Uva orsina
L'uva orsina, contrariamente a quello che potrebbe far presupporre il nome, non è un'uva della famiglia della Vitis Vinifera, ma un arbusto della famiglia delle
Ericaceae, parte del genere delle
Arctostaphylos. L'arbusto si presenta sempreverde, con un'altezza di appena 30 centimetri e una chioma folta, di piccole foglie ellittiche. Queste sono decotte per la realizzazione di preparati utilizzati in molte terapie officinali naturali, in particolare in quelle rivolte alla cure di infezioni localizzate nelle vie urinarie. Le bacche invece hanno un sapore sgradevole, e non vengono utilizzate per il consumo fresco.
Le foglie quindi sono molto sfruttate grazie alle loro proprietà officinali. L'infuso di queste bacche riesce a combattere le infiammazioni ed è anche diuretico. Risulta quindi un ottimo antibatterico naturale, mentre per le sue proprietà diuretiche vengono utilizzate per combattere le cistiti e le prostatiti. Le proprietà antisettiche derivano dagli elementi chimici contenuti nelle bacche, in particolare l'idrochinone, principio attivo che aggredisce i batteri presenti nell'utero che in associazione con l'acidità delle urine provoca delle infiammazioni. In particolare ha risultati migliori con i batteri più comuni, come lo Streptococcus e l'Escherichia.
Spesso gli infusi sono più efficienti se uniti anche con altre erbe aromatiche, come timo e gramigna, che aumentano gli effetti terapeutici. Se volete utilizzare i decotti di uva orsina è molto importante non abusarne, ed essere seguiti da un medico, in quanti le foglie sono anche leggermente tossiche se assunte in quantità elevate.
L'uva orsina è originaria del Nord America, e viene chiamata anche uva ursina. Il suo curioso nome sembra derivare dall'amore che gli orsi del Nuovo Continente nutrono per questi arbusti, di cui si cibano anche molto volentieri trovandoli gustosi. Il nome inglese è infatti bearberry. La sua diffusione è molto ampia sia negli stati Uniti che in Canada soprattutto, in quanto la pianta ama il freddo. La si trova infatti anche nelle zone siberiane, nel Caucaso, e nell'Europa fredda, migrata oramai da molto tempo. In Italia trova quindi il suo ambiente naturale sui rilievi montuosi, sia alpini che appenninici, addirittura fino ai 2.400 metri di quota. Il suo ambiente naturale è quello boscoso, dove trova riparo dai raggi solari, nei sottoboschi freschi, prediligendo terreni sassosi o aree rocciose. La fioritura avviene da maggio a giugno ma a scopo officinale, servendosi delle sole foglie, la raccolta non ha periodi particolari, in quanto la pianta come detto è una sempreverde. Queste vengono raccolte e fatte essiccare al riparo dal sole diretto, tramite ventilazione. Vanno poi conservate ermeticamente in vetro, o in decorati contenitori di porcellane.
COMMENTI SULL' ARTICOLO