Elba Aleatico Passito o Aleatico Passito dell’Elba
Come si può facilmente intuire anche dal nome del vino che stiamo analizzando, l'area in cui viene prodotto corrisponde all'Isola d'Elba, in provincia di Livorno.
All'interno di questa isola, la viticoltura era una tradizione che si tramandava da secoli, almeno fin dal momento in cui si verificò la dominazione delle popolazioni di origine etrusca, che presero possesso proprio di questi territori.
Ad ogni modo, non mancano le testimonianze storiche, visti i numerosi reperti che sono stati rinvenuti proprio in questi luoghi, che si riferivano anche al periodo romano: alcuni dei quali, addirittura, potevano vantare un uso che si poteva paragonare alla conservazione e al trasporto odierno del vino.
Tutto ciò non fa altro che confermare quanto rigoglioso fosse, anche in quel periodo storico, il commercio del vino e, come se non bastasse, dimostrò ancora una volta come la Toscana era sicuramente una delle regioni maggiormente tenute in considerazione da questo punto di vista.
Anche nel medioevo la produzione di vino non era minimamente calata, ma si mantenne su ottimi livelli, sopratutto grazie all'indubbio ruolo strategico svolto dalla vicina Pisa, che favorì le esportazioni verso tutto il resto della Toscana.
Nel corso del 1595 Ferdinando I della famiglia De' Medici, ebbe l'intuizione di emanare un folto gruppo di norme che aveva principalmente lo scopo di tutelare e dare un'adeguata protezione ai vigneti, contro i danni e i pericoli derivanti dal bestiame.
Qualche anno più tardi, il Granduca Leopoldo di Lorena decise di dare un'adeguata normativa alla vendita di vino nel comune di Portoferraio.
Era sempre una delle tante decisioni che ebbero a che fare con lo sviluppo sempre più crescente della vinicoltura.
Nel periodo compreso tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, la viticoltura era ormai diventata una delle più importanti ed essenziali risorse da sfruttare per quanto concerne l'economia elbana.
E' sufficiente pensare, infatti, che circa un quarto dell'intera superficie dell'isola d'Elba era ricoperta da territori destinati proprio ai vigneti.
Il dopoguerra portò con sé anche una nuova risorsa da sfruttare per l'isola: si tratta del turismo, che ha avuto, però, l'effetto collaterale di diminuire in modo sostanziale la superficie di terreni coltivati con vigneti.
Nel corso dell'ultimo periodo, però, stiamo assistendo ad una netta inversione di tendenza, dal momento che si è verificata, dati alla mano, un'ottima crescita sia per quanto concerne la qualità, ma anche sotto il profilo quantitativo, della produzione dei vini all'interno dell'isola d'Elba.
Indubbiamente il vino che può vantare il maggior pregio e le peculiarità più importanti è rappresentato dall'Aleatico dell'Elba Passito, che si ricava da delle uve del comune di Aleatico, che hanno la particolare caratteristica di dover subire un periodo di almeno dieci giorni di appassimento all'aria aperta.
Ovviamente il vino di Aleatico è un ottimo rosso, che viene coltivato, nella maggior parte dei casi, all'interno della regione Toscana, ma riscuote un buon successo anche la produzione del Lazio, senza dimenticare quella pugliese.
Per molti esperti, il vino Elba Aleatico Passito non rappresenta altro che una mutazione di natura genetica del Moscato Bianco.
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Concentrandoci sulle vere e proprie caratteristiche “fisiche” di questo interessante vino rosso toscano, possiamo sottolineare il colore rosso rubino, particolarmente intenso nei primi anni di età.
L'odore dell'Elba Aleatico Passito si dimostra sempre piuttosto forte e molto caratteristico, rispecchiando alla perfezione il luogo in cui ha avuto origine.
Una volta degustato, questo vino rosso toscano presenta un sapore tipicamente dolce, armonico e piuttosto ricco di corpo.
Stiamo parlando di un ottimo vino da meditazione, che deve essere sempre accompagnato a particolari pietanza, dato che non presenta un'ampia gamma di adattamento.
In modo particolare, uno dei principali abbinamenti gastronomici di questo vino rosso toscano è rappresentato dall'ottimo rapporto che intrattiene con la “schiaccia briaca”: si tratta, in poche parole, di un caratteristico dolce dell'isola d'Elba, che viene realizzato con tutta una serie di pezzi di frutta secca.
Il vino d'Elba Aleatico Passito, riesce anche ad essere ottimamente servito con delle crostate a base di frutta, nonché con dolci e torte che vengono realizzate con creme e frutti di bosco.
La temperatura a cui deve essere obbligatoriamente servito questo vino si deve mantenere sempre tra 12 e 14 gradi centigradi.
Non dobbiamo dimenticare come un prodotto vinicolo deve essere sempre di qualità: ecco spiegato il motivo per cui la resa massima dell'uva in vino non raggiunge mai una percentuale superiore al 35%.
La produzione di uva più importante, per ettaro naturalmente, non raggiunge mai una quantità superiore ala soglia di sette tonnellate.
Le uve, nel periodo in cui si effettua la raccolta, devono presentare un titolo alcolometrico volumico naturale pari all'11,5%.
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