Circeo
La zona vinicola di produzione della denominazione di origine controllata Circeo DOC corrisponde chiaramente alla regione del famoso promontorio del Lazio meridionale nella provincia di Latina, tra la costa settentrionale e quella meridionale al promontorio del Circeo, e su tutta la Pianura Pontina. La zona del Circeo è stata solo di recente piantata a viti, e in passato ha sofferto dei problemi dovuti alle numerose paludi una volta presenti nell'area, dall'antichità fino agli anni 30 quando furono effettuate le bonifiche. La zona non solo non era coltivata, ma anche evitata per il rischio di malattie. Naturalmente il promontorio stesso non è incluso nelle coltivazioni in quanto parco nazionale non idoneo. Dal punto di vista geologico quindi l'area si costituisce di depositi argillosi e sabbiosi, misti a tracce di tufo e silicio che hanno origine dalle dune di sabbia del quaternario, depositate dal vento nell'arco delle ere sulla sabbia marina già poggiata su una piattaforma marina costituita da calcare. Il tutto sembra abbia avuto origine da un'unica duna primitiva nata da un banco sabbioso a pelo d'acqua, dell'antico mare che in ere passate arrivava fino ai monti Lepini. Da qui deduciamo che il promontorio del Circeo originariamente era un'isola che è stata unita alla terraferma grazie a vari fattori, ovvero vento e moto ondoso hanno depositato le sabbie che hanno colmato il gap tra la terra ferma e l'isola. In realtà con l'andare delle era vi fu sempre più un riempimento da parte delle sabbie fino a creare vari spazi lacustri tra le varie dune, poggiate dalle sabbie e dai depositi alluvionali, spazi lacustri che nella nostra epoca erano poi divenuti le paludi bonificate durante il ventennio fascista. L'azione del vento aveva anche definito una sorta di erosione delle dune. Gli esperti sono giunti a queste conclusioni grazie alla datazione che ha stabilito una nascita ben più antica della duna primordiale mentre la la retrostante pianura alluvionale è più recente, con terreni limosi e argillosi, di argille scure. In questa area retrostante il tufo rappresenta la più antica porzione di emersioni. La geologia si completa con presenza di marne e arenarie, e anche di una porzione di travertino affiorante. Le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli per le viti con le brezze marine a rinfrescare d'estate e i monti a proteggere d'inverno. Il clima è quindi il classico temperato mediterraneo.
I vitigni principali per la produzione dei bianchi sotto la denominazione del Circeo sono il Trebbiano, lo Chardonnay e la Malvasia del Lazio. Il Trebbiano è l'uva bianca più coltivata al centro Italia, tra le più coltivate al mondo in quanto la più produttiva probabilmente senza pregiudicare la qualità, qualità che a dire la verità è piuttosto modesta, tanto che il Trebbiano è usato quasi esclusivamente in assemblaggio. In questa denominazione infatti sfrutta la grande nobiltà dello Chardonnay, forse la migliore, qualitativamente, migliore uva bianca mondiale, a patto che qui invece, le rese siano tenute a bada, in quanto già dagli 80 q/ha una volta trasformato in vino, la qualità inizia a scendere esponenzialmente. Lo Chardonnay, quando vinificato con accuratezza, rappresenta una gamma olfattiva talmente complessa da essere difficilmente descritta. Qui troviamo i fiori bianchi ma anche frutta esotica, vegetali e minerali, fino a profumazione terziarie tipiche dei grandissimi vini.
Il Malvasia del Lazio è un'uva altrettanto diffusa al centro, parte della famiglia delle Malvasie, molto aromatica e perfetta sia per le vinificazioni ferme che per quelle frizzanti e spumantizzate. Ottima anche per vinificare in dolce. La Malvasia è, al centro Italia, il compagno ideale per il Trebbiano, e infatti nel Lazio questo assemblaggio è largamente usato.
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La denominazione di origine controllata Circeo è tra quelle istituite più di recente, essendo nata solo il 21 luglio 2010 con il decreto ministeriale di autorizzazione per la produzione di vini bianchi e rossi nei comuni di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina in provincia di Latina.
La base ampelografica per i vini bianchi prevede l'impiego del Trebbiano Toscano per almeno il 55%; lo Chardonnay per un massimo del 30% e la stessa percentuale per il Malvasia del Lazio. Un 15% è riservato ai vitigni bianchi registrati nell'albo regionale. Le uve devono produrre rese massime di 13 tonnellate per ettaro. Gli stabilimenti di tutta la provincia di Latina che erano vinificatori di questi vino prima della nascita della denominazione possono lavorare le uve e imbottigliare le uve. Vengono prodotte le tipologie fermo, frizzante e spumante.
Il Circeo Bianco è di colore paglierino con buoni profumi fruttati e un palato asciutto e fresco.
La menzione monovitigno Circeo Trebbiano è di un paglierino chiaro con profumi vinosi e delicati. Lo spumante invece ha riflessi verdolini nel colore paglierino, una spuma fine e un odore fruttato.
Buon Circeo bianco dalla Cantina Villa Gianna, con il 45% di Trebbiano e stessa percentuale di Malvasia, con un 10% di Chardonnay. Paglierino scarico, il vino profuma di fiori gialli, salsedine e fieno. Il gusto è semplice e sapido. Ottimo con la frittata di verdure.
Molto buono il Circeo Bianco Dune di Sant'Andrea, con il 60% di Trebbiano e il 40% di Malvasia, dorato e luminoso. Gamma olfattiva caratterizzata dal legno, con odori di vaniglia e banana surmatura. Palato alcolico, 14% vol, e spiccata sapidità. Ottimo col pollo al vino.
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