Vino da collezione
I vini sono da sempre una passione per l'uomo, tanto da essere divenuti nel novecento anche un prodotto da collezione.
Se prima questo fenomeno poteva essere esclusivo di facoltose persone che potevano permettersi di investire in vini esotici e lontani difficilmente fruibili ai piu, oggi, con i trasporti moderni, si ha un accesso molto più semplice e diretto a una vasta gamma di prodotti enologici.
Anche l'informazione, ben piu amplia del secolo scorso, fa si che sempre piu persone possano dedicarsi alla conoscenza e all'acquisto di vini importanti, o di vini ora semi sconosciuti dal futuro però certo e radioso.
Il fenomeno del collezionismo non riguarda solo il vino in se stesso ma anche tutta una serie di “pezzi” che ruota attorno all'enologia, dalle bottiglie vuote alle etichette, dalle attrezzature ai bicchieri più disparati.
Se si decide per passione di collezionare vini importanti, si deve innanzitutto partire dal presupposto che questa collezione rappresenterà un investimento molto impegnativo.
Il vino è un prodotto molto delicato, come ripetuto più un volte è materia vivente che si evolve nel tempo come tutti gli esseri organici, anche nella sua bottiglia.
La conservazione rappresenta quindi un punto fondamentale se si decide di collezionare dei vini, e prima di iniziare gli acquisti, bisogna predisporre una cantina adatta che risponda alle esigenze in tempi molto lunghi, decenni, in cui il nettare di Bacco possa riposare nelle condizioni più ottimali.
La cantina deve essere buia, a temperatura e umidità costanti, sufficientemente ventilata.
Inutile pensare di conservare le bottiglie in sgabuzzini o altri ambienti simili, significherebbe soltanto sprecare del denaro e dell'ottimo vino.
Chi non dispone di una cantina in casa può acquistarne una industriale in commercio, facilmente reperibile e dai costi non esorbitanti.
Per chi ha dei denari da investire ci si può rivolgere alle aste di case specializzate nei grandi toscani come l'Ornellaia, il Tignanello o il Sassicaia che offrono lotti a seconda delle annate a partire dai 1.000 euro. Naturalmente anche il Piemonte con i suoi Barolo e il Veneto dell'Amarone sono facilmente reperibili in un'asta, con prezzi che variano dai 1.500 euro di un Barolo del 1990 a prezzi più accessibili per le recenti annate.
I vini francesi sono sicuramente i più difficili da ottenere, anche per quanto riguarda i prezzi, in quanto sono soggetti al collezionismo e alla passione da molto più tempo degli italiani.
Non dimentichiamo che il primo “DOC” francese è del 1906 e che i cugini d'oltralpe hanno sviluppato molto prima di noi le legislazioni a difesa dei vini di qualità.
È importante conoscere anche le annate giuste, in quanto l'assioma vino piu vecchio non significa vino più buono, perché le condizioni climatiche variabili negli anni fanno si che alcune annate risultano infinitamente migliori di altre più vecchie.
Nei rossi è il caso del 2005, considerata l'annata del secolo, dove un Romanée Conti di questo millesime ha raggiunto quotazioni di 25.000 euro, di gran lunga superiori a un suo pari del 1999 valutato sui 13.000 euro per cassa.
Le aste offrono anche l'occasione di acquistare lotti di diverse annate e ogni casa saprà fornirvi tutti i dettagli e le garanzie.
Poi ci sono i privati, magari con bisogni economici improvvisi, che sono disposti a vendere vini a prezzi molto più bassi, ma in questi casi vale la pena conoscere un buon sommelier fiduciario che magari condivida il rischio con voi.
Considerate sempre le annate nel vostro investimento. Se il 2005 é reputato il migliore per i rossi, il 1973 rimane l'anno del secolo per i bianchi francesi.
Il millesimo dipende anche dal tipo di vino. Se volete collezionare Brunelli ad esempio, rivolgetevi al Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che ogni febbraio fa una valutazione attenta e schematica che potete consultare ormai anche su internet, cosi da verificare quali siano le annete migliori e quali le peggiori.
Adottate questo come prassi per qualsiasi acquisto.
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Per chi non può investire in vini pregiati, ci sono altri tipi di collezione soddisfacenti legate al vino che possono comunque comunicare delle emozioni.
Una di queste è la collezione delle etichette che sta prendendo sempre piu piede negli ultimi dieci anni.
Si iniziò col staccarle semplicemente dalla bottiglia, con alterni risultati e qualche imprecazione da parte dei camerieri nei ristoranti in cui veniva richiesto, ma oggi ci sono soluzioni nettamente migliori e si possono ottenere delle etichette per posta senza dover comprare o bere una bottiglia al ristorante.
Le aziende infatti sono sempre sensibili alla loro immagine e hanno già da tempo assecondato il fenomeno, per cui basterà scrivergli una mail di richiesta che molte vi spediranno un etichetta nuova, immacolata a casa da poter inserire nel vostro album come per i francobolli o le foto.
Altrimenti per maggiori informazioni e suggerimenti sono nate delle associazioni, come l'A.I.C.E.V. (Associazione Italiana Collezionisti di Etichette del Vino) che partecipa regolarmente al Vinitaly di Verona ed è sostenuta da più di 160 aziende che pubblicano anche un magazine dedicato a cui abbonarsi chiamato Andare per Etichette.
Per le etichette francesi ci si può invece rivolgere al CCTV (Centro Culturale e Turistico del Vino) con sede a Bordeaux, dove i viticoltori hanno contribuito ad una collezione di più di 60.000 etichette gestita da Paul Coutourier.
Anche in Francia il fenomeno è diffusissimo e se parlate un pochino la lingua troverete moltissime persone che organizzano scambi e ricerche in ogni regione.
È un tipo di collezione diffuso soprattutto tra gli addetti ai lavori, barmen e sommelier di ristoranti molto rinomati dove oltre a piccoli assaggi di vini preziosi per routine di lavoro, molti collezionano le bottiglie vuote lasciate dai clienti per esporsele in casa.
Le collezioni di questo tipo hanno un valore puramente affettivo, sono più che altro piccole passioni senza nessun valore economico, anche se si espongono bottiglie rare di Porti del 56 o Bordeaux degli anni 70.
Anche in questo caso troverete qualcuno che cercherà di vendervi le bottiglie, ma a meno che non si tratti di qualcosa di veramente raro e fuori produzione, non fatevi prendere in giro. Anche se si trattasse di una bottiglia di pregio sarebbe sempre una bottiglia vuota che vale forse più per il ricordo di averla bevuta.
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