Garganega

La zona vinicola

La produzione del Garganega in Veneto si svolge sotto la denominazione IGT del Veneto, in tutta la regione o comunemente con i vini da tavola. È inoltre l'uvaggio principale per i migliori DOC e DOCG veneti.

La natura del suolo è quindi molto varia anche se riferibile all'orogenesi che ha originato tutta l'Italia, in particolare il nord, una volta sommerso dall'oceano preistorico della Tetide e poi emerso in conseguenza dello scontro tra le placche europea e africana. La prevalenza dei territori è calcarea e vulcanica, con forte presenza di argille e limo.

Il Garganega nell'immaginario di un pittore

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Il vitigno

Il Garganega è il più diffuso vitigno a bacca bianca del Veneto, e storicamente il più importante. È infatti impiegata largamente nella produzione di quasi tutti i bianchi regionali, dai celebri Soave ai Bianchi di Custoza, dei Colli Berici e dei Colli Euganei, senza contare la grande varietà di vini da tavola prodotta con quest'uva che non hanno diritto alle menzioni di vitigno in etichetta. È molto vigorosa e deve essere sottoposta a controlli periodici di crescita, data la sua alta produttività che, se non limitata, può dare origine a vini mediocri. Le rese, se invece tenute sotto controllo, possono dar luogo a produzioni di vini molto interessanti ed eleganti, fini e delicati con profumi mandorlati e di limone, anche con note minerali. Viene generalmente assemblato con l'altro autoctono veneto, il Trebbiano di Soave, anche se può essere vinificato in purezza. Matura tardi, in ottobre. Ha la buccia spessa e molto gialla. Non ha un'elevata acidità ma riesce però a fornire un buon equilibrio di estratti e zuccheri. La sua presenza sul territorio è molto antica, quanto il Veneto stesso, e ha dato vita a numerosi cloni e sottovarietà anche se raramente interessanti. Tra le migliori sottovarietà si evidenziano la Garganega Tipica, la sottovarietà più diffusa, di media vigoria e acino piuttosto grosso, anche se sensibile alla giacitura e al microclima che possono influenzare proprio la grandezza delle bacche; la Garganega Dario, coltivata molto nei pressi di Monteforte, probabile parente della Garganega Grossa, e la Garganega Verde.


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Il Garganega del Veneto IGT

Il Garganega viene prodotto anche sotto la denominazione IGT Veneto istituita dal decreto ministeriale del 21 novembre 1995. Tutte le provincie della regione sono autorizzate a produrre l'IGT con la menzione relativa al vitigno quando i vini sono composti per almeno l'85% dal corrispondente uvaggio in etichetta. Le rese massime delle uve non devono superare le 25 tonnellate per ettaro.

Sono previste anche le tipologie Frizzante e Passito, ed è consentito utilizzare in etichettatura la

menzione vivace.


Le aziende

Anselmi vinifica il Garganega sotto la denominazione IGT Veneto sia passito con il vitigno in purezza ne I Capitelli, che tranquillo, sempre in purezza nel Capitel Croce e con il 10% di Chardonnay nel Capitel Foscarino. Per tutti i vini ha rinunciato comunque alla menzione Garganega in etichetta. Il passito ha un brillante color oro con riflessi ambrati. Il naso è elegante e complesso, con ricordi di confettura d'albicocca, miele di zagara, scorza d'arancia, fichi secchi, fondi di frutta secca e crema pasticcera al limone. La bocca è molto morbida e dolce senza essere stucchevole. Ottimo equilibrio tra freschezza e finale minerale persistente. Ottimo per la torta di mandorle o il Roquefort. Il Capitel Croce è un ottimo vino per l'orata in crosta di zucchine, con i suoi fini sentori di pompelmo e mela gialla, seguiti, dal glicine e il cedro su finali minerali. La bocca, dal lungo finale, è fresca e sapida. Nel Capitel Foscarino l'olfatto si presta ai profumi di albicocche e frutta tropicale, sambuco, lavanda e camomilla, su sfondi minerali. Palato strutturato, per il fagottino di spigola e porcini.

Da La Cappuccina un ottimo Arzimo Passito IGT Veneto con il Garganega in purezza, dorato, con aromi lievi di confettura d'albicocca, mandorla tostata, miele, dattero secco, biscotto e vaniglia. Lunga persistenza e maturazione di 10 mesi in rovere. Con i formaggi erborinati.

Le Fraghe vinifica il Garganega in purezza per un buon bianco IGT Camporengo. Il giallo paglierino prelude i sentori di frutta a polpa bianca, fiori gialli e note minerali. Gradevole il finale sapido per accompagnare la spigola al forno. Ancora Le Fraghe produce con il Garganega in purezza il Vendemmia a San Goffredo, questa volta con i profumi del melone bianco, della pesca e della mela. Strutturato e morbido, il palato ha dei bei ritorni vegetali e minerali, per il risotto agli asparagi.

Da Monte tabor il Bianco del Tabor IGT ha il 60% di Garganega, il 20% di Chardonnay e di Cortese, per un colore giallo dorato tenue che apre ai sentori di ginestra, acacia ed erbe aromatiche che lasciano poi il posto alla macchia mediterranea. Il palato è giustamente sapido e fresco, dotato di corpo. È vinificato per un terzo in legno, prima di accompagnare il sauté di vongole.



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