Marsala

La zona vinicola

Il Marsala è storicamente legato all'Inghilterra, ai Porti e agli Sherry, perché era l'ultima tappa dei viaggi commerciali dei mercanti inglesi sempre alla ricerca di nuove e maggiori importazioni di vino nella madrepatria, che ne richiedeva sempre di più tanto da essere storicamente la maggior importatrice dal seicento in poi.

Forse soltanto durante l'Impero Romano ci fu una città che richiedeva quantità di vino come la Londra dall'inizio del protestantesimo dei Tudor fino alla globalizzazione moderna.

La rotta che seguivano le navi alla ricerca di vino faceva tappa prima a Oporto, dove si fortificavano vini leggeri per gli inglesi, poi in Spagna, per caricare il liquoroso e particolare Sherry, per finire in Sicilia, dove a Marsala, si acquistava il vino liquoroso locale, cosi forte ma ben adatto a tutti i tipi di pasto e al consumo fuori pasto.

La cantina più antica di Marsala fu fondata nel 1833 a Marsala da Vincenzo Florio, che vinificava questo apprezzato vino da uve autoctone provenienti dalle campagne della provincia di Trapani.

Il Marsala in questa sua autoctonia fonda la storia dei vini siciliani, che dopo la gloria conosciuta sotto l'Impero Romano, avevano visto ridurre il loro peso commerciale a favore della Francia.

Due delle tipologie di Marsala

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I vitigni rossi

Il particolare invecchiamento del Marsala I vitigni rossi coltivati per la produzione di Marsala sono il Pignatello, il Nero d'Avola e il Nerello Mascalese, a cui dobbiamo aggiungere le bianche pregiate Grillo, Catarratto, Inzolia e Damaschino, che concorrono anch'esse alla produzione del vino rosso.

Il Grillo è una varietà siciliana, che produce vini di corpo pieno, con profumi citrini, a volte terrosi e a volte astringenti nelle stagioni più fredde. È una buona uva da invecchiamento e viene vinificata anche monovitigno ma non in questa denominazione.

Il Cataratto è la varietà bianca dominante in Sicilia, nonostante sia coltivato prevalentemente solo nella provincia di Trapani per il suo uso massiccio nel taglio del Marsala fino a poco tempo fa. Oggi vinifica ottimi vini monovarietali con prodotti di buona acidità con aromi gradevoli se ottenuti da basse rese.

L'Inzolia, nota in Toscana come Ansonica, è un'uva molto aromatica, associata spesso al Cataratto per fornirgli questa componente. A profumi di noci e mandorle ma non sufficientemente strutturata per essere vinificata da sola.

Il Damaschino è un uva molto rara, probabilmente importata durante il periodo musulmano, come suggerirebbe il nome. Ormai quasi del tutto sostituita dal Cataratto, fu spesso usata per la lotta alla fillossera e per produrre i vini secchi da pesce.

Il Pignatello fornisce i vini morbidi che caratterizzano altre denominazioni siciliane, utilizzato soprattutto nella produzione di vini fini ed eleganti.

Il Nerello Mascalese è una delle migliori uve siciliane, con un elevato tasso alcolico ma una struttura modesta che lo rende debole. Per questo viene usato soprattutto nel taglio.

Il Nero d'Avola fornisce vini di corpo, strutturati, con aromi delicati ma dalla gamme molto varia, dal floreale al fruttato ma con finali spesso sorprendenti di note vegetali e animali se molto invecchiati.


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La vinificazione e il disciplinare

Il vitello al MarsalaIl Marsala è un vino liquoroso che fa parte del grande panorama mondiale di questo tipo di vini con il Porto e lo Sherry.

La vinificazione del Marsala prevede dopo la fermentazione delle uve, l’aggiunta di alcol etilico di origine vitivinicola ovvero di acquavite di vino, al fine di elevare il tenore alcolico.

Se si effettua l’aggiunta della concia, miscele caratteristiche di ogni produttore, composte principalmente da mosto cotto, mosto concentrato o mistella (mosto al quale è stata bloccata la fermentazione mediante l’aggiunta di alcol) al fine di accrescere le componenti aromatiche e la dolcezza del prodotto finale, il Marsala si definisce conciato.

Ha una gradazione media di circa 18 gradi. E' considerato uno dei 4 più grandi vini da dessert del mondo, ed è il primo vino ad aver ottenuto in Italia il riconoscimento della DOC (nel 1969).

A seconda della quantità di zuccheri il Marsala può essere secco, semisecco e dolce; le cinque categorie in cui può rientrare sono Fine (deve avere alcol superiore a 17% vol e deve essere invecchiato per più di un anno), Superiore (con grado alcolico superiore a 18 e invecchiamento di oltre due anni), Superiore Riserva (con le stesse caratteristiche del precedente ma con invecchiamento di almeno 4 anni), Vergine e/o Soleras (con grado alcolico oltre i 18% vol e cinque anni di invecchiamento), Vergine Soleras Riserva (come il precedente ma invecchiato per almeno 10 anni).

Il Marsala è diviso anche per colore. Il Rubino, di colore rosso, viene vinificato dai tre uvaggi rossi autorizzati con l'eventuale aggiunta del 30% massimo degli altri vitigni a bacca bianca.

per l’affinamento si utilizza il metodo Soleras importato dagli Inglesi dai loro viaggi spagnoli.

Il metodo Soleras, era infatti in uso in Portogallo ed in Spagna nel Porto e nello Sherry, e consiste nel disporre delle botti di rovere su alcune file sovrapposte, iniziando a riempire di vino solo le botti più in alto; dopo un anno una parte del vino è travasato nelle botti del livello inferiore, mentre in quelle superiori si versa il nuovo vino.

Il vino nelle botti alla base, pronto per il consumo, viene assemblato da uve di annate diverse, e di anno in anno si arricchisce di particolari sapori a seconda delle annate.


Marsala: Le aziende

I colori del Marsala Abbiamo già menzionato la storica Cantina Florio, che aprì a Marsala nel 1833 la sua produzione.

Vincenzo Florio era in realtà calabrese, ma in 20 anni investì 200.000 ducati (pari a oltre 2 milioni di euro di oggi) per esportare esportare il vino di Marsala in tutto il mondo arrivando a possedere quasi cento navi mercantili.

La storia di questa Cantina, partita dalla figura del commerciante inglese John Woodhouse che nel 1773approdò con la sua nave nel porto di Marsala per caricare i primi vini, rimane quella di questo vino appassionante.

Sia in bianco che in rosso riesce ad accompagnare tutti i pasti e anche la meditazione.

Dagli antipasti di mare a quelli di terra, con i primi piatti e i secondi, dopo per carezzare un dolce, non c'è pietanza che i bilanciati affinamenti di questo vino non riescano ad esaltare.

Anche nelle preparazioni delle ricette il suo apporto è inconfondibile.



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