai Greci la vite si diffuse dapprima nella Sicilia e poi via via dall'Italia meridionale a quella settentrionale. I Fenici invece diffusero la vite in Sardegna e in Spagna. Successivamente i Romani, esperti e navigati commercianti che fecero del loro Impero il primo mercato commerciale globale, la diffusero in tutta la Gallia, l'attuale Francia, in Germania e nei Balcani. Grazie ai Romani la vite divenne importantissima e il commercio del vino rappresentò una delle principali attività dell'antichità. Il declino dell'Impero accompagnò un iniziale declino anche delle coltivazioni, che furono relegate a pratica di nicchia esclusiva del clero. Questa situazione durò pochi secoli, e già a partire dall'anno mille la situazione tornò lentamente a migliorare, fino ad riesplodere come fenomeno commerciale completamente con il Rinascimento e l'organizzazione delle grandi rotte commerciali. Già durante l'alto medio evo gli scambi nel bacino del Mediterraneo e nell'Europa continentale erano molto fitti. Le innovazioni tecnologiche nautiche che accompagnarono la scoperta delle Americhe contribuirono alla definitiva esplosione del commercio del vino così come lo conosciamo oggi. Grazie alla marina mercantile inglese ad esempio, vini come il Bordeaux, il Porto, il Marsala o lo Champagne, divennero comuni e richiesti in tutti i porti, ponendo le basi dell'enologia moderna. La coltivazione della vite quindi giovò della richiesta commerciale del vino e ovunque le coltivazioni della vite rappresentavano una delle più importanti con quella della frutta, dei cereali e degli ortaggi. Già dal Rinascimento l'importa di questa coltivazione si tramutò nei primi trattati botanici sulla vite, ponendo le basi alla viticoltura moderna, che unisce le preziose conoscenze naturali dei coltivatori agli studi universitari di botanica, che videro l'ottocento prima, e il novecento poi, uno sviluppo eccezionale e costante.
Come detto, la vite è un arbusto rampicante con uno sviluppo in lunghezza e poco ramificato. I fusti della vite infatti possono essere lunghi molti metri, ma produrre pochi rami. La ramificazione deve essere aiutata con sostegni appositamente costruiti dall'uomo, come è ben evidente osservando una vigna.
La vite ha lo stesso comportamento di tutte le piante fruttifere e a infiorescenza. Sviluppa infatti dapprima le gemme, lungo i rami, da cui poi nasceranno i fiori per l'impollinazione. Una volta impollinata l vite darà vita ai frutti, gli acini, che contengono i semi per la riproduzione. Nell'impollinazione la vite tende ad incrociarsi spontaneamente, disponendo sia di fiori bisessuali, che mascolini e femminini.
I frutti si raccolgono in grappoli, dal peso variabile a seconda della varietà in questione. Il peso medio del grappolo è di mezzo chilo, con un massimo di due chili nel Trebbiano Toscano, in assoluto la vite con le rese più alte, utilizzata infatti spesso proprio per questa sua peculiarità.
Nelle varietà con le rese più basse il peso del grappolo si riduce a 100 grammi appena. Queste caratteristiche e la densità del grappolo dipendono pero anche dai fattori ambientali, quali clima, nutrimento, e quindi tipo di suolo, e non ultimo intervento dell'uomo. Per la produzione dei vini infatti, si ricorre alla potatura in modo da concentrare gli zuccheri che forniranno successivamente l'alcol nella vinificazione. La caratteristica della densità del grappolo in genere si distingue nelle uve da tavola e in quelle da vino. Per le prime infatti si preferiscono le varietà dai grappoli meno densi, detti a spargolo, dove gli acini hanno poco contatto fra loro e si sviluppano liberamente. Per le seconde invece si preferiscono varietà con grappoli densi, detti serrati, dove gli acini esercitano notevoli pressioni tra loro. Nel primo caso, la crescita libera degli acini porta ad uno sviluppo diverso del frutto, più dolce e quindi adatto al consumo da tavola. Nel secondo caso non si ottiene lo stesso risultato, non a caso quasi tutte le uve impiegate per la vinificazione sono troppo acide per essere mangiate. Ma questo tipo di densità apporta il giusto grado zuccherino al vino, in modo da ottenere un prodotto bilanciato, mentre con acini così dolci da essere mangiati si otterrebbero dei risultati molto disequilibrati, con vini difficili da vinificare e controllare nei sapori.
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La vite ha un ciclo vegetativo che può essere diviso in due fasi principali: un periodo di riposo, da circa novembre, ovvero dopo la vendemmia fino a maggio, e un periodo attivo, da maggio fino a fine ottobre, con alcune variazioni temporali a seconda dei fattori ambientali e le esigenze umane. Il periodo attivo inoltre può essere suddiviso in: un periodo di crescita, da maggio ad agosto, e un periodo di costituzione delle riserve, da agosto a fine ottobre, che è poi il periodo che contribuisce allo sviluppo e maturazione dei frutti, gli acini.
Durante il periodo di riposo, la pianta rimane quasi del tutto inattiva, e il coltivatore deve quindi eseguire solo dei lavori di mantenimento, una specie di manutenzione. Se questi è anche un produttore di vino, sarà più impegnato nelle operazioni di maturazione del vino in cantina.
A gennaio generalmente tutto è fermo, e anche il coltivatore, soprattutto nel settentrione, riposa, con il suolo spesso gelato che non può essere lavorato. A febbraio iniziano i primi tagli per indirizzare la crescita successiva del risveglio primaverile, regolarizzare la vegetazione e migliorare la successiva fruttificazione.
A marzo, con il tempo che inizia a scaldare, si iniziano a praticare gli innesti, in modo che comincino a saldarsi, in concomitanza con il timido risveglio della pianta. Inizia qui infatti il lentissimo periodo di germogliamento che sarà visibile in modo eclatante solo a maggio.
Ad aprile si inizia a lavorare seriamente con interventi più faticosi e decisi sulla vigna, a partire dalla pulizia dei vigneti, come il taglio dei rami morti ormai evidenti in questa stagione, la pulizia del terreno, la sostituzione dei sostegni marci, la semina delle piantine per la serra, il diradamento della vegetazione spontanea.
Maggio è un mese cruciale per i vigneti anche a causa delle gelate notturne che rischiano di intaccare la pianta in un momento vegetativo delicato. Si rimuovono ancora le erbe cattive, e si continua a lavorare alla vigna. Chi utilizza l'agricoltura classica moderna inizia a polverizzare oidio e muffe.
A giugno inizia l'infiorescenza grazie ai circa 20° C e la vite inizia il suo ciclo vegetativo attivo. A luglio la vite inizia a produrre i grappoli al primo stadio, iniziano le prime potature.
Ad agosto i frutti continuano la loro crescita, e le attività in vigna rallentano lasciando il posto ad operazioni di controllo e manutenzione. Si inizia a preparare la vendemmia.
Settembre è per tradizione il mese della vendemmia, anche se per alcuni vini si può ritardare fino a ottobre per ottenere tipologie particolari. Le attività in vigna sono frenetiche, con la raccolta, o manuale o meccanica, che deve essere effettuata abbastanza velocemente in modo da avere le uve alla giusta maturazione. La vendemmia spesso si prolunga per tutto ottobre, con le vigne animate dai numerosi operai accorsi per questi splendidi momenti che ispirarono anche Vivaldi.
Novembre e dicembre sono i mesi di chiusura, dove si inizia il rimontaggio della terra e la pulizia dei vigneti dagli scarti della vendemmia. E il ciclo ricomincia.
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