Bianco di Pitigliano
L'area di produzione del Bianco di Pitigliano occupa una piccola parte del territorio provinciale di Grosseto, a ridosso del confine con il Lazio, una settantina di chilometri a sud del capoluogo e a una trentina a nord del Lago di Bolsena, in piana Maremma toscana.
Qui i terreni hanno tutti un forte carattere tufaceo, con le argille protagoniste dello strato superficiale del suolo.
La zona era abitata in antichità dagli Etruschi, ed è ricchissima di reperti archeologici a testimonianza della loro civiltà. Anche questa popolazione ebbe uno stretto rapporto con il vino, utilizzato in tutte le occasioni per celebrare e festeggiare gli avvenimenti o in normali cene. Sono noti infatti i costumi libertini della società etrusca, soprattutto per quel che riguarda la condizione femminile, che certamente facilitavano il consumo di questa bevanda alcolica.
Il clima in maremma è temperato e caldo, con estati lunghe, inverni miti e ventilati.
Nella vinificazione di questi vini bianchi vengono impiegate le uve di molte varietà quali il Trebbiano toscano, la Malvasia bianca toscana, il Greco, il Grechetto, il Pinot bianco, il Verdello, lo Chardonnay, il Sauvignon, e il Riesling italico.
Il Verdello è una varietà coltivata in questa zona e in Umbria, con sporadici appezzamenti anche nel sud Italia, e sembra avere delle connessioni con il Verdelho portoghese di Madeira, che da luogo a vini molto ricchi e carichi di acidità.
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La denominazione di origine controllata Bianco di Pitigliano venne istituita dal decreto ministeriale del 17 aprile 1990 per autorizzare la produzione di vini bianchi nei territori di Pitigliano, Sorano e parte di quello di Scansano, tutti in provincia di Grosseto.
Le tipologie autorizzate sono il Bianco generico e lo Spumante, ottenuti dal Trebbiano toscano che deve essere in percentuali tra il 50 e l'80% del taglio, con il Greco, il Verdello e la Malvasia bianca toscana che non possono superare il 20%. Inoltre possono essere aggiunte le uve di Grechetto, Sauvignon, Chardonnay, Riesling italico e Pinot bianco per un massimo del 15% se impiegati da soli e del 30% se invece impiegati insieme.
Le rese massime delle uve sono stabilite in 12,5 tonnellate per ettaro, e garantire un titolo alcolico di 10,5% vol per il bianco generico e di 9,5% vol per lo spumante. Se le gradazioni alcoliche arrivano ai 12% vol il vino si può fregiare della menzione Superiore in etichetta.
I vini sono di colore paglierino con sfumature verdognole. Al naso presentano una gamma olfattiva delicata e più o meno complessa a seconda dell'assemblaggio utilizzato, molto variabile e tipico per ogni singolo vino. Sono vini comunque di media struttura, secchi, che hanno però tocchi morbidi e bei finali dal gusto amarognolo. Gli spumanti hanno una bella spuma persistente e vivace.
Negli abbinamenti, vista la variabilità degli assemblaggi, si può fare riferimento ai suggerimenti che le cantine scrivono nelle etichette poste sul retro della bottiglia. Saranno comunque abbinamenti con antipasti delicati e piatti leggeri di pesce o uova, a volte anche con minestre e piatti a base di salse delicate.
Un ottimo Bianco di Pitigliano viene vinificato da Sassotondo, con il 70% di Trebbiano, il 15% di Sauvignon, il 10% di Greco e il restante 5% da altre uve. Ha un bel colore profondo, e al naso esprime bei sentori di albicocca e acacia, seguiti dall'origano e dalla mela. Il palato è ben dotato, sia di struttura che di gusti fruttati, sostenuti da una bella vena sapida e un finale ammandorlato. Un ottimo vino con le crespelle alla zucca.
La Cantina di Pitigliano raccoglie undici produttori per produrre la gamma delle tre tipologie del Bianco di Pitigliano, a cominciare da Ildebrando Superiore per gli antipasti, i risotti e la pasta ai frutti di mare, e per il dopo pasto in abbinamento con i formaggi molli. L'uvaggio si affida al 50% di Trebbiano, completato da Chardonnay, Malvasia e Sauvignon. Il Bianco generico Gli Archi si veste di paglierino per delle gamme olfattive fruttate e floreali, con una buona sapidità di palato e e la freschezza per abbinarlo sia al pesce che alle carni bianche. Anche il bianco generico rispecchia queste caratteristiche.
Anche la Tenuta La Roccaccia ha un'ottima tradizione per questa denominazione. Il Bianco generico ha i buoni e lievi profumi fruttati, con tendenza verso gli agrumi, e un palato secco, di media struttura con il classico retrogusto leggermente amaro. Il Bianco di Pitigliano Superiore Oroluna è vestito di un bel paglierino luminoso, con una complessa gamma olfattiva dove si evidenziano i fiori e i frutti, come quelli tropicali e la pesca. L'impianto gustativo ha una bella e lunga persistenza, in equilibrio con freschezza e briosità. Ha anche note lievemente terrose, dovute all'origine vulcanica e tufacea della parcella dove è coltivato il vitigno.
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