Il vino rosso e la gravidanza
La gravidanza è certamente uno dei periodi più entusiasmanti in una famiglia ma comporta spesso delle rinunce da parte della donna a protezione del feto.
Una delle domande e degli aspetti più discussi è certamente la possibilità o meno di bere vino.
Mentre per quel che riguarda i super alcolici gli esperti sono tutti concordi nel divieto assoluto di consumo di queste bevande, per il vino gli studi sono più concilianti, cosi come gli atteggiamenti e i consigli dei medici.
Vediamo innanzi tutto quali sono i danni che l'assunzione di alcol potrebbe arrecare al feto.
La placenta non è in grado di schermare il feto e lascia passare l'etanolo fino al bambino, che di conseguenza si trova ad assumere una sostanza fortemente nociva nel suo periodo più delicato.
I danni potrebbero essere diversi, da quelli permanenti al sistema nervoso centrale al sottosviluppo e al danneggiamento cellulare, fino a danni celebrali quali problemi mnemonici, scarsa attenzione, ritardo mentale e comportamenti impulsivi.
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Mentre molti medici continuano a vietare assolutamente il consumo di qualsiasi alcol durante la gravidanza e l'allattamento, altri invece ne consentono il consumo molto moderato di vino rosso durante i pasti.
Questo perché si ritiene il suo effetto benefico sia per la digestione che per il contenuto di ferro.
Ma ultimamente alcune ricerche effettuate al CNR di Roma hanno aggiunto delle informazioni in piu riguardo al consumo di vino rosso durante la gestazione.
Sembra infatti che i suoi composti, in particolare i polifenoli e gli antociani, siano in grado di limitare gli effetti nocivi dell'alcol sul feto.
Questo studio spiegherebbe quello che fino ad oggi si era solo intuito nell'osservazione delle statistiche, ovvero nei paesi dove il consumo di vino rosso è preponderante rispetto a quello delle altre bevande alcoliche, i neonati non soffrono di disturbi cognitivi.
L'Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR di Roma ha effettuato esperimenti di laboratorio su topi, sottoponendo le mamme a soluzioni di etanolo e altre a somministrazioni di vino rosso.
Mentre i nati da mamme a cui è stato somministrato l'etanolo hanno riscontrato gravi problemi cognitivi, sottosviluppo e danni celebrali, quelli nati da mamme a cui è stato somministrato del vino rosso non solo non hanno mostrato questi segni, ma anche a livello epatico il danno è stato minimo, tanto da ridurre i problemi di crescita regolare sia cellulare che al livello prettamente visivo.
Dallo studio sono emersi notevoli danni nell'ippocampo e nelle altre aree celebrali per i topi sottoposti a somministrazione di etanolo, mentre i danni si sono rivelati limitati e in molti casi addirittura nulli per quelli a cui è stato somministrato del vino rosso.
I ricercatori ritengono cosi di spiegare i motivi per cui nell'aera mediterranea, dove il consumo di vino rosso è nettamente maggiore di quello di altri alcolici, la Sindrome Feto-Alcolica incide molto raramente rispetto al altri paesi dove il consumo di superalcolici è invece molto elevato.
A incidere soprattutto nelle aree celebrali, dicono gli esperti, sono la NGF e il BDNF.
La prima è una proteina, scoperta dalla Levi-Montalcini, il Nerve Growth Factor, e risulta essere essenziale per le cellule del cervello e il sistema nervoso periferico, mentre la seconda, il Brain Derived Neurotrophic Factor è una molecola che previene la degenerazione delle cellule celebrali.
Sicuramente i risultati della ricerca non vogliono incoraggiare il consumo di vino durante la gravidanza e i medici rimangono molto cauti nell'autorizzare qualsiasi alcolico anche nel caso del vino rosso.
Infatti l'Università di Helsinki invece afferma che il consumo di sostanze alcoliche, oltre a comportare possibili danni celebrali, comporta anche disturbi del sonno durante i primi anni di vita del bambino.
I consigli sono molti, dal divieto assoluto a un bicchiere di rosso a settimana nei paesi nordici, dove l'alcol crea numerosi problemi sociali, a un bicchiere al giorno sempre di rosso durante i pasti nei paesi mediterranei dove il problema è meno scabroso.
Nel dubbio si preferisce comunque evitare per i nove mesi e il successivo allattamento il consumo di alcol.
Certo è, come osservano molti, che l'alcol è bevuto da tempo immemorabile dall'uomo, senza per questo causare la nascita di bambini malformati o ritardati soprattutto nelle comunità rurali del passato, dove rappresentava un alimento considerato salutare e benefico per il corpo.
Altri, come già osservato dai nutrizionisti ortodossi e da numerosi dietologi, osservano che il corpo non ha bisogno nei suoi nutrienti ne di vino ne di altri alcolici, e quindi può essere tranquillamente evitato in un periodo cosi delicato per la vita sia della mamma che del feto.
In ogni caso lo sviluppo e le condizioni di vita del periodo prenatale sono fondamentali, vale quindi la pena di non rischiare se si riesce a fare a meno del vino.
L'invito a consumare alcol con moderazione è tuttavia valido nel corso di tutta la vita.
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