La degustazione dello Champagne
La degustazione dello Champagne, come tutti i vini spumanti, si differenzia leggermente dai vini fermi soltanto nella valutazione del perlage, le famose bollicine che salgono dal fondo del bicchiere.
Queste sono parte di una valutazione in più che chiaramente non è necessaria nei vini fermi, mentre il resto della degustazione rimane identica, con i riferimenti al colore, all'olfatto e al gusto.
Per una migliore degustazione utilizzate il classico bicchiere a tulipano da vino e riempitelo per cinque centimetri circa. Ricordate di versare lentamente il vino senza rompere la spuma che si forma durante la versata. Se si interrompe la versata anche per pochi secondi la spuma scomparirà subito e mancherebbe un elemento della valutazione.
L'aspetto visivo nella valutazione dello Champagne riguarda due aspetti, il perlage e il colore.
Una volta versato lo champagne prendete il bicchiere e ponetelo in alto di fronte ad una fonte di luce, inclinato di 45 gradi.
La prima cosa da osservare è la spuma, che deve essere compatta, persistente e soffice. Si passa poi a valutare il perlage, ovvero le bollicine che salgono. Queste devono essere tutte delle stesse dimensioni, continue, persistenti e vivaci. Generalmente si tende a pensare che più le bollicine siano piccole e più lo Champagne sia di qualità, ma comunque delle bollicine grandi non sono sinonimo di scarsa qualità.
Il colore deve essere sempre assolutamente limpido e brillante, mentre un'analisi che presenti un colore torbido o opaco è indice di uno Champagne certamente fallato. La gamma dei colori varia dal paglierino al rosé, secondo circa otto tonalità diverse. Inoltre dal colore, per gli occhi più esperti, è possibile anche individuare l'invecchiamento
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La valutazione olfattiva in un vino è l'elemento più importante nella degustazione e lo Champagne non fa differenza. Questo perché le percezioni olfattive del naso sono di gran lunga più numerose di quelle gustative, che si limitano a non più di cinque o sei elementi. Il naso invece è in grado di percepire una variazione quasi infinita di differenti odori, tanto è vero che in qualsiasi corso sommelier si insegna a riconoscere almeno una base di 56 diversi profumi caratteristici del vino.
Anche dall'odore, ai nasi più esperti, è possibile determinare l'eventuale invecchiamento del vino.
L'olfatto dello Champagne è determinato, oltre che dall'invecchiamento, anche dall'assemblaggio, e ricalca gli aromi primari delle uve impiegate. Nelle rare vinificazioni in legno dello Champagne, il vino presenterà anche aromi legnosi e lievemente amari. Per quanto riguarda le uve, nel caso dello Chardonnay avremo dei profumi floreali e particolarmente intensi, penetranti. Il Pinot Nero invece conferisce un profumo molto fruttato e ricamato sui frutti rossi. Il Pinot Meunier invece ha delle sensazioni speziate, fragranti, con gli aromi del pane che spesso si affacciano dal bicchiere. Dopo i dieci anni i profumi acquisteranno una notevole complessità, e ci si riferirà a loro come a il
bouquet, più vinoso e meno fruttato.
Come già detto nel paragrafo precedente, generalmente l'impianto gustativo di un vino ricalca le impressioni di quello olfattivo. Avremo quindi uno Champagne floreale per lo Chardonnay, con gusti marcati e penetranti. Per il Pinot Nero si denoterà una certa complessità fruttata, incentrata sui frutti di bosco, mentre il Pinot Meunier, oltre a fornire toni speziati e leggermente amari, apporterà morbidezza al palato. Il primo elemento è comunque il perlage, che pizzicherà leggermente il palato, dando sensazioni vivaci e fresche.
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