Bivongi
L'area vinicola del Bivongi è una piccola striscia di terra schiacciata tra la montagna e lo Ionio a circa una cinquantina di chilometri a sud di Catanzaro, dove vi è il confine settentrionale del Massiccio delle Serre. La struttura geologica qui è la stressa che trae origine con la formazione del Mediterraneo Centrale. Questa struttura vede la sua espressione a sud della Stretta di Catanzaro, il punto più “snello” d'Italia, quell'istmo di una trentina di chilometri tra i due litorali che lo vede essere solcato da una vallata che è in realtà una depressione tettonica chiamata Graben di Catanzaro, nata nel Pliocene inferiore come una serie alternata di emersioni e immersioni del suolo culminati poi nella stessa era geologica ma nel periodo inferiore quando invece si verificò solo il sollevamento del terreno, con un'emersione completa. La formazione viene poi completata da diverse faglie di vari orientamenti, sempre risalenti al Pliocene inferiore. L'orografia viene descritta con dei basamenti cristallini metamorfici di tre diverse specie chiamate unità dove la prima è quella del Frido composta da argilloscisti, quarzoareniti e calcari arenacei; la seconda unità è di tipo metamorfico alpino e quindi la terza unità, la più diffusa, quella di Castagna. Qui le formazioni geologiche sono composte da Paragneiss grigio-bruni, Micascisti con lenti di gneiss, leucosomi granitoidi con cataclastici e milonitici. I basamenti composti da queste orografie sono ricoperte da fenomeni sedimentari con terreni di sabbie brune del Miocene e arenarie, resistenti alle erosioni del tempo. Forte presenza anche di calcare originato nel Miocene superiore e poi sabbia mista a ciottoli metamorfici e argille marnose. Poi un misto di clasti di calcare evaporitico grigio chiaro e calcare arenaceo. Poi le sabbie e le argille cambiano colo passando dal giallo al grigio fino all'azzurro. Continuano poi i vari depositi, ma nel complesso la zona sfrutta quel misto di arenaria e calcare, con argilla, per nutrire i suoi vigneti. Il clima è quello classico della Calabria, caldo e generoso di sole.
I vitigni bianchi che vengono utilizzati per il Bivongi bianco sono principalmente il Greco Bianco, la principale uva bianca calabra, il Guardavalle che qui viene chiamato Uva Greca, il Monsonico, chiamato anche Mantonico Bianco in provincia di Reggio Calabria e poi, anche se in misura nettamente minori, il Malvasia Bianca e l'Ansonica. Il Guardavalle è un autoctono della regione, diffuso in particolare sulla costa ionica della provincia di Reggio Calabria. Il suo uso è prevalentemente rivolto al taglio del vino, ed sfruttata solo in questa zona. Di quest'uva infatti non vi è traccia al di fuori della Kalipera e della Locride. Il Guardavalle ha un grappolo di dimensioni medie con forme coniche e alate, con densità compatta e a spargolo. Anche i chicchi hanno dimensioni medie, con bucce pruinose e ambrate. Poco vigoroso ha una maturazione tardiva e una buona resistenza alla avversità. I vini hanno colori paglierino molto tenue, ma penetranti aromi alla nocciola tostata. Ottima presenza al palato, di struttura e di corpo.
- L'area vinicola del Donnici è posta intorno ai versanti dell'altopiano della Sila, le cui origini sono da ricondurre ad epoca geologica ben più remota di quella dell'orogenesi appenninica. L'altopia...
- Il Melissa DOC viene prodotto in una zona poco estesa della provincia di Crotone, in una zona collinare ai margini orientali del Parco Nazionale della Sila.L'altimetria si caratterizza per un andame...
- L'area di produzione del Verbicaro è posta ai margini occidentali del Parco Nazionale del Pollino, su una zona di dolci colline che degradano verso il mare e in parte su un territorio pianeggiante ca...
- La zona del Donnici DOC vede protagonisti i versanti che delimitano l'altopiano della Sila che hanno un orogenesi diversa da quella del resto della regione che diede vita agli Appennini, molto più gio...
La denominazione di origine controllata Bivongi viene istituita per decreto ministeriale il 24 maggio 1996 per la vinificazione in bianco, rosso e rosato nei comuni di Bivongi, Camini, Caulonia, Monasterace, Pazzano, Placanica, Riace, Stignano e Stilo, in provincia di Reggio Calabria, e nel comune di Guardavalle in provincia di Catanzaro.
Il Bivongi Bianco prevede una base ampelografica con il Greco bianco, il Guardavalle e il Monsonico da un minimo del 30% fino ad un massimo del 50%, in assemblaggio con il Malvasia bianca e l'Ansonica da un minimo del 30% fino ad un massimo del 50%. Vi è anche un 30% riservato ad altre uve autorizzate negli albi regionali.
Le rese massime sono fissate a 13 tonnellate per ettaro per una gradazione alcolica minima naturale di 10,50% vol.
Vengono iscritti all'albo i vigneti piantati in buona esposizione e in collina a quote non superiori agli 800 metri sul livello del mare.
Le Cantine Lavorata produce un discreto Bivongi bianco con uve piantate in collina sui terreni argillosi e calcarei di Riace. Le vendemmie avvengono tra settembre ed ottobre e vengono fermentate a freddo. Il vino è paglierino con discreti aromi fruttati e gusti secchi. Ottimi per l'abbinamento con le carni bianche e il pesce.
Molta della produzione calabrese è ancora a livello locale e di tipo artigianale. In particolare per il Bivongi, questa denominazione non è ancora riuscita a segnalarsi a livello nazionale, in particolare con il bianco, nonostante possa sfruttare uno dei migliori vitigni bianchi del sud, ovvero il Greco Bianco. Per assaggiare il Bivongi si consiglia quindi di recarsi direttamente in Calabria e in particolare nello stesso fazzoletto di terra della denominazione.
COMMENTI SULL' ARTICOLO