Monteregio di Massa Marittima

La zona vinicola

L'area di produzione del vino sotto questa denominazione riguarda la zona collinare che si affaccia nell'Alta Maremma in provincia di Grosseto, abitata fin dai primi secoli dopo Cristo, per sfuggire all'ambiente malsano e paludoso che prima caratterizzava questa parte della Toscana.

La zona è geologicamente caratterizzata in maniera forte dalle sue colline metallifere, originatesi a partire da 70 milioni di anni fa da fenomeni magmatici che hanno liquefatto numerosi materiali metallici poi scesi in profondità e cristallizzatatisi in giacimenti.

Da qui ne risulta una zona dalla geologia molto strutturata e varia, più complessa di altra, dove rocce sedimentarie si mescolano a giacimenti metalliferi che influiscono sul nutrimento delle piante.

Questo tipo di rocce sedimentarie appartengono a due agglomerati ben distinti che si sovrappongono, uno costituito da rocce di magma e l'altro di rocce metamorfiche.

Su questi basamenti sono poggiati tutta una serie di strati argillosi, alluvionali, sabbiosi, marmi, in particolare travertino, fossili marini, calcare, arenarie, marne e selci.

Il clima della zona, data la buona altitudine delle colline, risulta sempre temperato ma con temperature più fredde, di tipo appenninico, rispetto a molte altre zone viticole della Toscana. Gli inverni sono più rigidi e le estati leggermente più calde.

Alcuni vigneti

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I vitigni bianchi

Il Monteregio in bottiglia Per la produzione dei vini bianchi vengono impiegate le uve classiche utilizzate anche in molte altre zone della Toscana appartenenti alle varietà Trebbiano Toscano, Ansonica, Vermentino e Malvasia Bianca di Candia, eventualmente affiancate da altre uve nobili coltivate nella zona.

Il Trebbiano Toscano è molto coltivato nella regione, seppur non fornisce una grande qualità ai vini, motivo per cui non è quasi mai vinificato in purezza nelle denominazioni geografiche, il suo impiego apporta molta quantità e una discreta struttura acida.

Unitamente agli altri vitigni, riesce quindi a supportare vini di pregio, in particolare per la produzione di passiti con il Malvasia e per la produzione di vini secchi con le altre uve.

Tra di esse, la varietà che ha certamente le prerogative qualitative migliori è il Vermentino, che riesce ad apportare sia struttura, che supporto aromatico, tanto che spesso viene vinificato in purezza con la realizzazione di grandi vini.


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Il Monteregio di Massa Marittima DOC bianco

La denominazione di origine controllata Monteregio di Massa Marittima venne istituita dal decreto ministeriale del 3 ottobre 1994 che regolamenta sotto questa indicazione la produzione di vini bianchi, rossi e rosati, nei territori comunali di Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano, Roccastrada e Scarlino tutti in provincia di Grosseto.

Nella produzione dei vini bianchi vengono autorizzate le tipologie Bianco e Vin Santo e la tipologia monovarietale Vermentino.

Come basi ampelografiche si devono impiegare per il Bianco almeno il 50% di Trebbiano Toscano, affidando il restante al Vermentino, all' Ansonica, alla Malvasia bianca e alla Malvasia bianca di Candia per un massimo del 30%; per il Monteregio di Massa Marittima Vermentino il vitigno indicato in etichetta deve comporre il vino per almeno il 90%; e per il Vin Santo si deve utilizzare un assemblaggio composto per almeno il 70% da Trebbiano toscano e Malvasia.

Le rese massime delle uve sono stabilite in 11 tonnellate per ettaro, e le uve per produrre il Vin Santo devono subire il classico appassimento che può protrarsi fino al 31 marzo successivo alla vendemmia, anche in locali appositi. La sua commercializzazione non può avvenire prima dei tre anni. Dopo quattro anni di invecchiamento il Vin Santo ha diritto alla menzione Riserva.

I vini risultano di colore paglierino che ha riflessi verdognoli nei Vermentini, mentre nei Vin Santi ha la classica tendenza dal dorato all'ambrato. I profumi variano a seconda dell'assemblaggio scelto dal produttore, con maggiore intensità nei bianchi e tendenze più fruttate, soprattutto di frutta secca, nel Vermentino. La struttura e il corpo sono comunque solidi, con gusti secchi che tendono al vellutato nel Vermentino e nel Vin Santo. Nel Vin Santo è prevista anche la tipologia amabile, oltre alla secca, con un palato più rotondo e dolce.

Per gli abbinamenti possiamo scegliere i sapori forti delle cozze alla marinara e degli spaghetti alle vongole per il Bianco, mentre per il Vermentino ci possiamo indirizzare verso gusti leggermente piu delicati, come il baccalà ai pomodori pachino o gli gnocchi alla crema di gamberetti, non tralasciando anche le grigliate di pesce. Per il Vin Santo gli abbinamenti sono i classici dessert e pasticceria, sia cremosa che secca a seconda della tipologia amabile o secco.


Le aziende

Nelle aziende che producono questa denominazione il Vermentino ha certamente un ruolo da protagonista, come nel caso dell'Azienda Agricola Valentini e il suo Vermentino di 13% vol, elegante, con un naso ben floreale e fruttato e un palato sapido e fresco, per accompagnare i crostacei.




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