Teroldego

La varietà

Il Teroldego è un vitigno rosso molto antico, di provenienza forse veronese, della zona del Garda, ma che si coltiva solo nella zona del Campo Rotaliano, in Trentino, che si trova nella Valle dell'Adige. Per questo motivo viene chiamato più specificatamente Teroldego Rotaliano. L'origine veronese è supposta perché attorno al Lago di Garda una volta si coltivava un'uva molto simile con il nome di Tirodola derivato dal sistema d'allevamento utilizzato per coltivarla, detto con le tirelle. La prime menzioni storiche certe compaiono nei lavori di Pollini e nel classico di Acerbi ai primi dell'ottocento, e poi successivamente negli Annali dell'Agricoltura del Regno d'Italia una volta unificata l'Italia, nel tentativo da parte del nuovo stato italiano di mettere ordine e di dare un'identificazione botanica a tutte le specie italiane. Nel 1894 comunque Mach riusci a dare una prospettiva esaudiente alla necessità di conoscere questo splendido vitigno che geneticamente trova delle similitudini con il grande Lagrein, il sontuoso Syrah e il Marzemino. Si presenta con dei grappoli di dimensioni medio-grandi, lungo e piramidale, molto alto e di compattezza media. I chicchi sono sferici e di media grandezza con le bucce spesse e ben pruinose, blu scuro tendenti al nero. Viene coltivato su terreni ben drenati, leggeri, con sistemi di allevamento lunghi per la ricerca del sole. Tra i vantaggi che offre ci sono delle rese alte e costanti, mentre tra gli svantaggi si segnala una certa sofferenza alla peronospora e all'oidio, attacchi frequenti dei ragnetti, e sofferenza sia al disseccamento che al marciume nei periodi particolarmente umidi.

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I vini del Teroldego

Il Teroldego di Maso Il Teroldego è un ottimo vitigno da vinificare in purezza o assemblare con altre uve per dar luogo ad ottimi vini del Trentino. Riesce a fornire vini dal colore profondo, fruttati e vivaci, con poca concentrazione di tannini e ma una buna acidità, da bere in gioventù e non da invecchiamento.

Nell'impianto olfattivo regala anche intense sensazioni floreali, con la viola che si immerge in nette note di ciliege e lamponi spesso finite con sentori dolci di mandorla. Non esprime, se non raramente, speziature. Al palato risulta comunque morbido, ben secco grazie alla sua acidità con una chiusura leggermente amara. Va servito intorno ai 16-18 gradi centigradi e nei rari invecchiamenti si può arrivare anche a 20 gradi. Trova ottimi abbinamenti con la carne rossa, i formaggi di media stagionatura, gli arrosti e le carni alla brace.

Viene vinificato anche rosato, con gusti e abbinamenti simili ma più morbidi e meno saporiti.

Dal 1971 ha una sua denominazione di origine con vinificazioni anche nella tipologia Riserva e Superiore, mentre il rosato, sempre DOC, viene chiamato anche Kretzer.

I produttori, vista la piccola estensione vitata di questo vitigno, sono pochi ma tutti di ottima professionalità, in grado di vinificare vini di grande fattura, nella zona di Mezzocorona e San Michele Appiano.


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I produttori

Un grande Teroldego in purezza viene prodotto sotto la denominazione IGT da Bolognani, con il suo Armillo limitato a circa 3000 bottiglie l'anno dal colore porpora. Il naso esprime i frutti classici del Teroldego, i mirtilli e il bosco ma con belle speziature di cannella e noce moscata rifinite dai toni vegetali dell'humus e le sfumature floreali della viola. Il palato è sapido e dotato di mineralità e struttura, setoso e più tannico della media, grazie agli 8 mesi passati in barrique. Da provare con la pernice ai funghi.

Tra i produttori non poteva mancare la Cantina Rotaliana di Mezzolombardo con tre ottimi Teroldego. Il Clesurae esprime un naso complesso, in cui i frutti di bosco si mescolano con l'eucalipto, il cacao e la grafite su un fondo floreale di viole. Grande palato persistente e anche leggermente tannico, con fondi minerali, per la lepre in umido. Il Superiore invece risulta piu morbido, con nette profumazioni di caffè e cuoio che seguono i frutti di bosco. Fresco e tannico ma molto morbido, è un vino che si presta ad accompagnare la lepre alle erbe aromatiche. Il Riserva invece aggiunge le spezie nere e la terra bagnata ai frutti di bosco, con tocchi balsamici anche al palato. Da provare con formaggi stagionati o fusi al coccio. Per i meno esigenti produce anche l'etichetta rossa, più fresco e giovane, solo fruttato, da provare con le braciole di maiale.

Da Concilio abbiamo un altro Teroldego di spessore, il DOC Braide, in cui il colore si fa violaceo e i frutti di bosco si accompagnano all'humus. Molto vivace al palato, risulta morbido con tannini dosati. Ottimo con il salame d'oca.

Endrizzi vinifica l'IGT Gran Maestro, con il nome che ben descrive questa lavorazione piena di frutta secca, cioccolato al latte e confetture che si esprimono al naso. gran palato, morbido e amabile per un vino prodotto dall'appassimento delle uve. Ottimo con il cervo sui mirtilli. Il Maso Camorz Riserva viene invece vinificato DOC, con lampone e ribes ad aprire un naso pieno di caffè e cacao. Ben fruttato anche al palato, con richiami balsamici in chiusura. Per lui un abbinamento con l'agnello alla menta.

In IGT viene invece vinificato il Granato di Foradori, un vino di razza, nobile, tra i migliori sul panorama internazionale. Colore denso, fitto, con un naso complesso che apre con la viola prima di cedere il posto ai frutti di bosco e cambiare ancora con il caffè rifinito dall'anice. Grande setosità al palato, equilibrio e sapidità, con una chiusura lunghissima ammandorlata. Ottimo con il maiale al ginepro.




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