Pigato
Il vitigno Pigato è un vitigno bianco della Liguria, coltivato esclusivamente nelle provincie di Imperia e Savona, probabilmente importato dalla Tessaglia, in Grecia, forse alla fine del 1600, come clone della Malvasia o forse molto prima, come vitigno autoctono. Il nome non viene in aiuto da questo punto di vista in quanto potrebbe indicare sia il termine dialettale
pigau,, macchiato, in quanto delle macchie scure si presentano sulle bucce alla maturazione, ma anche il termine
picatum, un vino aromatizzato del luogo conosciuto già dai Romani. Recenti analisi lo fanno invece derivare dal Vermentino, di cui conserva numerose caratteristiche, ma non è da confondere con l'altra grande uva bianca ligure.
Noto nella zona di Savona da moltissimi secoli, la sua prima testimonianza scritta è del 1883 nel Bollettino ampelografico. L'area di coltivazione più intensiva è quella di Albenga, con altre coltivazioni meno estese in Val d'Arroscia, in provincia di Imperia, mentre nel resto della Liguria è praticamente assente nonostante sia incluso in alcuni disciplinari. Al di fuori della sua zona prediletta, le macchie che danno presumibilmente il nome al vitigno scompaiono.
Si presenta con grappoli e chicchi di media grandezza, conici i primi e sferici i secondi, con buccia spessa e abbastanza pruinosa, dorata-ambrata. È vigoroso, con alte rese costanti e maturazione nelle ultime due settimane di settembre. Vitigno di gran carattere.
Il Pigato purtroppo sta subendo un ridimensionamento nell'impiego, nonostante produca ottimi vini, anche dolci e passiti che in passato venivano molto apprezzati. Il vino, da bere giovane e non oltre i tre anni, ha profumi caratteristici che risentono dell'influenza marina. I colori sono paglierini, con intensi aromi di frutta bianca, in particolare le albicocche e le pesce, e una chiusura più amara, ammandorlata. Quando vinificato secco, al palato dona una certa freschezza ma anche un corpo e una struttura degni di nota. Nella versione passito la bocca si addolcisce, mentre la struttura si fa ancora più presente con un colore che tende al dorato. La buona aromaticità e la struttura, unite ad un'alcolicità sostenuta intorno sempre ai 13% vol, ne fanno un vino con abbinamenti strutturati, molteplici, dagli antipasti o i primi di pesce, anche risotti magari con frutti di mare saporiti. Ma si abbina bene anche in aperitivo con degli stuzzichini o con delle verdure, o a fine pasto con formaggi mediamente stagionati. Bene con salmone e crostacei, trova con il pesto alla genovese classico della Liguria un ottimo compagno regionale. La sua struttura ne fa anche un buon accostamento per le quiche di verdure o pesce. Nelle vinificazioni più attente riesce ad esprimere anche aromi erbacei, di salvia e muschio, e floreali mentre al palato esprime una buona sapidità da unire ai pesci grassi. Sempre morbido, ha una sua denominazione di origine nel Riviera ligure di Ponente Pigato.
Qui viene impiagato generalmente in purezza, anche se il disciplinare offre la possibilità di un piccolo taglio, il 5 per cento, con le altre uve regionali. Le rese sono bloccate a11 tonnellate per ettaro. È considerato con il Vermentino il miglior vitigno e vino monovitigno della regione, ed è possibile che una buona strategia commerciale lo faccia apprezzare anche al di fuori del territorio nazionale. La sua struttura nel suggerisce il servizio ad una temperatura di circa 13-14 gradi, da servire magari con delle zuppe fredde o calde di vegetali. Ma troverebbe ottimi abbinamenti anche con la cucina internazionale, specie quella nordica, bramosa di vini sapidi, magari servendolo più fresco, verso i 10-11 gradi. In alcune vinificazioni può trovare tagli con il Vermentino ma la vinificazione in purezza è preferibile.
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Nonostante la piccola estensione totale, il Pigato trova molti produttori impegnati a vinificare grandi vini in purezza. Un grande prodotto, di livello internazionale, viene da Massimo Alessandri sotto la DOC Riviera ligure con il Pigato Vigne Vëgge, di ben 14% vol. un bel paglierino brillante lascia intravedere venature dorate. Al naso esprime belle note agrumate dolci e tocchi di vaniglia miste al miele d'acacia. Bocca ben solida, calda e piena di sapidità. Ottimo con il branzino.
Un gran Pigato viene anche dalle cantine BioVio, sempre paglierino con delle belle vene oro. Qui l'olfatto si apre con il glicine e la frutta esotica. Bocca sempre ben sapida e di struttura, ma meno alcolica, più fresca, per i ravioli alle noci.
Ottimo anche il Pigato DOC Le Petraie di Lupi, leggero stavolta, con riflessi verdi e profumi al cedro e erba medica. Ben fresco e sapido, lungo per le frittelle alle erbe.
Con il Pigato DOC di La Rocca San Nicolaio si torna invece alla frutta esotica e al palato caldo e avvolgente, sempre sapido con un tocco di barrique nell'affinamento che ben si adatta a pesci piu strutturati come l'insalata di stoccafisso ligure.
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