Galluccio
La zona vinicola che include la denominazione di origine controllata Galluccio DOC è posta in provincia di Caserta, nell'area che sfrutta i terreni del vulcano oramai spento di Roccamonfina. Il vulcano nella sua passata attività eruttiva ha riversato nei terreni circostanti per molti chilometri, tonnellate di minerali ed elementi ricchissimi e nutritivi per le coltivazioni, che le uve sanno trasformare in polifenoli aromatici deliziosi una volta nel vino. La zona infatti giace su depositi lavici dove i minerali sono estremamente concentrati, in particolare il potassio, fondamentale per la crescita delle piante, e gli elementi che rendono il vino interessante. L'antico vulcano depositò queste tonnellate di colate laviche nella sua attività tra i 630.000 e i 50.000 anni fa. L'origine dell'antico vulcano è nella depressione tettonica del Garigliano, quando la crosta terrestre era di spessore minore rispetto ad oggi e quindi maggiormente perforabile dal magma. Da 50 mila anni il vulcano ha cessato ogni attività eruttiva ma sono comunque continuate le attività sismiche e la zona resta di interesse termo-geologico tanto che sono presenti numerose fonti termali di acque oligominerali. Il suolo è estremamente fertile. Ottimo per l'agricoltura che qui infatti vede la produzione di numerosi prodotti locali rinomati. Il terreno vede anche la presenza di leucite vulcanica che è stata deposta nella zona sud-occidentale, caratterizzata da antichi crateri e da cave a Fontanaradina.
Il clima è semicontinentale, dove la presenza dell'Appennino fa sentire la sua influenza con inverni abbastanza rigidi ed estati fresche. Le uve coltivate sono quindi quelle più adatte a climi freschi.
L'uva principe per la produzione dei bianchi sotto la denominazione del Galluccio è la Falanghina, divenuta negli ultimi decenni una delle uve italiane più importanti. La Falanghina infatti aveva un periodo di forte declino dall'Unità d'Italia in poi, ma un cambio nel sistema di allevamento ha aumentato notevolmente la qualità di quest'uva prima impiegata solo nei tagli e nella produzione dei distillati e dei Vermouth. Il vitigno è tra i più antichi presenti sul territorio italiano, conosciuto già dai Greci al tempo della loro colonizzazione italica del VIII secolo avanti Cristo, da cui proviene il nome originale di Falangos che svela anche il sistema di allevamento primordiale, “legato ai pali”, oggi rivoluzionato per una qualità molto maggiore anche grazie all'abbassamento delle rese.
Il Falanghina ha acquistato un'enorme popolarità grazie alla sua ritrovata aromaticità, che regala vini preziosi e di elevata qualità. La gamma olfattiva dei vini prodotti da questo vitigno è complessa e fine, con ottimi profumi fruttati d'esotico e di frutta bianca, ma anche erba tagliata e anice, fiori bianchi e gialli, e la terra vulcanica fornisce anche un ottimo profumo di selce e terra. La struttura al palato è solida, complessa, di corpo ampio e grande aromaticità. I vini del Falanghina hanno ottimi abbinamenti con pesci strutturati e primi complessi e ben saporiti, anche grazie alla bassa acidità.
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La denominazione di origine controllata Galluccio nasce con il decreto ministeriale del 4 agosto 1997 per autorizzare i vini bianchi, rossi e rosati nei comuni di Conca della Campania, Galluccio, Mignano, Monte Lungo, Rocca d’Evandro, Tora e Piccilli, tutti in provincia di Caserta.
La base ampelografica nel disciplinare prevede l'impiego del Falanghina per almeno il 70% dell'assemblaggio, che prevede anche la possibilità di impiegare i vitigni bianchi autorizzati dalla provincia di Caserta, per un massimo del 30%.
Il disciplinare prevede rese massime di 12 tonnellate per ettaro, e vengono iscritti all'albo i vigneti a quote non superiore ai 500 metri, naturalmente ben esposti e non ubicati in fondovalle e in terreni umidi.
La vinificazione è stata consentita dal Ministero per le Politiche Agricole in tutta la provincia di Caserta per gli stabilimenti che fossero in essere e in produzione già prima del decreto di istituzione della denominazione. Il vino deve garantire un titolo alcolometrico volumico minimo di 10,50% vol.
Il Galluccio bianco ha le caratteristiche classiche del Falanghina, con colori paglierino carico e profumi delicati, fruttati e intensi. Ottima struttura al palato, armonica, con abbinamenti complessi.
La Fattoria Prattico vinifica il Galluccio Bianco con il Falanghina in purezza di un bel colore paglierino brillante e ottimi profumi di agrumi e fiori bianchi. La chiusura è alle guerre aromatiche. Ottimo palato, fine e vegetale, perfetto per accompagnare i molluschi.
Buon Galluccio Ripa Bianca da Telaro, ancora con il Falanghina in purezza, ancora con colore giallo paglierino. Il naso ha ottimi profumi di nespola, roccia spaccata e albicocca. Ottimo palato con equilibrio sapido e invitante. Bocca calda e morbida, molto elegante. Da provare con gli spaghetti allo scoglio.
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