Varietà uva

La vite

La vite utilizzata in Europa e ormai nel resto del mondo per la produzione di uva sia da tavola che da vino è la vitis vinifera, divisa in moltissime varietà, oltre mille. Queste varietà sono moltissime grazie alla millenaria storia del vino, prodotto e amato fin dall'antichità, con l'uomo che ha provveduto a produrre numerosi incroci e a migliorare le specie esistenti.

Questo per migliorare la qualità di una bevanda alcolica amata da tutta l'umanità, con una forte accelerazione nelle nuove varietà in particolare a partire dall'Ottocento e soprattutto nel Novecento.

Le varietà più utilizzate sono diventate sinonimo stesso di vino, come lo Chardonnay o il Pinot Nero, mentre altre sono conosciute solo a livello locale, anche se forniscono vini di assoluto prestigio.

Il volume d'affari intorno alle uve è miliardario, con alcune grandi case che possono produrre alcune bottiglie dai costi altissimi.

Nella scelta delle varietà da coltivare sono molti i fattori in gioco, e non solo il tipo di vino che si intende produrre. Ad esempio è pressoché impossibile coltivare il Pinot Nero a sud, come non è possibile coltivare un uva meridionale al nord. Altre grandi uve, come nell'esempio classico del Nebbiolo, queste uve sono talmente radicate sul loro territorio d'origine che non riescono a fornire nemmeno lontanamente i grandi risultati che si evidenziano in patria.

Il clima è quindi fondamentale per la scelta delle varietà, poi il suolo e il sottosuolo rappresentano l'altro grande fattore per coltivazione.

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Le clonazioni e le variazioni varietali

Nella continua ricerca di una qualità migliore, sono numerosi gli incroci, le variazioni e le clonazioni eseguite nel corso dei secoli, in particolare negli ultimi due. Per clonazioni non si intendono chiaramente quelle generiche, ma quelle naturali, spesso ottenute per innesti.

L'indicazione varietale così come la intendiamo oggi indicata in etichetta come garanzia di qualità, è relativamente recente. Nasce nella California degli anni 60 e 70 del Novecento, quella che iniziò la coltivazione intensiva delle uve tentando, anche con un sufficiente successo, di imitare la grande Europa enologica. L'indicazione monovarietale, o varietale, ha evidentemente colpito i sensi degli appassionati, che da allora ricercano sempre più vini di questo tipo.

Inoltre sono molte le variazioni spontanee che le uve subiscono. Basta guardare alla famiglia dei Pinot, così grande e variegata.

Dall'Ottocento, la botanica ha iniziato a studiare le piante in modo molto scientifico, e di questo ne ha tratto molto giovamento la produzione di vino, che inizia proprio dalla vigna.

Se i padri dell'enologia antica sono considerati i Greci, i primi a cominciare la coltivazione scrupolosa dei vigneti secondo basi scientifiche, il padre dell'ampelografia moderna è considerato il professore dell'Università di Montpellier Pierre Galet, grande conoscitore delle uve francesi e nato nel 1921.

Le varie varietà vengono differenziate per la forma e la grandezza delle foglie, dei grappoli e degli acini, per il loro colore ma anche per i diversi cicli vegetativi. Alcune sono fornite di un legno particolarmente duro, che le rende molto resistenti al freddo, mentre altre soffrono molto meno la siccità.

Quasi tutte le varietà oggi utilizzano portinnesti americani, a causa della crisi della fillossera che colpì le uve europee nell'Ottocento. Questo perché le viti americane sono immuni a questa farfalla.


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Varietà uva: Le varietà più coltivate

ChardonnayDelle moltissime varietà presenti in tutto il mondo, oltre mille, sono una ventina quelle più coltivate, presenti in tutto il mondo, che occupano una fetta consistente del mercato. Conosciute in tutto il globo, queste viti sono considerate spesso nobili per la qualità dei loro vini.

Secondo delle statistiche americane stabilite sulla superficie vitata, sono presenti molte viti spagnole, anche se non propriamente tutte di qualità. Con quasi mezzo milione di ettari l'Airen Blanco, spagnolo, è l'uva più coltivata, anche se semisconosciuta e utilizzata per lo più nei vini da tavola.

La Garnacia e il Carignano sono le altre uve più coltivate, con superfici vitate di poco inferiori. Non sono di grande qualità, in particolare il Carignano che fornisce vini anonimi, tranne che in Sardegna, ed è sfruttata solo per le alte rese. Il Trebbiano, chiamato in Francia Ugni Blanc, è un'altra uve di questo tipo.

Prima tra le grandi uve di qualità è il Merlot, con più di 150 mila ettari coltivati, seguito dall'altra importante nobile delle uve rosse, il Cabernet Sauvignon con qualche migliaio di ettari vitati in meno. Lo Chardonnay invece viene coltivato su quasi 100 mila ettari, seguito dall'italianissimo Sangiovese. Grandi estensioni anche per il siciliano Catarratto, con circa 80 mila ettari. Molto presente anche il Moscato d'Alessandria, con cui si ottengono i grandi passiti italiani a Pantelleria, ma coltivato anche in moltissimi altri luoghi.

Il Pinot Noir, abituato al freddo, e il Sauvignon blanc invece, vengono coltivati ovunque su 60 mila ettari ciascuno circa.


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