Chianti Classico
L'area in cui viene prodotto il Chianti Classico è inclusa nel territorio che fa parte dei comuni di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti e Gaiole in Chianti, anche se in realtà i confini si estendono anche a Barberino Val d'Elsa, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi, che sono dei comuni limitrofi, dividendosi, quindi, tra le province di Siena e di Firenze.
Stiamo parlando, a grandi misure, di un'area corrispondente a circa 7000 ettari coltivati.
La zona che racchiude la principale produzione del Chianti Classico è legata a filo diretto da una storia piuttosto ricca ed interessante.
Ovviamente, il riferimento è alla presenza degli Etruschi, oltre al fatto di avere visto passare, per quei luoghi, numerosi eserciti che hanno dato vita ad un gran numero di contese.
Ad ogni modo, l'area di produzione del Chianti Classico si caratterizza anche per avere dei paesaggi davvero splendidi e per il fatto di aver proseguito, fino ai nostri giorni, nel mantenimento delle tradizioni e delle peculiarità locali, investendo su prodotti e su cibi del luogo.
Come abbiamo già ricordato, il territorio compreso tra le province di Siena e Firenze, da sempre teatro che ha visto nascere un gran numero di vini pregiati, può vantare un importante record: si tratta della prima area di produzione che, nei primi anni del 1700, ha potuto godere di uno strumento legale per delimitarne i confini, grazie al bando che venne emesso dal Granduca di Toscana Cosimo III.
La zona di produzione non è altro che un vero e proprio altopiano, visto che si tratta di una serie di colline che presentano un'altitudine media pari a 280 metri sopra il livello del mare, con picchi fino a 450 metri.
La maggior parte dei terreni presenti all'interno di questa particolare area si caratterizzano per favorire indubbiamente le colture legnose.
Fin dal 1200 si parla di questo vino e numerosi manoscritti che sono giunti fino alla nostra epoca non fanno altro che testimoniarlo.
Il secolo in cui, però, avvenne una decisa svolta per il Chianti Classico fu essenzialmente il 1700: si tratta del periodo in cui, finalmente, ha inizio tutta una serie di operazioni che riguardano la formazione di una vera e propria attività vinicola.
Ecco che le novità introdotte e la nuova attenzione a livello vinicolo permettono al Chianti Classico di ricevere i primi importanti apprezzamenti e di cominciare a diffondersi in tutto il territorio italiano, ma diventando famoso anche all'estero.
Bettino Ricasoli, nel periodo compreso tra il 1834 e il 1837, studiò quale fosse l'uvaggio maggiormente adatto per la produzione del Chianti e lo riferì in uno manoscritto all'Accademia dei Georgofili.
Fu il 1800 a segnare, quindi, una svolta per il Chianti Classico, sopratutto per quanto concerne la forma e il carattere, dato che la prima cosa a cui si diedi importanza fu l'adozione del nome utilizzando la zona in cui veniva prodotto.
Allo stesso modo, sempre nel 1800, cominciarono a crescere le richieste che riguardavano proprio questo vino, in relazione essenzialmente alle sue notevoli caratteristiche derivanti da condizioni ambientali del tutto favorevoli.
Fu il 1967, dopo un periodo in cui il Chianti Classico subì diverse critiche per via del fatto che non vi era delimitata una vera e propria zona di produzione, con l'esproprio del nome dei Chiantigiani (poi riammesso nel 1932), questo vino ottenne la certificazione di origine controllata e, nel 1984, anche la denominazione di origine garantita.
Una percentuale piuttosto elevata, compresa nella forbice tra il 65 e il 70% della produzione di Chianti Classico è, ai giorni nostri, destinata all'esportazione.
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Tra le più interessanti caratteristiche che riguardano da molto vicino questo vino, possiamo soffermarci su limpidezza, colore, odore e sapore.
Per quanto concerne la limpidezza, è facile intuire come si tratti di un vino molto limpido.
Spostandoci ad analizzare il colore, ci troviamo di fronte ad un vino caratterizzato da un tipico colore rosso rubino, che tende, come il Chianti tradizionale a diventare rosso granato man mano che invecchia.
Per quanto riguarda l'odore, invece, possiamo sottolineare un intenso profumo di mammola e una finezza che aumenta sempre più con il passare del tempo.
Infine, al palato si dimostra piuttosto asciutto ed armonico, ma anche leggermente tannico, con un sapore che diventa sempre più vellutato con il passare del tempo.
Il Chianti Classico rappresenta, senza ombra di dubbio, un vino che si adatta in pratica ad ogni stagione, ma sopratutto riesce ad essere servito con ogni tipologia di pietanze si ha la necessità di accompagnare.
Ovviamente, il Chianti Classico deve essere servito, in particolar modo, nel momento in cui si ha intenzione di accompagnare arrosto di carni rosse e bianche, ma si adatta molto bene anche a pollame, lepre e vari formaggi.
Il Chianti Classico Riserva risulta una delle più interessanti soluzioni quando si tratta di accompagnare degnamente i grandi arrosti, ricordando sempre che deve essere servito ad una temperatura intorno ai 16-18 gradi.
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