Martina o Martina Franca
La zona vinicola del Martina Franca DOC coinvolge una porzione di territorio ai confini tra le Murge meridionali e il Salento, in quella parte denominata Valle d'Itria. Si tratta di una zona ancora facente parte delle Murge, ma caratterizzata da una depressione carsica che coinvolge ben tre provincie, quella barese, quella brindisina e quella tarantina. È nota anche come la Valle dei Trulli, che vede il centro di Alberobello protagonista delle famose costruzioni ottenute proprio da quella pietra calcarea che caratterizza tutta la Puglia. Il sottosuolo fino alla porzione affiorante è infatti un'immensa distesa di dura roccia calcarea che deve essere estratta, oggi con i macchinari ma ieri con la dura fatica manuale, per consentire le coltivazioni. Questa pietra è stata sempre usata dunque per costruire i famosi muretti a secco caratteristici che corrono lungo tutte le vie extraurbane e delimitano i vari poderi, mentre ad Alberobello sono stati utilizzati per la costruzione delle caratteristiche case.
Dunque il si tratta di un suolo di natura carsica che caratterizza tutta l'area con una serie di inghiottitoi che concentrano le acqua piovane nel sottosuolo in modo che poi queste possano nutrire le piante e tutte le uve. Non a caso la zona vede la grande attrazione anche delle vicine grotte di Castellana, turisticamente rilevanti ma non solo, per spiegare la geologia dell'area. Questi fiumi sotterranei riescono anche a sopperire alla penuria d'acqua di superficie che tradizionalmente caratterizza la regione Puglia, dotata di un solo vero fiume, l'Ofanto, e da quasi nessun torrente. Il clima è quello del Mediterraneo meridionale, caldo ma non umido, quindi non afoso pur raggiungendo temperature molto elevate. Il terreno sopra le rocce calcaree del basamento sono composte dalle classiche terre rosse che vengono originate proprio dall'erosione di questo basamento, mescolato a ossidi e idrossidi di ferro e di alluminio. Il terreno viene arricchito anche dal potassio ma soprattutto da limo ed argilla. I vigneti si trovano tra i 280 e i 418 metri di quota.
Per produrre i vini sotto la denominazione del Martina Franca DOC vengono sfruttati i vitigni bianchi classici della Puglia, gli autoctoni Verdeca, Bianco d’Alessano e Bombino, accompagnati dal Fiano e dalla Malvasia bianca. I primi due sono predominanti nell'assemblaggio mentre gli altri vengono sfruttati solo per una piccolissima percentuale. Il Verdeca e il Bianco d'Alessano sono tra i vitigni più sfruttati in Puglia nonostante non riescano a fornire vini di grande qualità. Anzi, il Verdeca era, ed è ancora, sfruttato come vino base per i Vermuth. Del Bianco d'Alessano invece si apprezza addirittura la neutralità, la chiarezza del vino e i gusti delicati. I due vitigni possono comunque assere affiancati da uve più piene in modo che possano aiutare il vino nei gusti. Insieme caratterizzano il vini per delle accentuate sfumature verdoline. I gusti sono neutri, leggeri, così come le profumazioni, improntate sui toni floreali. In genere si usano come vini per il consumo quotidiano, in quanto la loro semplicità li accompagna alle carni bianche, ai pesci e alle verdure.
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Il Martina Franca DOC nasce come denominazione di origine controllata dal decreto del 10 giugno 1969 per autorizzare la produzione di vini esclusivamente bianchi nei comuni di Martina Franca, Crispiano, Alberobello, Ceglie Messapico e Ostuni. È prevista un'unica tipologia generica, piu una versione spumante, che hanno per base ampelografica il Verdeca con una percentuale nell'assemblaggio dal 50 al 65%, Bianco d’Alessano presente dal 35 al 50%, e quindi il Fiano, il Bombino e il Malvasia bianca che possono essere presenti nell'assemblaggio per massimo il 5% del taglio.
Il disciplinare stabilisce a 13 le tonnellate per ettaro che devono indicare le rese massime delle uve, che una volta trasformate in vino dovranno garantire un titolo alcolico naturale di 10,00% vol.
Lo spumante può essere vinificato in tutte e tre le provincie coinvolte della denominazione, mentre il bianco fermo può essere vinificato anche a Locorotondo e Cisternino.
I produttori qui operano quasi tutti in ambito locale e non riescono ad imporsi a livello nazionale. Tra le varie cantine si può menzionare la Cantina Di Marco che vinifica il Marina. Qui il vino è leggero, paglierino, asciutto e delicato. Tutto lavorato in acciaio, viene coltivato con l'alberello basso, per essere vinificato e quindi abbinato con molti cibi. Si accompagna bene ai crostacei, alle cozze, agli antipasti magri, alle zuppe e alle uova.
Molte altre sono le cantine locali che forniscono vino sia sfuso che imbottigliato, che riforniscono i numerosi ristorantini e le tante osterie dell'entroterra pugliese. Per degustare questo vino allora bisogna andare nella sua zona di produzione e cercare nelle piccole osterie.
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