Moscato di Terracina
La zona che corrisponde all'area delimitata della denominazione di origine controllata Terracina è quella della parte costiera della Pianura Pontina. La zona ha subito una vasta bonifica durante il ventennio fascista e si è convertita a numerose coltivazioni, tra cui la vite, prima molto limitate dalla mancanza di aree coltivabili e dalla pericolosità determinate dalle antiche paludi. Pericolosità determinata dalla formazione stessa dell'area, prima occupate dal mare con una duna antica emergente in preistoria. La zona infatti è molto variegata nella struttura geologica e vede molte diversità anche a pochi chilometri di distanza. Si trovano anche tracce tufacea della stessa origine della vicina Ardea.
L'antica duna è proprio la protagonista della zona tra il Circeo e Terracina, dove il terreno era prevalentemente sabbioso con un basamento calcareo sottomarino, una piattaforma che vedeva una situazione di acqua bassa in cui le sabbie restano sottomarine per lungo tempo. Il mare all'epoca arrivava fino alle falde dei Monti Lepini, fino a divenire invece terraferma per un'azione sia di emersione del fondale che il deposito di sabbie dovute al vento. Altra azione combinata è dovuta ai depositi alluvionali, che riempirono gli spazi vuoti tra una duna ed un'altra.
Dunque per quel che riguarda i depositi alluvionali questo sono preponderanti nella zona di Terracina, al centro delle antiche paludi. A nord, lontano, si trovano i tufi del vulcano laziale e quindi degli affioramenti del travertino.
Il Moscato di Terracina è un biotipo locale del Moscato che si trova solo in questa zona, dove viene sfruttato non solo per la vinificazione ma anche per il consumo fresco da tavola. È molto simile al Moscato classico, quello che a Pantelleria viene definito Zibibbo e nelle altre aree Moscato di Alessandria. Probabilmente adattato localmente proprio da questo clone, condivide il nome di una famiglia che trae origine dal termine muscum, in latino muschio, in quanto profumato proprio con questa aromaticità. Nell'antica Roma però il suo nome doveva essere apiana mentre per i Greci è più probabile il termine anathelicon moschaton. Anche i francesi hanno ripreso il nome attuale di Muscat (à petit grains) dalla parola musquè di cui si intuisce facilmente il significato.
Il vitigno è molto aromatico, e soprattutto versatile, e infatti in questa zona viene sfruttato in tutte le vinificazioni possibili, dal secco fermo allo spumante fino alla versione passito. Regala vini di grande aroma, alla frutta matura e al miele, con accenni ammandorlati ma anche iodati vista la grande vicinanza del mare. Quindi gli abbinamenti sono molteplici e completi, potendo accompagnare tutto il pasto, dall'aperitivo al dessert.
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La denominazione di origine controllata Terracina o Moscato di Terracina DOC è relativamente giovane, in quanto nasce dal decreto ministeriale del 25 maggio 2007 emendato per autorizzare la vinificazione delle tipologie di vino sotto la denominazione Terracina o Moscato di Terracina secco, Amabile, Passito Dolce, Spumante Secco e Spumante Dolce. Per tutte le tipologie ad eccezione dello spumante il Moscato di Terracina deve essere presente nell'assemblaggio per almeno l'85%, mentre per lo Spumante questa percentuale sale alla purezza, ovvero al 100%. Sono autorizzate nelle altre tipologie le uve già presenti nell'albo regionale. L'area geografica autorizzata nella produzione corrisponde ai comuni di Monte San Pietro Terracina Sonnino in provincia di Latina.
Le rese massime stabilite dal disciplinare sono di 11 tonnellate per ettaro e una volta trasformate in vino le uve devono assicurare un grado alcolico naturale minimo di 11,00% vol, e per il solo passito di 15,50% vol. Il disciplinare stabilisce anche che lo spumante deve essere ottenuto in autoclave con tre mesi di lavorazione più un mese di sosta sui lieviti,
Tra i produttori si segnala Sant'Andrea, un vero specialista di questo vino, con alcune produzioni di grande pregio.
Si parte con il quasi perfetto Moscato di Terracina Passito Capitolum color oro antico, un puro di 14% vol. Olfatto all'albicocca secca, al dattero e al miele. Bel palato che si bilanci in un trittico sapido-acido-dolce perfetto. È ottimo con le crostate.
C'è poi il suo Moscato di Terracina Secco, stavolta dorato, con belle profumazioni alla rosa, al geranio e alla frutta secca. Il palato risulta ben bilanciato fra la sapidità e la freschezza e una chiusura amarognola. Ottimo con i crostini di formaggio.
Infine per questa azienda ecco il Moscato di Terracina Amabile Templum, ancora dorato. Bella profumazione alla rosa appassita e all'albicocca, ancora una volta con un fondo di geranio. Ancora equilibrio al palato, ancora sapido ma stavolta minerale. Viene vendemmiato tardivamente e si abbina perfettamente con il ciambellone.
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