Sannio

La zona vinicola

La zona vinicola del Sannio DOC coinvolge una porzione di territorio storicamente importante nella storia del nostro paese che vedeva antiche popolazioni protagoniste nel bene e nel male della formazione della civiltà romana, con scontri e battaglie nel cuore di una delle zone più ostiche all'agricoltura e alla viticoltura, al centro della zona campano-molisana a ridosso dell'Irpinia, sugli Appennini. La provincia interessata è quella di Benevento, dove la morfologia dell'area si presento ricca di valli e alte colline ripide, solcata da torrenti e corsi d'acqua fluviali di grande suggestione. Questa infatti era la terra dei temibili Sanniti, integrati nel corso di un secolo dai Romani non senza apri conflitti armati.

Dal punto di vista geologico l'area si segnala per le formazioni rocciose affioranti di stratificazione pelitico-evaporitica originatasi in epoco Messiniana dove in superficie si riconoscono tre diverse conformazioni quali Calcareniti e marne, Argilliti policrome e Argilliti con gessi.

Nelle viscere della terra invece la composizione geologica ascendente dal basso vede la presenza di Flysch Rosso, seguito del Flysch Numidico e quindi da una serie di arenacee, argille di diversi colori di tipo Fortore e quindi, nello strato più alto, ci sono in serie stratificazioni di marne e calcari pelitici e quindi ancora, in uno strato del Miocene, sedimenti di silicio clastico che videro la loro origine da marne arenitiche e da tufi e quarzi. Questa parte, detta Flysch Numidico, viene seguita dalle Arenarie di San Giorgio. Il territorio vede dunque una ricca presenza di materiali minerali derivati da queste formazioni geologiche di varia natura, che contribuiscono però al nutrimento della vite. La presenza di calcare e silicio rappresenta uno di questi nutrimenti, come si sa, fondamentale per le viti europee adattate a questo tipo geologico di terreno quasi onnipresente in Europa.

Il clima è semi-continentale, grazie alla presenza degli Appennini, con inverni non propriamente rigidi ma comunque freddi e spesso nevosi e umidi. Quindi le estati risultano fresche e non soffocanti, con le uve piantate che devono amare questo tipo di ciclo climatico.

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I vitigni bianchi

I vitigni bianchi utilizzati per vinificare in bianco il Sannio DOC sono molti. Si utilizzano principalmente il Trebbiano toscano e il Malvasia Bianca di Candia, e poi il Coda di volpe, il Fiano, il Greco, il Falanghina e il Moscato. Questo perché vengono prodotte numerose tipologie di vino e quasi tutte anche monovitigno. Sono tutte uve molto aromatiche, a parte il Trebbiano che come sappiamo viene utilizzato ma per ottenere quantità da tagliare con altre uve qualitativamente migliori.


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Il Sannio DOC bianco

La denominazione di origine controllata Sannio nasce con decreto ministeriale del 5 agosto 1997 per disciplinare la vinificazione di bianchi, rossi e rosati nelle tipologie fermo, spumante e passito in tutta la provincia di Benevento. Il bianco generico vede una base ampelografica composta dal Trebbiano toscano e dal Malvasia Bianca di Candia in purezza o in assemblaggio per almeno il 50%, mentre il restante 50% può essere occupato da altre uve autorizzate dalla regione come quelle menzionate al paragrafo precedente.

Vengono prodotte anche le tipologie Coda di volpe, Coda di volpe Passito, Coda

di volpe spumante e spumante di qualità, Fiano, Fiano Passito, Fiano spumante e spumante di

qualità, Greco, Greco Passito, Greco spumante e spumante di qualità, Moscato, Moscato Passito,

Moscato spumante e spumante di qualità. Tutti questi monovitigno devono essere prodotti con almeno l'85% del vitigno menzionato in etichetta. A questi si aggiunge il monovitigno Falanghina ma solo in versione ferma. Vi sono poi numerose sottozone vista anche la grande estensione della denominazione. Troviamo quindi la sottozona di Guardia Sanframondi o Guardiolo che coinvolge i comuni di Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore, San Lupo e Castelvenere. Vi è la sottozona di Sant'Agata dei Goti che include il solo omonimo comune. Poi la sottozona del Solopaca, per i comuni di Solopaca, Castelvenere, Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore, Cerreto Sannita, Faicchio, Frasso Telesino, Melizzano, San Lorenzello, San Salvatore Telesino, Telese e Vitulano. Il cuore di questa vasta area vede un'ennesima sottozona, quella del Solopaca Classico. Poi vi è la sottozona del Taburno, per i comuni di Apollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Torrecuso, Ponte, Benevento, Cautano, Vitulano e Tocco Caudio.

Inoltre si puo utilizzare la menzione Metodo Classico per lo spumante lavorato tramite il detto metodo, ovvero quello della seconda fermentazione in bottiglia per gli spumanti vinificati con l'Aglianico, il Greco e la Falanghina in purezza o in assemblaggio.

Le rese massime vengono così stabilite: per il Sannio Bianco e Bianco frizzante e la sottozona Solopaca generico 14 tonnellate per ettaro; per le sottozone Guardia Sanframondi, Solopaca Classico e Taburno di 12 tonnellate mentre per il Sant'Agata dei Goti di 10 tonnellate.

Per i monovitigno il disciplinare prevede diverse rese massima dipendenti dalla sottozona, comunque sempre comprese tra le 10 e le 12 tonnellate per ettaro. Grande anche la varietà nei gusti dei vari vini, divisi per tipologia, sottozona e vitigno.


Le aziende

Molte le aziende e mediamente alto il livello qualitativo. Tra gli specialisti vi è l'Antica Masseria Venditti con numerosi prodotti, tra i quali il Sannio Falanghina Vàndari di un bel colore paglierino a riflessi dorati. Buona profumazione alla frutta gialla matura, camomilla ed erbe aromatiche. Equilibrato il palato che chiude con gusti di mandorla. Ottimo per le grigliate di pesce.




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