Penisola Sorrentina
La zona vinicola della denominazione di origine controllata Penisola Sorrentina si colloca nella parte meridionale della provincia di Napoli dove la coltivazione delle uve per scopi di vinificazione era presente fin dai tempi più antichi, risalenti alla prima colonizzazione greca del VII secolo a.C., che vide questa zona come tra le prime ad essere occupate e a far parte di un traffico commerciale di livello, poi sfruttato pienamente dai Romani. La topografia dell'area si caratterizza per la presenza di rilievi montuosi anche in vicinanza della costa, dove degradano i Monti Lattari geologicamente composti da materiali calcareo – dolomitici i cui margini geografici sono quello settentrionale della piana di Sarno, quello orientale dalla linea tettonica che va da Nocera Superiore a Vietri sul Mare, mentre il margine occidentale è rappresentato dal mare. Nel sottosuolo sono le fasce cataclastiche che seguono appunto le sopramenzionate linee tettoniche a direzionare i corsi d'acqua e a limitare il travaso tra diverse fonti idriche. Al di fuori della zona di denominazione sono invece presenti delle fonti di alta quota, questo per motivi geofisici abbastanza complessi. Per quel che riguarda il clima invece, questo è quello classico del Meridione italiano, mite, che grazie alla presenza del mare non risulta comunque afoso per effetto del vento marino. Buon clima e territorio povero regalano dunque vigne di qualità, per una produzione vinicola abbastanza importante.
I vitigni bianchi che vengono allevati per vinificare in bianco il Penisola Sorrentina DOC sono il Falanghina, il Greco Bianco e il Biancolella. Tutti e tre sono vitigni autoctoni della regione, e quindi i vini del Penisola Sorrentina rappresentano la tradizione vinicola campana.
Il Greco e il Falanghina sono certamente i due vitigni di primo piano, con il secondo in particolare che gode negli ultimi decenni di una grande popolarità grazie ad una qualità molto migliorata da nuovi sistemi di allevamento. La Falanghina e il Greco Bianco inoltre sono molto antichi e risalirebbero alla prima colonizzazione greca del VIII secolo avanti Cristo. Il Greco certamente non ha bisogno di essere spiegato nell'origine attraverso l'etimologia della parola, mente la Falanghina deve il suo nome al termine greco
Falangos che indicava il sistema con cui questo vitigno veniva allevato, cioè legato a dei pali. Ma oggi viene allevato con tecniche migliori che ne hanno migliorato a tal punto la qualità da averne fatto un'icona della viticoltura italiana. Il Biancolella invece ha delle origini più incerte, e soprattutto recenti, anche se ormai è del tutto autoctono della regione. La sua introduzione si deve probabilmente alla lotta contro la fillossera dell'Ottocento, vista la sua alta resistenza a questa farfalla. La provenienza invece è corsa, dove viene chiamata con il nome di
Petite Blanche.
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La denominazione di origine controllata Penisola Sorrentina venne istituita con il decreto ministeriale del 3 ottobre 1994 per la vinificazione di vini bianchi e rossi, anche in versione Frizzante, in un territorio che prevede anche delle sotto-zone e con differenze per tipologia.
Per il Penisola Sorrentina Generico i comuni sono quello di Gragnano, Pimonte, Lettere, Casola di Napoli, Sorrento, Piano di Sorrento, Meta, Sant'Angelo, Massa Lubrense, Vico Equense, Agerola e parte del territorio dei comuni di Sant'Antonio Abate, Castellamare di Stabia, tutti in provincia di Napoli. Per i vini bianchi viene contemplata una sola sotto-zona, quella del Penisola Sorrentina bianco Sorrento, che puo essere prodotta solo nei comuni di Sorrento, Piano di Sorrento, Meta,
Sant'Angelo, Massa, Lubrense e Vico Equense.
La base ampelografica prevede per il Penisola Sorrentina Bianco la presenza di almeno il 40% del Falangina e comunque un assemblaggio di almeno il 60% di Falanghina, Greco Bianco e Biancolella. Tranne il Falanghina gli altri due vitigni possono essere almeno per uno assenti dal taglio. Il restante 40% potrebbe essere occupato da altre uve autorizzate dalla regione. Certamente questo caso si verifica molto raramente.
I vigneti possono essere registrati se ubicati su colline ben esposte, non oltre i 600 metri s.l.m.
Le rese non devono superare le 10 tonnellate per ettaro.
Il Penisola Sorrentina bianco deve garantire un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 9,50% vol.
Il Penisola Sorrentina bianco ha dei colori paglierini intensi, con un bel naso delicato ma di aroma vinoso. Al palato risulta asciutto, di bella struttura e con un corpo pieno.
Il Penisola Sorrentina bianco, nonostante l'impiego della Falanghina, stenta ancora a farsi conoscere a livello nazionale. Il suggerimento è quindi quello di recarsi sul territorio per ogni assaggio.
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