Pecorino
Il Pecorino è un vitigno bianco autoctono della zona tra Marche e Abruzzo. Nonostante la sua origine sia data ancora per incerta, si hanno delle testimonianze scritte su questo vitigno già a partire dal II secolo avanti Cristo quando fu descritto da Catone il Censore genericamente insieme ai Grechetti della zona. Il suo nome attuale invece deriva dalla transumanza dei pastori della zona verso la Puglia che sembra usassero portare questo vino con loro. Con il nome del formaggio di pecora allora veniva indicato anche questo vino che arrivava con i pastori. Era molto coltivato infatti non solo nella sua zona d'origine, ma anche nel Lazio e nella Puglia che decisero di allevarlo per le sue buone qualità fino ai primi del novecento.
I problemi di maturazione precoce e incostanza delle basse rese lo fecero cadere in disuso con il finire del fenomeno della transumanza, ma negli ultimi due decenni è stato riscoperto tanto da ottenere una sua denominazione di origine e sbarcare anche a Londra in uno dei più famosi ristoranti della capitale inglese che lo tenne in lista per qualche tempo con buoni risultati.
Viene coltivato sulle alte e fresche colline dove non posso ricevere esposizioni troppo accentuate e posso godere invece di elevate escursioni termiche. La sua maturazione precoce non influisce comunque sulla concentrazione zuccherina da fornire poi in alcol al vino, e al tempo stesso a conservare una certa acidità. Si presenta con grappoli lunghi piramidale, con acini di grandezza medio piccola e ben sferici, di un giallo verdolino. Come detto il Pecorino fornisce rese basse e incostanti, motivo per il quale fu abbandonato in passato. La maturazione è precoce, ma non rappresenta un problema per l'apporto alcolico. Viene chiamato anche con i sinonimi Dolcipappola, Luvino, Forconese, Mosciolo, Moscianello,Trebbiano Vecio e molti altri.
Qualche anno fa un produttore marchigiano dei Colli Ascolani decise di impiegare nuovamente il Pecorino per vinificare i suoi prodotti e da allora questo vitigno si è conquistato un suo spazio di nicchia con ottimi prodotti. Probabilmente i suoi difetti di produttività non lo lanceranno come prodotto mondiale venduto in tutto il mondo ma resta il fatto che chi conosce di vino, ha avuto modo di apprezzarne le poche bottiglie in commercio. E il Pecorino ha avuto anche una sua denominazione con il vitigno in purezza nel DOC Pecorino di Offida. Il Pecorino viene assemblato anche nella spumantistica del DOC Controguerra in Abruzzo.
Sperimentazioni stanno iniziando anche in Puglia con il nome di Uva Piccoletta, in Umbria e nel Lazio con il nome di Trebbiano Vicio. Fornisce vini alcolici e di acidi, con buoni invecchiamenti fino ai 3-4 anni. I vini hanno colore paglierino tendente all'ambra, di buona freschezza ed acidità. Nell'impianto olfattivo si possono distinguere le mele renette con speziature di cannella e liquirizia, e in alcune vinificazioni più indovinate anche sentori floreali di ginestra e gelsomino.
Ottima la struttura, la sapidità e la mineralità che devono essere attentamente bilanciate per dare il giusto equilibrio al vino specie nella giovinezza. La grande potenzialità del pecorino è bloccata dalla sua incostanza e nelle Marche dalla grande concorrenza del Verdicchio, specialità regionale. Molto guadagna anche nelle sperimentazioni in legno. Ancora poco vinificato sta comunque incontrando molti favori, grazie a produttori attenti.
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Alcuni produttori stanno puntando forte sul Pecorino, con passione e dedizione, ottenendo degli ottimi risultati, che come detto hanno raggiunto per qualche tempo anche la Londra del suo ristorante più antico, il Rules.
Tra i grandi Pecorino abbiamo l'IGT Riseis di Recastro in purezza, con un colore sfumato di verde e ottimi profumi freschi di cedro e pesca, chiusi dai fiori di ginestra e biancospino. Un bel palato morbido prende vivacità da un'intensa mineralità per piatti di verdure come la cicoria. Un ottimo prodotto da provare ad un prezzo assolutamente conveniente.
Ottimo anche l'IGT Pecorino Colle dei Venti di Caldora, vestito di un paglierino in cui traspaiono venature oro. Profondi aromi di susine agrumi, pere e artemisia bilanciati alla bocca dalla fresca mineralità. Da provare con le orate e i fiori di zucca.
Ancora un IGT di qualità per Ciavolich e il suo Pecorino Aries fresco e solare, con susine, pesche e agrumi a cui si armonizzano bene i sentori floreali della ginestra e dell'uva spina chiuse dalle dolci note della nocciola e della vaniglia. Ancora un vino fresco e minerale, per i tagliolini ai funghi.
Ancora in IGT il Pecorino Dora d'Oro di Dora Sarchese giallo brillante che esprime bene il cedro e gli agrumi freschi, l'aromaticità delle erbe e sentori fruttati maturi. Esprime una netta sapidità al palato, un equilibrio gustativo tra caldo e sapido, soffice e finito da piccoli tocchi di miele. Da provare con il baccalà.
Di tono leggermente minore il Pecorino IGT di Camillo Montori, con frutta esotica matura e mele, ma accompagnati dai buoni sentori di ginestra e cedro chiusi da una buona mineralità. Sapidità e freschezza per la spigola con le zucchine.
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