Ucelut
L'Ucelùt è un vitigno bianco autoctono friulano la cui origine resta oscura come spesso succede nelle piccole realta italiane di nicchia. Quel poco che si sa è la sua appartenenza alle cosiddette
uve uccelline che crescono anche spontaneamente quando non allevate dall'uomo ai margini dei boschi e trovano apprezzamenti da parte degli uccelli, da cui il nome uccelline. Sembra che alcune legende popolari raccontano che un vino prodotto con l'Ucelut sia stato alla base delle cene dei cardinali impegnati nel Concilio di Trento del XVI secolo. Ma non vi è nessun documento che possa confermarlo anche se ai locali piace raccontarlo. Comunque la sua coltivazione è secolare in tutto il Friuli, dove una volta era molto diffuso. Sembra venisse coltivato anche in Piemonte. Oggi trova pochissimi estimatori a Castelnovo del Friuli e Pinzano, in provincia di Pordenone. Le prime documentazioni storiche certe riguardano invece la sua partecipazione all'Esposizione di Udine del 1863 e nel 1921 Castelnovo veniva appellato come la zona dell'Uccellut. Sembra che il vitigno fosse qui coltivato in collina con dei risultati nettamente migliori rispetto alle zone pianeggianti di origine. L'Ucelut preferisce i terreni argillosi e sassosi di questa zona, con sistemi di allevamento a cordone speronato. La sua maturazione è abbastanza tardiva, tra la fine settembre e gli inizi di ottobre e la raccolta viene effettuata manualmente. Ben poco si sa rispetto al suo ciclo vegetativo, vista la scarsa rilevanza che occupa nel panorama nazionale.
Il vitigno quasi mai viene vinificato in purezza, e si preferisce in genere assemblarlo nel IGT Friuli. Nelle vinificazioni in purezza comunque fornisce dei vini secchi di buona struttura che aprono la gamma olfattiva a dei profumi floreali. Con fiori d'acacia e miele di tiglio in evidenza e poi della frutta bianca a chiudere, ma anche fiori di campo e favo d'api. Al palato risulta sempre morbido, dotato di una certa sapidità e freschezza. I color sono pallidi, paglierini. Viene vinificato anche nella tipologia dolce utilizzando uve in sovra-maturazione o leggermente appassite. In questa versione si abbina bene alla pasticceria secca, oppure servito molto freddo in aperitivo alla francese o con i formaggi. Può andar bene anche come vino da meditazione.
Nella versione secco invece si serve bene con antipasti, prosciutto, pesce, verdure, risotti bianchi, frittate alle erbe di stagione e formaggi stagionati. Può essere affinato anche in botte. In genere offre alte concentrazioni zuccherine e viene spesso presentato in versione amabile, con fermentazioni di dieci giorni.
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Il produttore più noto è certamente Emilio Bulfon che più di tutti ha cercato di far tornare questo vitigno alla ribalta. A lui si devono numerose iniziative nell'ambito dei DOC e IGT in Friuli.
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