Rosso Orvietano
Orvieto è uno dei comuni piu estesi d'Italia, arroccata su una rupe di tufo a 325 metri sul livello del mare che domina la valle sottostante dei due fiumi che poi confluiscono nel Tevere, il Paglia e il Chiani.
La rupe e tutta l'area circostante sono di origine vulcanica e ricche di elementi vulcanici nutritivi e minerali.
La campagna circostante è caratterizzata da basse colline dai rilievi molto dolci, il clima è temperato mediterraneo e risente dell'influenza dei numerosi torrenti e fiumi della zona, nonché della vicinanza del lago di Corbara.
Siamo nella parte sud occidentale dell'Umbria, ai confini con il Lazio nella provincia di Terni.
La rupe è abitata fin dall'età del bronzo, e conobbe con Etruschi e Romani un lungo periodo di ricchezza e, grazie alla sua posizione e conformazione strategica naturale che la difendeva da qualsiasi attacco, riusci a sviluppare commerci notevoli.
La vite fu coltivata inizialmente dagli Etruschi che usavano il vino non solo per i commerci ma anche per funzioni religiose che si svolgevano in un famoso santuario nelle vicinanze dove si svolgevano periodicamente riti, manifestazioni e giochi.
Nella zona si coltivano tutti i vitigni rossi abitualmente allevati nell'Italia centrale, dal Sangiovese al Merlot, e poi il Canaiolo, il Cesanese Comune, l'Aleatico, il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc, il Ciliegiolo, il Montepulciano, il Pinot Nero, il Barbera, il Dolcetto e il Colorino.
Il Colorino in verita è sempre meno coltivato, ha buccia spessa e polpa di un rosso molto scuro e ha come scopo principale quello di dare colore al vino più che migliorarne le qualità organolettiche.
Il Cesanese Comune, noto anche come Bonvino Nero, è un autoctono rosso delle campagne romane e dell'Alto Lazio. Dagli acini molto grandi aspetta ancora di poter esprimere tutte le sue qualità per affermarsi come un mono varietale di buona fattura.
Il Dolcetto, molto conosciuto per il suo impiego in Piemonte, trova nella zona un impiego come vino da taglio per ammorbidire il mosti, vista la sua bassa acidità, e i suoi aromi alla liquirizia e mandorla. È un'uva abbastanza precoce e può essere coltivato nelle micro-zone piu fredde ed elevate; apporta morbidezza.
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L'area è molto famosa per i suoi bianchi piuttosto che per i rossi, cosi la denominazione di origine controllata Rosso Orvietano DOC è abbastanza recente. Fu istituita dal decreto ministeriale del 31 agosto 1998 per autorizzare la produzione di vini rossi nei comuni di Orvieto, Allerona, Alviano, Baschi, Castel San Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Guardea, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Porano e San Venanzio tutti nella provincia di Terni.
Le uve primarie autorizzate sono l'Aleatico, il Cabernet franc, il Cabernet Sauvignon, il Canaiolo, il Ciliegiolo, il Merlot, il Montepulciano, il Pinot nero, il Sangiovese da soli o congiuntamente per almeno il 70%.
A questi possono essere assemblati per un massimo del 30% nel taglio i vitigni secondari Barbera, Cesanese Comune, Colorino, Dolcetto da soli o congiuntamente.
Sono esclusi dall'iscrizione all'albo i vigneti posti sopra i 600 metri sul livello del mare e le rese sono stabilite per un massimo di 10 tonnellate per ettaro.
Le tipologie autorizzate, oltre al Rosso generico, sono le mono varietali Aleatico, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo, Ciliegiolo, Merlot, Pinot nero e Sangiovese.
Il Rosso generico ha un colore rubino vivace con riflessi violacei, dai profumi vinosi e a volte erbacei. La bocca è morbida e vellutata con media struttura e corpo.
Nel monovarietale Aleatico i colori assumono tinte granate a riflessi violacei, con profumi fini e aromatici con bocca morbida, vellutata che va dal secco all'amabile al dolce. Ottimo per arrosti e salumi vari nella versione secco e amabile.
I Cabernet danno colorazioni rosso rubino intenso, tendente al granato nell'invecchiamento. Sono vini asciutti, lievemente erbacei, con profumi intensi. Per il Cabernet gli abbinamenti ideali sono la pasta sia con sughi bianchi che rossi, la cacciagione e i formaggio semiduri.
Il Canaiolo da gusti vellutati e morbidi da servire con il fagiano, la pasta al forno, i formaggi a pasta semidura e i salumi, mentre il Ciliegiolo, più intenso nel suo colore rubino, è delicato e fruttato. A tavola incontra le costolette d'agnello, il risotto con i legumi e i salumi.
Il Merlot è vinoso, pieno e armonico da abbinare all'ossobuco, alle tagliatelle al ragù e ai salumi, mentre il Pinot Nero conserva il suo colore granato e le sue caratteristiche di vino asciutto, di corpo, con note persistenti e intense. Per lui arrosti di carni bianche, formaggi duri e cacciagione.
Il Sangiovese mediamente tannico risulta fruttato, asciutto e piacevolmente amarognolo. A tavola predilige il capretto al forno, lasagne e formaggi non stagionati ma a pasta dura.
Le grandi aziende produttrici di bianco vinificano spesso anche questo rosso con ottimi risultati anche se di minor fama e a prezzi decisamente più contenuti.
La Tenuta Le Velette vinifica un Sangiovese franco e sincero, con note di violetta e frutti di bosco e una bocca fresca, asciutta e di struttura leggera che la abbinano alle zuppe di farro e a quelle di cereali.
Più possente, pur sempre restando nella tipologia dei vini giovani e di pronta beva, è il Rosso generico della Tenuta Poggio del Lupo. Assemblato con il 40% di Merlot, il 40% di Cabernet Sauvignon e il restante 20% di Ciliegiolo, richiama la viola e la ciliegia nei profumi, con una bocca leggermente più alcolica e tonica. Ottimo con gli gnocchi di patate al ragù.
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