Storia dello Champagne

L'Antichità fino al Rinascimento

Nell'Antichità la regione dello Champagne fu coltivata prima dai Galli e successivamente dai Romani che però ne vietarono la coltivazione per lungo tempo prima di appassionarsi definitivamente a questo vino.

Naturalmente era un vino talmente diverso da quello odierno, rosso, spesso addizionato con spezie e miele, come era tipico nell'antichità. Nel medioevo si abbandonarono le spezie, grazie a vinificazioni più attente e lentamente nel rinascimento si iniziarono le coltivazioni in bianco attuali, fino a sfociare nello Champagne moderno ufficialmente nato dopo gli esperimenti di Dom Pérignon.

Comunque la regione ebbe una storia vinicola continuativa, e iniziò ad essere una zona di rilevanza europea quando la flotta mercantile inglese cominciò la conquista delle rotte navali dell'atlantico e del mediterraneo alla ricerca di fiorenti commerci, in cui il vino, vista la passione verso il nettare di Bacco, era una delle principali attività di scambio.

La Champagne, essendo la regione vinicola più vicina a Londra, era indubbiamente favorita rispetto a molte altre.

L'antica cantina di Ruinart

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La nuova fase

Bottiglie dei primi del novecentoIl problema dei vini della Champagne diventò nei secoli il segreto del suo successo. La regione infatti, se da un lato contribuisce con un terreno ricco per le viti, dall'altro soffre per clima troppo freddo, per cui le uve non riescono a maturare a sufficienza. Questo in passato causava una vinificazione povere in alcol, per cui gli inglesi erano costretti ad aggiungere dello zucchero per aumentarne la gradazione. Questa pratica sarà poi utilizzata per la vinificazione e la spumantizzazione di questi vini, trasformandoli da banali vini da tavola ai grandi effervescenti delle occasioni importanti che oggi conosciamo. L'aggiunta di zucchero infatti fa partire una seconda fermentazione, quindi oltre al conseguente aumento della gradazione alcolica, si ha anche il classico sviluppo di anidrite carbonica caratteristico della fermentazione. Inizialmente questo venne considerato un difetto del vino, ma con il tempo e l'affinazione delle tecniche di addizione dello zucchero, si passò ben presto ad un autentica mitizzazione di questo vino, raggiungendo l'apice nel novecento.


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Storia dello Champagne: Le tappe fondamentali

Le tappe fondamentali per lo Champagne moderno partono dagli studi di Dom Pérignon, che per primo mise a punto i dosaggi e gli uvaggi migliori per ottenere la seconda fermentazione. Contemporaneamente i vetrai inglesi cominciarono a produrre delle bottiglie che resistevano alle pressioni interne del vino, contribuendo così in maniera determinante alla commercializzazione di questo vino.

Altre tappe fondamentali per lo Champagne sono l'invenzione delle pupitres, a cui abbiamo dedicato un articolo, e quella dello zuccheroenometro, ad opera di M.François nel 1836, con cui si poteva misurare con un'approssimazione molto soddisfacente gli zuccheri residui presenti nel vino fermo prima dell'aggiunta dei lieviti e dello zucchero per la seconda fermentazione. Con le successive richieste inglesi per un vino sempre più secco, questo strumento si rilevò decisivo per la trasformazione dello Champagne da un banale spumante dolce a uno dei più celebrati vini al mondo, se non il più mitizzato e identificato con il vino.



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