Uva e forme
La vite allo stato selvatico appare come un albero rampicante, con fusto legnoso e ramificazioni che si avvolgono a qualsiasi tipo di sostegno riescono a trovare lungo la loro crescita.
Così la videro i primi uomini che iniziarono a mangiarne i dolci frutti e poi a utilizzarli per produrre i primi incerti vini.
Lo sfruttamento della vite per questi scopi continuò in modo pressoché identico per millenni, fino all'avvento dei Greci, e le forme della pianta non cambiarono, restando questa più selvatica che domestica. Furono i Greci i principali protagonisti ai primordi della coltivazione della vite. Se i Fenici ebbero il merito di iniziare la coltivazione in vigneti e di espanderla nel Mediterraneo, i Greci furono i prima a progettare le varietà clonali e le forme di allevamento, seppur in modo del tutto “primitivo” per quelle che erano le conoscenze dell'epoca. E da quel momento le forme dell'uva e delle viti iniziarono lentamente a cambiare, a moltiplicarsi e a diffondersi nel mondo.
Oggi la vite non è più una varietà selvatica con la sua forma originaria, anzi, è quasi esclusivamente domestica, e viene allevata seguendo varie forme, che rispondono a quelle che sono le esigenze pedo climatiche della varietà coltivata. Definite forme di allevamento, proprio per il modo in cui appaiono all'osservatore, queste tecniche permettono di creare la crescita più adatta per ottenere i risultati migliori nella qualità. Di questi risultati e di questi tipi di allevamento abbiamo già ampiamente parlato nell'articolo dedicato alle forme di allevamento nella sezione manutenzione vitigni, ed è sulla forma estetica che questo articolo si concentra.
Ed ecco che a seconda della potatura eseguita, le viti cambiano forma e all'osservatore possono apparire come semplici e bassi alberelli, o come pergolati dove i grappoli ricadono penzolanti o a tendone, dove rinfrescarsi sotto la calura estiva. I vigneti appaiono da lontano con strutture molto diverse, caratterizzando cosi il territorio con estetiche tipiche, come quella pugliese, dove si possono osservare immense distese di “tendoni” fatti di viti. In Trentino e al nord in generale invece il paesaggio dei vigneti fa apparire tanti grandi pergolati e nel centro invece moltissimi piccoli alberelli. A ogni clima, il suo aspetto estetico dei vigneti.
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Di pari passo con gli incroci e gli ibridi, via via nei secoli, sono cambiate anche le forme dei chicchi e dei grappoli. Se è praticamente impossibile sapere che forma essi avessero anticamente, oggi ne possiamo ammirare tantissime. Nei chicchi troviamo tutte le dimensioni con forme sferiche, ovali ed ellittiche. I grappoli invece sono di due forme principali: a spargolo ed alato, ma possono essere anche conici o cilindrici. Queste in genere indicano anche la densità degli acini nei grappoli, come ad esempio nello spargolo, che indicano grappoli aperti con pochi acini liberi. Ad ala invece si presenterà con una parte superiore densa e larga e una inferiore molto più stretta, come a formare una croce senza la parte superiore. La forma conica rovesciata è invece la classica che tutti immaginiamo mentre quella cilindrica si presenta con un grappolo uniforme nella densità.
In conclusione ogni varietà ha le sue forme, non solo nelle cure, ma anche nell'estetica che possono deliziare l'osservatore nei loro vari aspetti.
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