L'impianto del vigneto
Anche se la maggior parte dei vigneti è già impiantata, ogni coltivatore deve necessariamente progettare i nuovi impianti, in relazione a molti fattori, inclusi il rimpiazzo dei vigneti vecchi ormai in via di esaurimento di risorse o l'impianto di nuove varietà che si intendono iniziare a produrre nel futuro. Oppure coltivatori che intendono cimentarsi nelle coltivazioni delle uve da vino.
L'età media dei vigneti è di circa 45 anni, ma alcuni vigneti hanno una vita media di 20 e altri possono arrivare anche a 80 anni. Questo dipende dalla varietà, e incide sulle produzioni, che entrano nel loro periodo migliore dal settimo anno di eta circa fino al ventesimo, trentesimo anno nei vitigni che hanno una vita media di 40, 50 anni. Dopo questo periodo i vigneti iniziano la loro vecchiaia, un po come gli umani, e la loro produttività si riduce lentamente ma sensibilmente.
I vigneti vanno quindi rimpiazzati regolarmente, anche se questo significa chiaramente in un arco di tempo di qualche decennio. Anche nel caso in cui un coltivatore acquisisca nuovi terreni che intenda utilizzare per la coltivazione delle uve, o rimpiazzare le sue varietà con altre più appetibile o più modaiole, come spesso è accaduto nel corso degli anni con l'esplosione delle uve francesi piantate un po ovunque, dovrà progettare il suo vigneto in modo da avere delle buone rese e una buona qualità, in tempi relativamente brevi, sempre nel rispetto dei processi naturali della pianta.
Oggi, tutte queste operazioni, sono regolate per legge, a tutela del consumatore e degli stessi coltivatori che intendano adottare comportamenti corretti, contrariamente a qualche furbacchione che intende la natura solo come fonte di profitto. La legislazione regola anche le norme sia per la topografia del vigneto, integrando anche le norme del lavoro.
La legge che regola l'impianto, o il reimpianto di un vigneto è la normativa europea del 31 luglio 2010, e non è applicabile ai vigneti con estensioni inferiori a 0,1 ettari, che fanno riferimento alle normative regionali.
L'area totale del vigneto è composta da un'
area produttiva e un'
area di servizio, che servirà al passaggio delle attrezzature. I calcoli dovranno essere presentati nel progetto, insieme ad altri fattori come l'analisi del terreno.
Una serie di fattori vanno presi in considerazione nella progettazione di un impianto.
Innanzi tutto serve un'analisi ambientale accurata per la scelta delle varietà da impiantare. Nel novecento molti coltivatori, spinti più dalla richiesta dei consumatori che da un'attenta analisi del territorio, hanno piantato delle varietà non adatte al loro tipo di suolo. Questo è successo spesso con le uve francesi, conosciutissime e quindi appetibili per le etichette, ma dai risultati spesso deludenti in alcuni tipi di terroir assolutamente non idonei. Un esempio è il Pinot Noir, che soffre i climi caldi e i terreni poveri di sabbia o calcare, piantato ovunque senza un'analisi concreta verso la metà degli anni 70. C'è inoltre da ricordare che oramai la scelta delle varietà è spesso regolata dalle normative regionali, che mirano proprio a non incorrere in questi errori e a difendere le uve autoctone.
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Questa scelta e le altre vanno fatte non prima di aver valutato: la stanchezza del terreno, la posizione topografica ed altimetrica, l'analisi chimico-fisica, il tipo di erosione e di drenaggio del territorio, la densità degli impianti e i portainnesti, le forme d'allevamento e i tempi dell'impianto. Tutti questi fattori generali, sono strettamente connessi tra loro e vanno valutati nel loro insieme.
La stanchezza del territorio va valutata attentamente quando si ha la necessità di impiantare il nuovo vigneto immediatamente, senza poter attendere almeno un paio di anni per far riposare il terreno. In questo caso bisogna preparare bene il terreno, togliendo tutte le radici e pulendolo bene da tutte le erbacce che potrebbero togliere i necessari nutrienti. Si sconsiglia comunque di procedere in caso di terreni particolarmente sfruttati che necessitano di riposo.
L'analisi chimico-fisica del suolo risulta di estrema rilevanza quindi anche nella decisione della varietà e dei portainnesti che si vogliono impiantare. Conoscere gli elementi nutritivi del proprio terreno consente di eseguire le giuste scelte anche per quel che riguarda la preparazione stessa dell'impianto, che viene generalmente irrorato con fosforo, potassio e manganese, che serviranno da supporto nutritivo alle future piante, decisivo soprattutto nella fase iniziale quando le radici non sono così profonde.
Molto importante è anche la valutazione dell'erosione, che potrebbe, se eccessiva, letteralmente portare via pezzi utili al vigneto, e del drenaggio del terreno. In quest'ultimo punto bisogna ricordare che la vite generalmente soffre molto l'umidità, e viene quindi penalizzata da terreni che mal drenano l'acqua, restando molto umidi. Anche la densita degli impianti è molto connessa a questi fattori, oltre a quelli delle rese. Per tutti questi fattori comunque è sempre necessario riferirsi alla legislazione vigente.
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