Bosco

La varietà

Il Bosco è un vitigno a bacca bianca autoctono ligure e nella regione è tra i più coltivati ed utilizzati, tanto da essere presente in quasi tutti gli assemblaggi.

Il nome sembra derivare dalle caratteristiche molto boscose della sua terra originaria, specificatamente nel comune di Riomaggiore nelle Cinque Terre, è densamente boscosa. Dalle Cinque Terre, ma è ormai coltivato in tutta la regione. Altri testi vogliono che l'origine sia diversa e il nome venne utilizzato per indicare i ceppi importati nelle Cinque Terre dal bosco della Villa dei Marchesi Durazzo a Genova. Le sue origini comunque non sono mai state menzionate prima del Bollettino Ampelografico del 1883, che lo indicava in provincia di Genova. Nessun testo precedente ne fa menzione ma le tradizioni popolari lo vogliono radicato da tempo immemorabile a Riomaggiore.

Il vitigno si presenta con grappoli di dimensioni medie o medio-grandi, conici e molto alati, a spargolo. Le bacche hanno grandezze medie ed ovaleggianti, con moltissima pruina sulle spesse bucce di colore verde tendente al grigio che tende al bruno per le parti direttamente esposte ai raggi solari. Soffre la colatura, l'acinellatura e l'oidio ma resiste bene alla peronospora e al marciume. La zona di coltivazione è quella collinare e pedemontana ligure dove i terreni ben ventilati non sono soggetti all'umidità, e si presentano asciutti e mediamente ricchi. Questo consente anche di appassire le uve per la produzione di ottimi vini dolci.

I vigneti sono coltivati con l'allevamento a pergola. Le rese sono buone e costanti quando colatura e acinellatura sono controllate.

Bosco

These de Doctorat. de l'Incapacite de la Femme Mariee. Faculte de Droit de Paris, le 24 Aout 1854

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I vini del Bosco

Il Bosco viene utilizzato raramente in purezza in quanto da solo fornisce vini piuttosto piatti ed anonimi, che si ossidano facilmente. Ma assemblato con l’Albarola e il Vermentino invece contribuisce spesso alla realizzazione di grandi vini di alto livello. Infatti viene utilizzato per un minimo del 40 per cento nella denominazione delle Cinque Terre e nello Sciacchetrá, dove riesce a fornire una buona gradazione alcolica ad un vino che arriva ad un minimo di 17% vol in alcol. Un ottimo vino dolce per dessert con bei colori dorati che nell'invecchiamento si fanno ambrati maturando bei sentori erbacei e fruttati di confetture, con ananas, albicocche e mele in primo piano, ma sempre con note marine dovute all'influenza del vicino mare.

I vini secchi invece sono di colore oro chiaro che sfuma sul paglierino nei vini più giovani. Anche qui la gamma olfattiva si riempe di profumi erbacei e fiori di camomilla, con tracce marine. Il palato risulta quindi fresco e sapido, molto morbido.

Partecipa sempre in assemblaggio anche in molti IGT locali e in molti vini da tavola.


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I produttori

Cinque Terre Il Bosco trova molto spazio nelle Cinque Terre specialmente nella produzione della denominazione di origine Sciacchetrá. Sassarini è forse l'azienda che ne fa maggior uso nelle sue DOC, come ad esempio nel Cinque Terre Sciacchetrá Terre di Levante, un ottimo vino dolce con il 75 per cento di Bosco assemblato al 15 per cento di Vermentino e al 10 di Albarola. Aristocratici riflessi ambrati raffinano il vestito oro del vino che al naso presenta profondi sentori di zafferano a ricamare la base di albicocche in confettura. Il palato dolce trova un bell'equilibrio tra il caldo e il sapido, che ben si abbina al pandolce genovese. Nella tipologia secca Sassarini produce altri vini di gran pregio, in assemblaggio con il Bosco come uvaggio principale. Il Cinque terre Monterosso vede il Bosco protagonista con l'80 per cento, tagliato dal 15 per cento di Vermentino e dal 5 di Albarola. Bellissimo paglierino venato d'oro per un vino che esprime delicati profumi di gelsomino e pesca bianca, e un palato tutto strutturato sull'equilibrio fresco-sapido. È un vino che pretende abbinamenti nobili, come l'aragosta. Nel Cinque Terre Vernazza invece il Bosco scende al 70 per cento per aumentare la presenza dell'Albarola. Il paglierino perde le venature dorate ma non la pregevole qualità. Mela golden e fiori di camomilla caratterizzano il naso, mentre il palato risulta morbido e fresco. Si trova in tavola accanto ai gamberi. Il Cinque terre Corniglia invece impiega ben l'85 per cento di Bosco, con il 10 di Vermentino e il 5 di Albarola. Tornano le sfumature dorate e il vino profuma di frutti tropicali e fiori d'acacia. Il palato torna sapido, caldo, pieno e lungamente aromatico. Da provare con piatti forti come le cozze marinate. Ancora Sassarini produce un Cinque Terre brillante, ma stavolta con profumi di macchia mediterranea e agrumi. Sapidità e freschezza contraddistinguono il palato da associare alle fritture di pesce.

Molto Bosco in assemblaggio anche per La Polenza nel suo Cinque Terre Sciacchetrá con il 20 per cento di Vermentino e il 10 di Albarola. Ambrato e venato d'oro, il vino offre profumi pieni di albicocche e cedro candito. Molto caldo, il palato offre quelle vene sapide caratteristiche, da provare con la pasticceria semi-secca e le canestrelle. Nel Cinque Terre Polenza il Bosco scende al 50 per cento con Vermentino e Albarola in eguali quantità. Anche qui riflessi oro e frutta matura, ma esotica, e a finire piccoli tocchi di nocciola. Anche qui il palato è caldo e sapido, da provare con il baccalà.




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