Monica di Cagliari
La zona vinicola che interessa la produzione del vino sotto la denominazione di origine controllata Monica di Cagliari comprende tutto il Campidano, nella parte sud occidentale dell'isola fino alla Piana di Terrealba.
La zona ha un clima mediterraneo mite, interessato da venti carichi di salsedine, con suoli molto variegati a seconda della micro area interessata.
L'area si è originata da una fossa tettonica con sedimenti di calcare e marne. La zona è relativamente pianeggiante con piovosità scarsa.
La cultura della vite risale alla dominazione di Cartagine sull'isola, sostituita poi dalla Roma repubblicana e passata ancora di mano nei secoli successivi fino ai giorni nostri.
La parte meridionale dell'isola però fu più influenzata dalla dominazione spagnola nella scelta dei vitigni piuttosto che dall'occupazione piemontese del settecento che a nord importò il Barbera e il Trebbiano.
È quindi una zona a coltivazione prevalentemente autoctono e verace, dove si coltivano viti robuste e basse per proteggere i raccolti dai venti caldi e marini del sud, che spazzano questa parte del mediterraneo senza incontrare ostacoli naturali quali montagne e alte zone collinari.
Il vitigno Monica è probabilmente di origine iberica, anche se è completamente sconosciuta nella Spagna moderna, ponendo molti dubbi sulla sua effettiva origine nella terra delle corride.
La coltivazione è molto sviluppata in tutta l'isola, anche se la sua estensione coltivata maggiore si ha nella parte meridionale.
I documenti storici più antichi parlano della sua coltivazione a partire dal XI secolo, grazie al paziente lavoro dei monaci camaldolesi.
Viene vinificata sia come mono varietale che in assemblaggio, in particolare con gli altri due vitigni autoctoni importanti della Sardegna, il Cannonau e il Bovale.
Gli ettari interessati a questa viticultura sono più di 3000, con le migliori potenzialità produttive che si esprimono sui terreni a media profondità di natura calcarea in zone collinari basse a media pendenza e forte esposizione al sole.
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La denominazione di origine controllata Monica di Cagliari è nata il 17 aprile del 1979 per decreto ministeriale successivamente modificato nel 2001.
Autorizza la produzione di vini rossi in tutta la provincia di Cagliari e nei territori di una sessantina di comuni nella provincia di Oristano a sud del capoluogo, lungo la Piana di Terrealba attraversando tutto il Campidano per 150 chilometri.
L'unica uva consentita nella vinificazione è appunto il Monica, anche se si autorizza la coltivazione per favorire l'impollinazione anche di altri vitigni per un massimo del 5%, ma con divieto assoluto di assemblaggio.
Il disciplinare, al pari delle altre denominazioni della zona, vieta l'iscrizione all'albo dei vigneti sopra i 400 metri sul livello del mare, quelli posti su terreni poco profondi derivati da rocce compatte e quelli situati su dune attuali.
Le rese massime autorizzate sono di 11 tonnellate per ettaro mentre la gradazione alcolica del vino deve essere di almeno 13% vol.
sotto la denominazione Monica di Cagliari si autorizza la produzione di vini rossi Secco o Dry, Dolce, Liquoroso Secco o Dry e Liquoroso Dolce.
Il Liquoroso puo essere etichettato anche sotto la menzione Riserva quando invecchiato per almeno due anni di cui uno in botti di rovere o castagno.
Il Rosso Secco ha colori rosso rubino tenue, tendente all'aranciato durante l'invecchiamento. I profumi sono eterei, intensi ma delicati e il gusto secco ma vellutato è alcolico e gradevole. Si abbina agli arrosti, ai salumi e ai formaggi duri oltre che alle minestre.
Il Rosso dolce mantiene le caratteristiche del secco però con una bocca chiaramente dolce e morbida.
Il Liquoroso è fine e persistente, con spiccati aromi caratteristici e vellutato al palato, asciutto nella sua versione secca e morbido in quella dolce.
Il Liquoroso secco è un vino da aperitivo o con la selvaggina con salse elaborate, mentre il dolce si presta alla meditazione e ai dessert sardi alla ricotta o alle mandorle.
Nella Cantina di Mogoro Il Nuraghe vinifica il Monica cosi come Pala e Meloni a Cagliari.
S'Atra Sardigna a Cagliari è un altro buon produttore, ma la produzione maggiore avviene a livello locale, nelle piccole cantine e nei piccoli appezzamenti di terreno gestiti al livello famigliare.
Per degustare questo vino occorre fare un giro turistico della zona, tra i piccoli viticoltori che producono i loro vini rurali e veraci, spesso senza nemmeno etichettarli.
Il Monica infatti è quasi tutto commercializzato nel suo DOC gemello di Sardegna, in cui il disciplinare è meno rigido e consente una vinificazione più equilibrata.
Per gli amanti del vino e del Carnevale, una buona occasione per unire le due passioni è la “Festa di San Biagio”, il 3 febbraio a Georgei in provincia di Cagliari. Qui si possono degustare i vini tra le processioni e le benedizioni in chiesa dei manufatti artigianali della regione, con un'attenzione particolare ai bambini che possono letteralmente saccheggiare a fine festa, tutti le ceste degli artigiani stracolme per l'occasione di dolci, caramelle, frutta fresca secca, naturalmente tutti prodotti tipici sardi.
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