Bellone
Il Bellone è un vitigno a bacca bianca autoctono del Lazio, dove era conosciuto già in epoca romana e descritto da Plinio come
tutto sugo e mosto. Poi venne inclusa nel Bollettino Ampelografico del 1881 come parte della famiglia dei Belli, rilanciando anche la sua coltivazione per la produzione di vini sia in purezza che in assemblaggio.
È conosciuto e coltivato quasi esclusivamente nella regione, in particolare nell'area sud di Roma fino alla provincia di Latina, a partire dai Castelli Romani fino a Cori, includendo anche l'area litorale di Anzio e Nettuno. Lo si trova comunque anche in altre regioni, seppur raramente. Tra i vari sinonimi con cui è conosciuto vi è Cacchione, Uva Pane, Zinna Vacca, Pacioccone, Arciprete e molti altri. Il vitigno si presenta con grappoli di dimensioni medio grandi a forma cilindrica-conica, occasionalmente alati e a densità serrata. Le bacche sono anch'esse di dimensioni medio-grandi, sferiche, con bucce spesse gialle e striate di marrone, ricoperte di abbondante pruina. Il vitigno è molto vigoroso, con rese molto generose ma irregolari. Viene allevato con sistemi a media espansione su terreni vari, preferibilmente vulcanici e leggeri, come quelli dei Castelli Romani. Preferisce suoli fertili, ben drenati ma freschi. Presenta una certa sofferenza alla peronospora e al marciume, mentre resiste bene alle altre malattie. La maturazione è tardiva, nei primi dieci giorni di ottobre. Viene segnalata come una varietà calorica, ma con concentrazioni zuccherine alte e digeribili.
Il Bellone viene sempre più vinificato in purezza, grazie alla buona struttura e profumazione dei suoi vini. Questi sono giallo paglierino con belle venature dorate. La gamma olfattiva risulta molto fresca, con note fruttate mature al pompelmo e alla pesca, sfumate da fondi di miele e mandorla. Il palato è ben presente e corposo, con una bella alcolicità elevata e una chiusura amarognola. È un vino da bere giovane, entro due anni, con la classica cucina romana come le minestre con le fave o i risotti aromatizzati alle erbe. Immancabile l'abbinamento con il pecorino romano non stagionato ma è ottimo anche con gli antipasti di affettati magri e il pesce lacustre, specialmente in versione frittura classica del Lazio. In questa regione fa parte di molte denominazioni, come il Nettuno DOC ed il Marino DOC. Sempre nella regione lo si trova in purezza nelle denominazioni IGT, mentre in assemblaggio fa parte del disciplinare del Frascati DOC, del Velletri DOC, del Bianco Capena DOC, del Cori DOC, del Montecompatri Colonna DOC e del Zagarolo DOC.
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Sono molte le aziende locali che nel Lazio vinificano il Bellone in purezza. Per esempio la Cantina Sociale Cincinnato con più di 250 soci e 550 ettari vitati che ha puntato molto sulla qualità riducendo le rese abbondanti del vitigno tra le 6 e le 8 tonnellate per ettaro. I vigneti sono quelli classici dei Castelli Romani, vulcanici e argillosi, con il vino che viene vinificato in rovere per 10 giorni e poi affinato sui sedimenti della fermentazione per 8 mesi, una rarità per un vino bianco, che viene ulteriormente maturato in bottiglia ancora per 6 mesi. Ne risulta un vino dal colore paglierino carico e luminoso. La gamma olfattiva ne risulta quindi complessa, bisognosa di tempo per esprimere tutte le sue potenzialità, che una volta scoperte offrono aromi splendidi di ribes bianco, pesca stramatura, con speziature al pepe bianco e tocchi salmastri. Il palato è ben dotato e strutturato, complesso ed elegante. Il corpo è pieno, equilibrato tra una buona sapidità e una bella acidità che chiude con una bella persistenza al miele. È un ottimo abbinamento con i frutti di mare e con i risotti, ma anche con pesci strutturati.
Ottimo anche il Bellone IGT de I Pàmpini, in provincia di Latina ad Acciarella, sul litorale dove il vitigno viene coltivato con le tecniche biologiche che prevedono la vendemmia a metà settembre. Questo vino a differenza del precedente viene vinificato in acciaio per un vino profumato e fruttato, con aromi di pesca e pera mature e un palato ben presente, dal corpo pieno ed alcolico. È un ottimo abbinamento per i frutti di mare e i crostacei. Ottimo anche con la classica cucina romana, come i carciofi alla giudia, le minestre di verdure e legumi ma anche carni bianche e asparagi. Ottimo anche con pesci saporiti e molluschi.
Ottimo anche il Lentisco di Terra delle Ginestre, con la vendemmia manuale e la fermentazione parziale in legno di castagno. Bella la colorazione carica, con venature dorate antico. Grande naso penetrante e maturo, con frutta bianca e miele, e ancora mandorla. Al palato invece caffè tostato, su un fondo tutto affumicato dalla fermentazione in legno. Bella persistenza al palato, per abbinamenti con piatti equilibrati, pesce e verdure ma anche formaggi ben stagionati.
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