Gambellara

La zona vinicola

La produzione del Gambellara Doc viene svolta in una piccola area che ha per centro l'omonimo comune, su una serie di colline di origine vulcanica che forniscono ai vitigni numerosi sali e nutrienti tra cui il prezioso potassio.

Come tutta la regione e il nord Italia, le genesi di questi territori risale alla sedimentazione dei fondali marini dell'antico mare della Tetide, che si estendeva dalle attuali Alpi fino all'attuale nord Africa. Era un mare poco profondo che ha conosciuto numerose fasi di glaciazione e tropicalizzazione, con la sedimentazione di numerosi fossili marini, prevalentemente costituiti da conchiglie, che stratificandosi sotto il loro stesso peso e per effetto di successive evaporazione hanno formato agglomerati calcarei poi sollevati dal fondo grazie allo scontro tra le placche europea e africana. Da questo scontro e da eventi tettonici e vulcanici, si sono formati non solo i terreni emersi attuali, ma anche la catena alpina e quella appenninica, successivamente modellata dagli agenti atmosferici e in particolare dall'azione lenta dei ghiacciai, che nel loro ritirarsi hanno lasciato formazioni moreniche e argillose vitali per l'agricoltura e per la viticoltura.

Le colline di Gambellara

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I vitigni

Gambellara Vin Santo Il vitigno principale utilizzato nella produzione di questo vino è il Garganega, affiancato dal Trebbiano di Soave locale, dal Pinot Bianco e dallo Chardonnay.

Il Garganega è il vitigno a bacca bianca più rappresentativo e diffuso del Veneto occidentale e della provincia di Verona in particolare. Sulle colline venete il Garganega viene coltivato da secoli e le sue origini risalgono forse a molto prima del dominio di Roma. I primi testi in cui se ne trovano notizie risalgono al 1400 e in alcuni di questi il vitigno veniva descritto con la distinzione tra il mascolino, meno produttivo, e la femmina, estremamente produttiva e probabilmente il progenitore della Garganega odierna.

I vini prodotti dal Garganega presentano caratteristiche distintive ben riconoscibili, profumi

ricchi di sfumature, dal fruttato al floreale. La vendemmia tardiva si svolge spesso all'inizio di ottobre, insieme alle uve nere. Questo rende il vino più morbido, con una ridotta acidità rispetto alla maggior parte dei bianchi, e con una nota amarognola che si traduce in sensazioni ammandorlate e sapide.

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Il Gambellara DOC

La denominazione di origine controllata Gambellara nasce dal decreto ministeriale del 1° agosto 2008 per autorizzare la produzione di vini bianchi sotto le tipologie Gambellara, Gambellara Classico e Gambellara Classico Vin Santo.

I comuni autorizzati nella produzione sotto la denominazione sono Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo, tutti in provincia di Vicenza, di cui una porzione riconducibile a una parte del territorio di Gambellara è autorizzata alla menzione Gambellara Classico.

La composizione ampelografica prevede l'utilizzo del Garganega per un minimo del 80% nell'assemblaggio a cui possono concorrere gli altri vitigni Pinot bianco, Chardonnay e Trebbiano di Soave locale presenti nei vigneti fino ad un massimo del 20%.

Le rese massime delle uve sono stabilite a 14,00 tonnellate per ettaro per il Gambellara, 12,50 tonnellate per ettaro per il Gambellara Classico e il Gambellara Classico Vin Santo. Per quest'ultimo la resa delle uve destinate all'appassimento è di 6,50 tonnellate, mentre il restante va a far parte della lavorazione del Gambellara Classico.

Le uve devono assicurare ai vini un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 9,50% vol per il Gambellara, di 10,50% vol. per il Gambellara Classico e di 16,00% per il Gambellara Vin Santo.

Il Gambellara Classico Vin Santo non può essere commercializzato prima di aver subito un periodo di invecchiamento obbligatorio di due anni a partire dal 1° gennaio successivo a quello dell’annata di produzione.

Il Gambellara ha colore da giallo paglierino a dorato chiaro, con profumo leggermente vinoso, accentuato e caratteristico. Il sapore è secco, di medio corpo e acidità. Il retrogusto è amarognolo e la bocca vellutata. Ottimo in abbinamento con gli antipasti di mare, le frittate, il risotto ai polipetti, lo sgombro, la tinca al forno o marinata.

Il Gambellara Classico ha colore variabile da giallo paglierino a giallo dorato chiaro. Il profumo risulta sempre leggermente vinoso, accentuato e caratteristico, con sapore secco e amarognolo, di medio corpo. Da abbinare con le frittate, il persico alla milanese, il risotto al nero di seppia e la tinca marinata.

Nel Gambellara Classico Vin Santo il colore è giallo ambrato più o meno carico, con profumo intenso, caratteristico di passito, con eventuale sfumature di vaniglia e sapore dolce, armonico, caldo, vellutato, di passito, eventuale sentore di legno. Da provare con i dessert e la pasticceria secca.


Le aziende

Da Cavazza il Gambellara Classico La Bocara brillante e profumato di glicine, gelsomino, pesca gialla e ananas, con note vegetali ed agrumate. Palato di corpo, fruttato con tannini morbidi e acidità moderata. Con lo spezzatino di cinghiale.

Dal Maso produce il Gambellara Classico Ca' Fischele con profumi di fiori di campo, camomilla ed agrumi. Il palato ha un ottimo corpo, strutturato, con una buona acidità e finale minerale. Da provare con lo sgombro con i fagiolini.

Vignato ha un ottimo Vin Santo agli aromi di miele, albicocche e caramello. Fresco e sapido, per il foie gras.




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