Pianta uva

La pianta dell'uva

L'uva è un genere arboreo rampicante della famiglia delle Vitaceae, la Vitis, di cui la specie vinifera è la più nota e usata per la produzione di vino e uve da tavola, conosciuta anche come vite europea anche se le sue origini, lontanissime, sono euroasiatiche, talmente lontane che l'area nativa vera e propria di origine non è conosciuta e cambia di volta in volta con le scoperte sui reperti fossili. Prima si pensava al Caucaso, ma poi recenti rinvenimenti l'hanno spostata in Cina. Di certo si sa che in Europa si diffuse spontaneamente nel Terziario, mentre le prime testimonianze scritte della sua coltivazione per la vinificazione risalgono alle tavolette sumeriche del III millennio a.C. In Italia invece se ne trovano a partire dal X secolo a.C.

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La botanica

Vigneti Il genere Vitis è suddiviso in due sottogeneri, la Muscadinia e la Euvitis che raggruppano tutte le specie, anche quelle non utili alla coltivazione e alla nutrizione. A parte la Vinifera e la Lambrusca infatti, le altre specie crescono solo a livello spontaneo e non vengono impiegate dall'uomo. La lambrusca poi non può essere utilizzata per la vinificazione, mentre la vinifera viene divisa in due sottospecie, la silvestris per indicare le specie selvatiche e la sativa, per indicare le specie coltivate. Queste a loro volta vengono distinte in orientali e mediterranee. Dati i numerosi millenni da cui si coltiva, la vite presenta una quantità di specie diverse enorme, come nessun altra pianta al mondo, con caratteristiche che cambiano a seconda delle caratteristiche pedo-climatiche.

Le radici possono essere fittonanti se la coltivazione deriva dalla semina o avventizie se ottenute da talea.

Presenta un tronco nodoso e contorto che si evolve con un fusto legnoso verticale che si inclina quasi subito seguendo le forme di allevamento, anche se alcune, quelle utilizzate al settentrione, si sviluppano verticalmente per ricercare migliori esposizioni solari. I rami sono semi-legnosi ed erbacei, nodosi e molto lunghi, poi chiaramente potati per migliorare le qualità delle uve.

I rami sono dotati di foglie semplici e alternate, generalmente a cinque lobi di forma diversa a seconda della specie ma anche nella stessa specie.

L'infiorescenza si presenta raggruppata a pannocchia con piccoli fiori che raggiungono anche le 100 unità per pannocchia.

Da questa pannocchia poi sin svilupperanno i grappoli dei frutti, l'acino da tutti conosciuto, con buccia e polpa croccanti e dolci. Possono cambiare per forma, colore e dimensioni, nelle diverse varietà, che hanno anche caratteristiche organolettiche diverse.


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La coltivazione

L'esposizione solare è fondamentale per ottenere il giusto grado zuccherino e se al sud questa non è un problema, al nord invece le forme di allevamento tendono a garantire le buone esposizioni.

La vite ha una buona resistenza al freddo con temperature con temperature in inverno che possono arrivare anche ai -15°C prima di danneggiare la pianta in riposo vegetativo, mentre in primavera, alla ripresa vegetativa, resiste fino ai -5°C, con le specie americane che abbassano questo limite di circa 5°C. Ma oggi sono stati creati degli ibridi che arrivano a resistere anche a -25°C. Per quel che riguarda il caldo invece il problema principale è creato dai venti come lo scirocco e riguarda solo le zone meridionali. Le irrigazioni non devono essere abbondanti, affatto, ma più che altro adeguate ai vari periodi dell'anno e allo stato vegetativo della pianta a seconda della piovosità della zona in questione.

Se questa è scarsa nel periodo invernale si avrà un blocco di crescita successivo all'allegagione, Anche la siccità in estate può causare dei problemi ma in genere la vite non si irriga, e si lascia alle piogge il compito dell'apporto idrico, tanto che piogge piogge troppo abbondanti provocano danni come la muffa in estate.


Pianta uva: I portinnesti e la propagazione

Oramai la vite europea ha del tutto adottato i portinnesti di origine americana, a causa delle distruzioni che in passato ha causato la Fillossera, una farfalla che in particolare nell'ottocento a rischiato di far estinguere tutto il genere della Vitis Vinifera. Sempre presente, la fillossera fece strage di viti in particolare tra il 1858 e il 1862 emigrando in Europa la Fillossera dal Nord America. Mentre le viti americane erano molto più resistenti in quanto adattate da secoli a questo afide, quelle europee si trovarono impreparate quando, grazie ai viaggi commerciali sempre più numerosi tra Vecchio e Nuovo continente, l'insetto riuscì ad attraversare il mare, diffondendosi velocemente.

L'afide attacca le radici della vite pungendola e infettandola, così da portarla alla morte. Per questo il rimedio più efficace fu quello di utilizzare i portinnesti americani, non sensibili alla puntura dell'afide, utilizzandone le radici e il tronco basale per innestarvi sopra le qualità europee, di gran lunga superiori dal punto di vista qualitativo. Operazione perfettamente riuscita, visto che oggi la quasi totalità delle viti europee sono innestate su quelle americane, nonostante l'emergenza fillossera sia passata da tempo. Per questo oggi l'innesto di questo tipo è il sistema di propagazione più utilizzato, ferma restando la validità della semina e della talea.


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