Colli dell'Etruria Centrale

La zona vinicola

La produzione di questa denominazione coinvolge una larga parte del territorio toscano centrale, con notevoli differenza quindi di suoli e microclimi a seconda dell'area delimitata di produzione.

Bisogna quindi riferirsi, per un'accurata analisi sulle caratteristiche del terreno, all'orogenesi generale della Toscana per poi indagare singolarmente le varie zone per comprenderne le peculiarità.

La zona di produzione è stata stabilita geograficamente sulla falsa riga di quella del Chianti, per creare un disciplinare meno rigido e consentire una produzione simile senza danneggiare il famoso vino toscano. Il territorio è collinare, con presenza di numerosi agglomerati geologici di varia natura, con presenza che può essere sia calcarea e argillosa, sia silicea e vulcanica.

Con il 25% di territorio montano, il 65% di territorio collinare e il resto pianeggiante, e la presenza di numerosi corsi d'acqua, la Toscana presenta una moltitudine di microclimi che influenzano in maniera sostanziale la crescita delle viti. Abbiamo così un clima più temperato e caldo verso la costa, che si avvicina a un clima più continentale man mano che ci si avvicina alla catena appenninica.

L'area toscana è da sempre una terra di vini, come la sua storia millenaria attesta. Fu infatti la patria degli Etruschi, l'antico popolo di tradizioni libertine che faceva del vino la bevanda di accompagnamento per tutte le celebrazioni, ricorrenti in quasi tutti i giorni dell'anno, sia famigliari che amicali, oltre che religiose.

I Romani naturalmente continuarono la tradizione ampliandola e rendendola commercialmente una delle fonti primarie di introiti della regione. La tradizione non conobbe pause se non in un breve periodo del basso medioevo, ma già dopo l'anno mille gli appezzamenti di terreno dove erano presenti i boschi vennero convertiti alla viticoltura, e dal 1200 in poi si cominciarono a legiferare le prime normative per la difesa del vino toscano nei vari comuni in concorrenza, sia commerciale che di dominazione territoriale, presenti nella regione.

le Colline del Chianti

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I vitigni bianchi

Il Vin Santo di AltesinoNella produzione dei bianchi sotto la denominazione Colli dell'Etruria Centrale vengono utilizzati principalmente i vitigni delle varietà Trebbiano toscano, Pinot grigio, Sauvignon , Chardonnay, Pinot bianco, Vernaccia di San Gimignano e Malvasia del Chianti.

La Malvasia Bianca del Chianti è una delle varietà più importanti dal punto di vista qualitativo. È generalmente utilizzata nei tagli, soprattutto con il Trebbiano e coltivata anche nell'alto Lazio e in Umbria per le sue rese molto produttive. Nell'utilizzo per la produzione del Vin Santo, viene sfruttata la sua attitudine all'ossidazione per fornire un vino particolare. Inoltre la Malvasia è un vitigno molto eclettico, che può fornire vini di molteplici tipologie, dai frizzanti e spumanti ai passiti dolci, garantendo quindi ai coltivatori una produzione a largo raggio molto elastica.


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Il Colli dell'Etruria Centrale DOC bianco

La denominazione di origine controllata Colli dell'Etruria Centrale venne approvata nel 1990 e successivamente riformata dal decreto ministeriale del 24 maggio 1997 per autorizzare la produzione di vini bianchi, rossi e rosati, nelle province di Firenze, Pistoia, Prato, Arezzo, Pisa e Siena già autorizzate precedentemente per produrre la denominazione Chianti.

Per quanto riguarda i vini bianchi viene autorizzata la produzione nelle tipologie Bianco, Vin Santo e Vin Santo Riserva.

Le composizioni ampelografiche per quel che riguarda il bianco generico sono costituite da una percentuale minima di Trebbiano Toscano di almeno il 50% a cui si affiancano le altre uve Pinot grigio, Sauvignon , Chardonnay, Pinot bianco, Vernaccia di San Gimignano e Malvasia del Chianti, mentre nel Vin Santo la composizione deve essere formata dal 70% di Trebbiano e Malvasia con la restante percentuale eventualmente affidata alle altre uve.

Le rese massime delle uve autorizzate sono fissate a 12 tonnellate per ettaro.

I vini bianchi hanno colori paglierini, con sfumature verdoline. I profumi sono abbastanza variabili, a seconda delle scelte dei produttori nell'assemblaggio, ma rispecchiano generalmente caratteristiche fruttate, più o meno delicate o intense. Il palato è generalmente secco e fresco, dotato di buona sapidità e briosità. Il Vin Santo invece ha colori che variano dal paglierino all'ambrato, a seconda del taglio usato e dell'invecchiamento. Il naso è molto aromatico e persistente, con palato vellutato che a seconda delle scelte del produttore può essere secco o amabile. Il Bianco trova abbinamenti con gli antipasti magri, i formaggi molli e i risotti delicati, anche se i piatti che si possono accordare sono molteplici. Il Vin Santo ha i classici abbinamenti con la pasticceria, anche con i dolci fritti classici toscani, o per i fuori pasto e la meditazione.


Le aziende

Una delle aziende piu reputate della Toscana, Altesino, produce un ottimo l'ottimo Vin Santo d'Altesi, con un assemblaggio del 70% di Trebbiano e il restante di Malvasia, ottenendo un prodotto ambrato, con delicati sentori di albicocca e fichi secchi, seguiti dalle note della nocciola e del miele su sfumature eteree. Il palato ha un ottimo equilibrio dolce-fresco, da abbinare al panforte classico dopo che le uve sono state appassite per 4 mesi.

Bindella vinifica un eccellente e premiato Vin Santo ambrato con eleganti profumi secchi di albicocca, dattero, fichi e arancia. Palato dolce e vellutato, ben sapido e fresco da associare ai formaggi erborinati.




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