Moscadello di Montalcino
L'area di produzione del Moscadello di Montalcino è la stessa che coinvolge i grandi rossi supertuscans dell'omonimo comune in provincia di Siena.
La zona è costituita da un ambiente collinare circondata da fiumi, in cui i terreni sono ricchi di scheletro decomposto.
Il tipo di suolo è magro, con forte presenza di calcare, a cui si aggiungono buone dosi di argilla e qualche strato di tufo.
Il clima è mediterraneo secco, tendente al continentale visto la posizione geografica relativamente vicina all'Appennino. Le piogge hanno tempistiche primaverili e autunnali mentre in inverno può comparire la neve.
Per la produzione di questa denominazione si deve impiegare principalmente il vitigno della varietà di Moscato Bianco, a cui si affiancano in caso di necessità altre varietà bianche coltivate nella zona.
Il Moscato Bianco è tra le uve più antiche mai coltivate dall'uomo ed ha delle caratteristiche di versatilità che la rendono molto duttile e funzionale per la produzione di vini sia leggeri, vivaci e frizzanti, sia di vini dolci e passiti.
Fornisce ai vini dei fini ed intensi aromi di fiori d'arancio e spezie, con acini sono piccoli e tondi.
La sua origine è molto incerta, con alcune fonti che parlano di una importazione da parte dei Greci e altre che rimandano ad una importazione anche romana nelle zone della Francia meridionale.
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La denominazione di origine controllata Moscadello di Montalcino è stata istituita il 26 maggio 2010 per autorizzare la produzione di vini bianchi nel solo comune di Montalcino in provincia di Siena.
La produzione riguarda soltanto i vini bianchi, nelle tipologie Tranquillo, Frizzante e Vendemmia Tardiva.
La base ampelografica deve essere composta da almeno l'85% da Moscato Bianco, che puo essere tagliato con altre uve a bacca bianca.
I vigneti autorizzati devono essere coltivati a quote inferiori ai 600 metri sul livello del mare, anche perché a quote superiori il Moscato risulta molto sensibile al freddo.
Le rese massime delle uve sono stabilite a 10 tonnellate per ettaro, per tutte le tipologie, tranne che per la Vendemmia Tardiva, che deve essere prodotta con uve che abbiano prodotto al massimo 5 tonnellate per ettaro, con una resa massima in vino di 22,5 ettolitri per ettaro.
Le uve destinate alla produzione del Vendemmia Tardiva devono essere parzialmente appassite e fornire al vino un grado alcolico minimo di 16% vol.
Inoltre il vino destinato alla Vendemmia Tardiva deve invecchiato per almeno un anno e può essere commercializzato solo dopo due anni.
I vini hanno colori paglierini, che nel vendemmia tardiva tendono al dorato. I profumi sono quelli classici del Moscato, intensi ed aromatici, ma comunque sempre delicati. Al palato risultano vini molto aromatici, che hanno il gusto dolce e caratteristico del vitigno. Gli abbinamenti risultano quindi i classici dessert, la pasticceria cremosa e quella secca, a seconda della tipologia. Il Vendemmia Tardiva può essere consumato anche fuori pasto.
Naturalmente visto l'importanza della zona sono molte le aziende che producono questa denominazione, tra cui le piu famose d'Italia, a cominciare dal conosciutissimo Castello Banfi, che produce l'ottimo Moscadello di Montalcino Florus, di un bel colore dorato e gli aromatici sentori di miele di timo, fiori appassiti e salvia. Al palato è un fantastico connubio ed equilibrio di sapidità, acidità, morbidezza e mineralità. Viene affinato 12 mesi in tonneau. Un ottimo abbinamento con le brioche all'albicocca fatte in casa.
Caprili produce un ottimo Moscadello giallo paglierino, con i toni fruttati aromatici e intensi classici del Moscato. Al palato conserva le caratteristiche di dolcezza, anche con una buona tannicità.
Mocali produce il Moscadello con il Moscato in purezza, giallo paglierino, con un bel olfatto delicato, dai profumi di pesca sciroppata, miele e scorza di pompelmo candito. In bocca ha un ottimo equilibrio dolce-acido, lungo e persistente. Viene affinato per 14 mesi, prima di essere abbinato al panforte.
Dalla Tenuta Caparzio viene prodotto il Moscadello Vendemmia Tardiva tagliato al 15% con il Semillon, per avere un prodotto molto fruttato e floreale, dal palato dolce e una lunga persistenza aromatica. Passa due anni in barrique prima di essere servito con la mousse di cachi.
Tra i produttori possiamo trovare anche La Tenuta Il Poggione, con un Moscadello molto fresco, in purezza, dai lievi aromi di mughetto, e un palato dolce rinfrescato da qualche bollicina, ben adatto ai ventagli di pasta sfoglia.
Le Tenute Saiagricola invece hanno vinto quest'anno il premio come miglior vino dolce per l'”Annuario dei migliori vini italiani 2012” con il loro Moscadello di Montalcino dell'associata La Poderina, un Vendemmia Tardiva giallo dorato dai profumi di frutti esotici, con le sfumature classiche del mango e dell'ananas. Il palato è del tipico vino dolce da appassimento, con la dolcezza in primo piano e una lunga persistenza. Anche per questo vino gli abbinamenti sono i classici dessert e pasticceria, sia secca che cremosa, con un occhio di riguardo alle crostate di frutta.
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