Cilento

La zona vinicola

Per Cilento si intende una piccola regione a caratteristica prevalentemente montuosa della Campania meridionale che una volta veniva definita parte della Lucania nonostante l'area geografica sia compresa tra i golfi di Salerno e Policastro. Si tratta di una penisola il cui nome deriva dai suoi confini geografici settentrionali, rappresentati dai monti Alburni, e orientali. Con il Vallo di Diano, ma in particolare dal fiume Alento che ne delimitava il vero confine. Cilento proviene infatti da Cis Alentum, che significa al di qua dell'Alento.

L'area non è del tutto montagnosa e presenta anche alcune pianure e piccole falesie costiere. Lo splendido paesaggio è piuttosto variegato tra roccia e sabbia ma la geologia del territorio ci dice che l'area è a forte presenza di formazioni carsiche con molte grotte costiere e interne. A parte la valenza estetica di questi fenomeni, vi sono anche delle precise variabili ambientali con piccoli microterroir ed ecosistemi. Quest'area fu una delle prime abitate e colonizzate dell'Italia, come le numerose testimonianze archeologiche attestano. La zona interna geologicamente nasce nel Miocene che vide l'emergere dai fondali marini di ampi territori. Da qui la natura carsica del territorio con la sedimentazione di conchiglie fossili, mentre per l'area litoranea è del periodo recente del Olocenico, risalente ad appena 10.000 anni fa.

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I vitigni bianchi

I vitigni rossi principali per produrre il Cilento DOC sono il Fiano, il Trebbiano Toscano, il Greco Bianco e la Malvasia Bianca. Tra questi il Fiano è il più importante tra questi e ha diritto anche alla menzione monovitigno. Il Fiano è antichissimo e risale alla colonizzazione greca del VII secolo avanti Cristo. Oggi chiaramente è divenuta autoctona anche se l'origine viene confutata anche da diverse ipotesi non dimostrate. Troviamo infatti il Fiano nominato per la prima volta solo nel Bollettino Ampelografico del Regno di Napoli dei primi dell'Ottocento, dove viene descritto diffuso in Irpinia, in Puglia e in Basilicata, dove arrivò nel XIII secolo grazie a Carlo II d'Angiò. Il Fiano ha un grappolo piccolo e piramidale, alato e molto serrato. I chicchi sono medi ed ellittici. La buccia è spessa, color oro e con poca pruina. Si segnala per vigoria e alta fertilità, ma anche per una produzione modesta dal punto di vista quantitativo. La qualità invece è notevole, specialmente in questo territorio ricco di terreni vulcanici anche se il vitigno ha ottimi comportamenti anche sui terreni pesanti e argillosi. L'Irpinia è la sua area ideale anche dal punto di vista climatico in quanto il vitigno ama le forti escursioni termiche con inverni rigidi e fresche estati. Qui il vitigno viene coltivato tra i 400 e i 700 metri di quota. Il vitigno matura tra i mesi di settembre e ottobre. I vini sono ottimi, specialmente se vinificati in purezza. Infatti si hanno vini aromatici e solidi, con decise strutture e profumi. Il Fiano si è trasformato negli ultimi decenni tornando ad essere un vitigno importante, con vini anche da invecchiare, quando una volta venivano sfruttati solo per la produzione di vini da tavola dolci e frizzanti. Le varie microzone definite nel paragrafo precedente creano differenti “Fiani”, tutti di ottima qualità in concorrenza fra loro. Alcuni sono equilibrati, altri opulenti mentre in altre zone sono minerali ed in altre delicati. Questi vini stanno comunque divenendo importanti, con bei profumi alla nocciola tostata, alla pera e alle spezie. Ottimo palato per vini dagli abbinamenti importanti con i crostacei e i frutti di mare, spaghetti allo scoglio e altre pietanze di pesce.


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Il Cilento DOC

il cilentoLa denominazione di origine controllata Cilento DOC venne istituita dal decreto del 28 febbraio 1995. Autorizza la produzione di vini bianchi e rossi nei territori comunali di quasi 40 comuni.

Le uve autorizzate per la produzione di bianchi sono le sopra menzionate Fiano, Trebbiano Toscano, Greco e Malvasia Bianca. Nella tipologia Cilento bianco il Fiano deve essere presente tra il 60 e il 65%, il Trebbiano toscano dal 20 al 30% e i due, Greco bianco e Malvasia bianca, dal 10 al 15%. Nel Cilento con menzione monovitigno Fiano, quest'uvaggio deve essere presente con un minimo del 85%. Negli assemblaggi si possono utilizzare per massimo il 15% anche altre uve bianche iscritte negli albi regionali. Il disciplinare autorizza gli impianti solo in posizione collinare su terreni silicio-calcarei posti a quote non superiori a 450 metri se si esclude il comune di Moio della Civitella autorizzato fino a 550 metri. Le rese dei vigneti invece devono essere limitate a 10 tonnellate per ettaro, mentre il vino deve avere una gradazione alcolica minima di 11,00% vol per il Bianco generico e di 12,00% vol per il Fiano monovitigno.

Quest'ultimo è più aromatico e qualitativo della tipologia generica. Trova ottimi abbinamenti come descritto nel paragrafo precedente.


Le aziende

Tra i vini segnaliamo il Cilento Bianco di Alfonso Rotolo con le sue coltivazioni a Fiano sulle colline del Cilento tra i 320 e 500 metri di quota. Il vino è paglierino e dal profumo fruttato e floreale dove gli aromi primari sono quelli della ginestra e della mandorla. In bocca risulta fresco, con richiami alla gamma olfattiva e una lunga chiusura.




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