Solopaca

La zona vinicola

La zona vinicola del Solopaca coincide in parte con quella del Guardia Saframondi (o Guardiolo), e si estende nella parte nord est della provincia di Benevento. Ci troviamo a ridosso dell'area a nord del Monte Taburno. Qui la geologia del territorio è caratterizzata dalla forte presenza di calcare, con una litologia prevalentemente collinare formatasi insieme all'emersione del fondo marino dell'antico mare della Tetide che ha dato vita agli Appennini. Da qui la presenza del calcare, caratteristica costante in tutta Europa, stratificato dai sedimenti di antiche conchiglie marine in epoca preistorica. Abbiamo quindi una serie di colline calcaree con una superficie ghiaiosa intervallata da ciottoli ammassati a cui si mescolano arenarie e calcare. La zona trae origine nel Terziario, durante un periodo di attività vulcanica che ha lasciato segni indelebili sul territorio con una buona presenza di tufo stratificato con pomice. Altri segni dell'antica attività vulcanica originaria e coadiuvante all'emersione sono i cristalli di pirosseno e le foglie di mica. Da questa attività deriva anche l'alta percentuale di potassio nei terreni, minerale sinonimo di fertilità e crescita vegetativa.

Riassumendo i terreni su cui vengono coltivate le viti sonno un misto di calcare, argilla e silicio, che hanno un risultato gradevole nel vino con una buona acidità e una ricchezza di aromi nelle bucce. Si aggiunge qualche raro masso di granito che non fa parte della classica formazione dell'area, che proviene invece dall'emersione dei fondali e che quindi offre strati sedimentati di fossili marini misti a calcedonio e selce, tutte formazioni classiche di antichi bacini lagunari presenti nell'area una volta costituente una depressione a meridione del monte Taburno.

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I vitigni bianchi

Per produrre il Solopaca bianco vengono sfruttati i vitigni Trebbiano Toscano, Falanghina, Coda di Volpe, Malvasia Toscana e Malvasia di Candia, che qui in zona prende molto spesso il nome di Cerreto. Il Trebbiano Toscano è predominante nell'assemblaggio, tranne che nella spumantizzazione ma viene prodotta anche la tipologia mono-vitigno Falanghina.

Il Trebbiano Toscano sappiamo essere un'uva sfruttata per il suo apporto quantitativo e non certo qualitativo, ma nel Solopaca pur essendo maggioritaria lascia ampio spazio alle altre uve molto aromatiche (il 40% del taglio). Si hanno quindi delle buone mescole con il Falanghina, uva oramai considerata tra le migliori del sud, e le classiche Malvasie, molto apprezzate, o il buon Coda di Volpe. Falanghina e Coda di Volpe sono due uve autoctone della Campania, molto antiche e conosciute già ai Romani e agli antichi coloni Greci. Entrambe sono probabilmente state trovate già nell'area dai primi, e quindi essere completamente italiane. La Malvasia invece appartiene a quella grande famiglia delle Malvasie che non ha delle genesi in comune quanto piuttosto delle caratteristiche. I vini che ne derivano hanno buona aromaticità, gusti più o meno secchi a seconda dell'assemblaggio e trovano gli abbinamenti più svariati con il pesce e le verdure ma anche con alcuni primi.

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Il Solopaca DOC bianco

Solopaca DOC Il Solopaca DOC nasce dal decreto ministeriale del 30 ottobre 2002 per autorizzare la vinificazione in bianco, rosso e rosato nella zona delimitata dai comuni di Solopaca, Castelvenere, Guardia Sanfrondi, San Lorenzo Maggiore, Cerreto Sannita, Faicchio, Frasso, Telesino, Melizzano, San Lorenzello, San Salvatore Telesino, Telese e Vitulano in provincia di Benevento.

Per la produzione di vini bianchi sono autorizzate le tipologie Solopaca Bianco, Solopaca Falanghina, e Solopaca spumante. Vi è anche la menzione Classico che riguarda i vini prodotti nelle tre tipologie nella sola zona del comune di Solopaca.

La base ampelografica per la tipologia Solopaca bianco prevede l'impiego del Trebbiano toscano con percentuali che vanno dal 40 al 60%, mentre il restante assemblaggio vanno usati il Falanghina, il Coda di Volpe, il Malvasia Toscana e il Malvasia di Candia, con i due Malvasia che però non dovranno eccedere il 20%. La tipologia mono-vitigno Solopaca Falanghina invece prevede l''impiego dell'uvaggio menzionato con il classico 85% minimo. Nella tipologia Solopaca spumante invece l'assemblaggio è con il Falanghina per almeno il 60% mentre gli altri vitigni possono unirsi fino al 40%. Le rese massime delle uve sono fissate a 15 tonnellate per ettaro.


I produttori

Il Solopaca è una denominazione abbastanza recente che si f apprezzare ancora quasi esclusivamente in ambito locale. Tra i tanti c'è l'Antica Masseria Venditti che vinifica alcuni Solopaca in bianco e in rosso.

Il bianco è il Solopaca Bianco Bacalàt, con tanto Falanghina dentro e un pochino di Greco al posto delle altre uve classiche dell'assemblaggio di questa denominazione. Ne risulta un vino paglierino con belle e preziose sfumature dorate. Bella presenza nella gamma olfattiva della pesca, dell'albicocca e dei fiori d'arancio. Il palato denota buona morbidezza ed elevata sapidità. La chiusura è lunga. Ottimo con le verdure grigliate.




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