Vini da Tavola

Cosa è un Vino da Tavola

Per la legge il Vino da Tavola è quel vino che si iscrive nella ultima delle quattro categoria previste dalla legislazione per regolamentare la produzione vinicola. Come ben sappiamo le altre tre sono ancora la DOC, la DOCG e la IGT. Ancora perché la nuova normativa europea imporrebbe delle differenti categorie, ma sia Italia che Francia si stanno opponendo in tutti i modi per conservare la loro legislazione ritenuta migliore e più protettiva per i prodotti tipici locali e nazionali.

Queste categorie sono stabilite in base a dei principi e regole di qualità, nel senso che le norme vincolanti presenti in ogni disciplinare, che regola ogni singola denominazione geografica, servono a proteggere la qualità del prodotto in se stesso e dalle contraffazioni operate soprattutto all'estero.

Questo non significa affatto che un vino classificato come DOC sia qualitativamente migliore di un Vino da Tavola per legge ed a priori, anche se generalmente si può accettare questa tendenza come fatto.

Le denominazioni superiori infatti sono stabilite per difendere il marchio geografico e stabilirne dei criteri fissi di produzione che non ne alterino le qualità generali, ma non è assolutamente stabilito che un'azienda che decida di produrre sotto la categoria Vino da Tavola, non vinifichi eccellenti prodotti.

Ricordiamo che la qualità di un vino è determinata, oltre che dalle condizioni ambientali di allevamento delle uve, principalmente dalle scelte strategiche e commerciali di ogni singolo produttore. Insomma, produrre qualità è un scelta innanzitutto, e non si impone per legge.

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La legislazione sui Vini da Tavola

Il Cortigiano La legislazione per il Vino da Tavola è la più semplice e meno restrittiva delle quattro categorie, e impone come obblighi di legge, sempre in riferimento comunque alle norme igienico-produttive alimentari emanate dal ministero della sanità e quelle ad esse relative, solo poche fondamentali norme.

Il produttore che intende produrre sotto il marchio Vino da Tavola dovrà menzionare in etichetta solo la ragione sociale dell'azienda, la scritta Vino da Tavola, la quantità di alcol e la capacita della bottiglia, oltre alle menzioni facoltative di colore del vino: bianco, rosso e rosato, mentre tutte le altre, come l'anno di vinificazione o le uve impiegate nell'assemblaggio, sono vietate.

La legge inoltre non pone nessun vincolo sugli assemblaggi e gli invecchiamenti.

La categoria è generalmente dedicata ai vini di pronta beva e largo consumo quotidiano, quelli più economici e considerati di qualità più bassa rispetto alle altre categoria, anche se questo non significa affatto che la qualità sia scarsa o “cattiva”, affatto. Anzi possiamo anche indicare alcuni Vini da Tavola notevolmente migliori di molti prodotti sotto la Denominazione di Origine Controllata.


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Perché alcuni producono sotto la categoria Vino da Tavola

Ci sono alcune ragioni per cui molti produttori decidono di fregiarsi della categoria Vino da Tavola e non optare per le categorie superiori.

La prima è l'impossibilita di appartenere alle categorie superiori per mancanza nella propria area di produzione di una specifica denominazione geografica e di un disciplinare che la regoli. Tendenzialmente i produttori preferiscono appartenere ad una categoria superiore anche perché ora queste categorie sono divenute esse stesse simbolo di qualità, e quindi la menzione in etichetta già di per se fornisce una reputazione al vino.

La seconda ragione è che molti produttori vogliono comunque produrre vini economici, e spesso i vincoli normativi dei disciplinari impongono intrinsecamente dei costi maggiori alle aziende per il rispetto legislativo, soprattutto quando sono previsti degli invecchiamenti obbligatori o determinate forme di allevamento ed altre norme simili. Questo permette di produrre vini economici ma di qualità, disponibili facilmente sul mercato.

La terza ragione è che alcuni produttori vogliono sentirsi liberi di esprimere la propria arte vinificatoria, decidendo gli assemblaggi migliori per i propri vini, anche in conseguenza alle condizioni ambientali in cui vengono allevate. Questo permette ai produttori più esperti di assemblare al meglio i propri vini, quando invece alcuni disciplinari potrebbero imporre assemblaggi con rese inferiori.

Insomma, Vino da tavola non corrisponde esattamente a qualità più bassa, e alcuni possono rivelarsi delle autentiche sorprese.


Alcuni grandi Vini da Tavola italiani

Alcuni Vini da tavola, presenti in tutte le regioni italiane, eccellono sia in qualità, sia nel rapporto con il prezzo.

Un esempio in Veneto è l'azienda Corte Sant'Arcadio che produce come Vino da Tavola il rinomato rosso Cortigiano con il 90 per cento di Cabernet Sauvignon e il 10 di Franc. Un vino di circa 15 euro dal bel rubino fitto, con olfatto fruttato al lampone, alle spezie, con liquirizia, tocchi vegetali e cuoio. Il palato è fresco e morbido, ben strutturato.

In Toscana Avignonesi produce il Vin Santo Occhio di pernice sotto la categoria Vino da Tavola, un vino dolce da applausi, anche se il costo è decisamente elevato, sopra i 150 euro. Ma siamo di fronte ad un prodotto aristocratico, intensissimo con frutta secca, confetture di arancia amara, fichi secchi e caramello. Poi ancora si presenta lo smalto, le spezie, la china, i chiodi di garofano e la liquirizia. Il palato è straordinariamente denso e cremoso con una bella e fresca chiusura molto lunga.



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