Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Ci sono vitigni, in Italia, coltivati in maniera più o meno intensiva praticamente in tutte le regioni, con risultati quasi sempre eccellenti. E' il caso dello Chardonnay, ma anche del Trebbiano, della Falanghina, del Refosco, e di tanti altri ancora, tra cui è impossibile non includere la Malvasia, un vitigno a bacca rossa importato prima in Italia meridionale e da lì allargato a tutte le altre regioni. In Piemonte, tale specialità viene utilizzata per l'ottenimento di vini rossi d'autore, prodotti soprattutto nell'area collinare che circonda la città di Asti. E' il caso, ad esempio, della Malvasia di Casorzo, ma soprattutto della Malvasia di Castelnuovo Don Bosco. Questo vino vede la luce in tre varianti differenti (tranquillo, frizzante e spumante), le quali sono tuttavia originarie della medesima zona di produzione, comprendente comuni dell'astigiano, quali Moncucco, Pino d'Asti, Albugnano, Passerano Marmorito, Bersano e, ovviamente, Castelnuovo Don Bosco. In fase di vinificazione, per ottenere questo tipo di Malvasia, ci si serve di uve Malvasia di Schierano e di una piccola percentuale di uve Freisa.
Basta giungere alle prime fasi dell'esame delle caratteristiche organolettiche, per capire che ci troviamo di fronte ad un rosso che ha preso tutte le proprietà delle uve dalle quali vede la luce. A cominciare dal colore, che è di un rosso cerasuolo acceso e vivissimo, proseguendo per l'odore, che racchiude tutta la fragranza e il profumo tipici delle uve Malvasia: al naso questa varietà è tipicamente vinosa ed allietata da lievi note dolci. Per quanto concerne il sapore, è dolce e leggermente aromatico, mentre soffermandoci sulla gradazione alcolica possiamo dire che questa può raggiungere al massimo gli 11 gradi. Particolare attenzione va posta alla fase di invecchiamento, che per consentire a questo vino di dare il meglio di sé, deve durare il giusto tempo. Per questo motivo, è meglio tener presente che questo vino non va conservato molto a lungo: un periodo compreso tra gli 8 e i 12 mesi è perfetto per la versione Tranquilla, anche troppo abbondante per le versioni Frizzante e Spumante. Il discorso relativo agli abbinamenti ci vede, di fronte a questa specialità, cominciare non dagli antipasti, non dai primi piatti, né dai secondi, ma dal desserts, in quanto siamo di fronte ad un rosso che diventa eccezionale in accompagnamento alla pasticceria fine ed artistica (uno dei dolci migliori che si possono abbinare a questi calici è senza ombra di dubbio la millefoglie alla crema), ma è da provare anche su una buona macedonia di frutta fresca. Chiudiamo il focus sulla Malvasia di Castelnuovo Don Bosco soffermandoci sulla temperatura di servizio, che varia a seconda della tipologia di cui parliamo. Se ci interessa la Malvasia Tranquilla, è sbagliato servirla ad una temperatura superiore ai 14 gradi (l'ideale è 12), mentre se ci troviamo di fronte alla Malvasia Frizzante o Spumante, serviamola pure piacevolmente fresca, ad una temperatura compresa tra gli 8 e 10 gradi centigradi.
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Da tempo immemore, ormai, l'astigiano è considerata una delle più preziose e fedeli roccaforti dell'enologia italiana: un territorio solcato da vigneti e vitigni di ogni specie, da cui vedono la luce specialità che rappresentano un vanto per l'intera nazione, e sono acquistabili presso decine di cantine ed aziende agricole specializzate. Una delle più conosciute ed apprezzate è sicuramente l'Azienda Agricola Bava, fondata nel lontano 1911 a Cocconato (AT) ed ancora oggi impegnata nella produzione in ambito enologico, basata su principi e tecniche moderne e su una filosofia aziendale che da sempre privilegia l'ammodernamento, nel rispetto delle tradizioni. Lungi dal rappresentare una semplice azienda, Bava è un punto di riferimento internazionale nella diffusione e nell'esaltazione del connubio tra arte, cibo e cultura: vanta presenza ad alcuni tra i più importanti eventi del mondo in ambito enogastronomico.
Chi invece volesse fare un salto nel cuore della zona di produzione della Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, non può che varcare la soglia della Cascina Gilli, situata proprio nel basso Monferrato, tra Albugnano e Castelnuovo Don Bosco, su un crinale di colline a terra bianca dove da secoli vengono coltivati vigneti e prodotti vini d'eccezione. La Cascina si sviluppa intorno ad uno splendido edificio del XVIII secolo, circondato da 20 ettari di terreno interamente adibito alla coltivazione di vitigni quali la Malvasia, ma anche la Bonarda e la Barbera. Non a caso, le specialità migliori che è possibile acquistare varcando la soglia della Cascina Gilli sono la Barbera d'Asti, la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, la Freisa d'Asti e la Bonarda.
A Costigliole d'Asti, sulla via Asti-Nizza, sorge invece l'Azienda Vitivinicola Sciorio, che prende il nome dal luogo in cui è situata, a Costigliole ed è gestita da generazioni dalla famiglia Cozzelino. Si estende su una superficie complessiva di sei ettari di terreno, adibiti alla coltivazione Sauvignon Blanc, Malvasia, Cabernet Sauvignon, Bonarda, Barbera e Syrah.
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