Torgiano Rosso Riserva
L'area di produzione del Torgiano Rosso Riserva è una piccola zona collinare esclusiva del comune di Torgiano in provincia di Perugia.
Le colline su cui vengono coltivate le viti si trovano alla confluenza tra l'affluente Chiascio e il Tevere, a sud est del capoluogo regionale, e sfruttano il clima mite e il suolo di natura argillosa, ricco di limo che fornisce elementi nutritivi fondamentali per la pianta e i suoi aromi.
La favorevole esposizione al sole di queste colline ne fanno una zona di produzione molto attiva già dal tempo degli Etruschi, e questa attività è ben rappresentata in tutti gli stemmi medioevali della zona, caratterizzati dal simbolo del grappolo d'uva.
I riferimenti storici sono molti, il nome stesso Torgiano sembra derivi dalla contrazione del nome Torre di Giano, antica fortezza posta a guardia delle coltivazioni.
Il disciplinare è stato istituito per decreto ministeriale nell'ottobre del 1990, per la produzione di vini rossi Torgiano da uve Sangiovese in proporzione del 50-70% nell'assemblaggio, con uve Canaiolo e altre varieta a bacca rossa presenti nella regione purché coltivati nell'area comunale omonima tra cui il Trebbiano Toscano per un massimo del 10% in assemblaggio.
Il Canaiolo, conosciuto meglio come Canaiolo Nero, è noto per la morbidezza che apporta nell'assemblaggio con il Sangiovese, ma deve giovare di particolari condizioni per esprimersi al meglio. Uva non facile da allevare, deve avere basse rese e autunni piuttosto caldi per una perfetta maturazione e una produzione di vini gradevoli.
La resa massima dell'uva non deve essere superiore a 9 tonnellate per ettaro e sono esclusi all'iscrizione all'albo tutti i vigneti posti in terreni di natura alluvionale umidi lungo il corso dei due fiumi, nonché quelli posti nei fossati al lato nord della collina Brufa.
L'invecchiamento deve essere di almeno tre anni, dei quali almeno sei mesi in bottiglia, a decorrere dal 1° novembre successivo alla vendemmia.
I vini prodotti hanno un colore rubino brillante tendente al granato, con odori vinosi, di prugne e amarene che finiscono sul cuoio e punte balsamiche. In bocca è asciutto e di corpo con note di boschive.
Accompagna la cacciagione, il pollame nobile e la selvaggina con temperature di servizio tra i 18 e i 20° C per gustarne appieno gli aromi. Anche i primi piatti umbri, elaborati e pieni si adattano bene a questo vino.
Il vino Rosso di Torgiano era precedentemente vinificato sotto la denominazione di origine controllata da 1978 modificata successivamente in DOCG.
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Le aziende devono coltivare, vinificare e imbottigliare esclusivamente nel territorio comunale di Torgiano.
Data la estensione ridotta del territorio non sono molte a produrre vino rosso sotto questa denominazione.
Tra di esse spicca Lungarotti, dalla fama consolidata, che produce il suo Torgiano Rosso dall'armonico equilibrio adatto non solo per i primi piatti umbri, ma anche per la cucina internazionale.
Dalla vigna Monticchio si ottengono vini in assemblaggio tra Sangiovese e Canaiolo di buona fattura ma prezzi decisamente alti. È comunque un vino molto convincente che può giustificare pienamente il costo e essere elevato come degno ambasciatore dei vini rossi umbri di qualità.
L'azienda Brogal Vini vinifica il Torgiano Rosso Riserva con il 69% di Sangiovese, il 24% di Canaiolo e il 7% di Cabernet Sauvignon per avere un vino dai riflessi granati, con un naso di amarena e rosa canina, su basi cacao e finali balsamici e vanigliati.
In bocca si nota un leggero squilibrio fra tannini e acidità, non supportato pienamente dal corpo leggero ma comunque fresco e invitante. Viene invecchiato 18 mesi in barrique di rovere francese per accompagnare carni brasate e formaggi semi stagionati.
Tra gli altri produttori ci sono Arnaldo Caprai/Val di Maggio, Tenuta Le Velette, Gisberto Goretti
In una gita fuori porta per conoscere questo vino prezioso anche nei suoi accostamenti con la cucina tipica umbra, si può fare una visita al Museo del Vino di Torgiano che dal 1974 propone una delle piu complete esposizioni sulla realtà del vino in venti sale, ospitando elementi e reperti archeologici per un viaggio che va dalla semenza alle varie tecniche di vinificazione, fino alla storia raccontata attraverso i ritrovamenti rinvenuti in Umbria che testimoniano la tradizione vinicola antichissima della regione.
Il Museo si arricchisce anche di numerosi documenti grafici e letterari, sia di epoca medioevale che moderna, tutti incentrati sulle trattazioni della vite, con l'esposizione di almanacchi e recensioni di esperti di ogni epoca.
Il Museo è stato realizzato dall'azienda Lungarotti che ancora ne segue la gestione.
Il borgo cittadino è anche protagonista di numerosi eventi nei mesi di novembre e dicembre come degustazioni e feste di premiazione per vini e piatti tipici, in cui perdersi per l'intera giornata.
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