Contea di Sclafani
La zona vinicola della denominazione Contea di Sclafani si estende nel Parco delle Madonie a 150 chilometri ad est di Palermo e deve il suo nome ad un antico stato feudale dell'isola, la cui origine risale al XII secolo che è esistito fino al 1812, quando in Sicilia fu abolito il feudalesimo.
I monti delle Madonia arrivano a quasi duemila metri d'altezza e hanno origine di natura calcarea, con profili duri e irregolari, mentre ai margini si stendono colline di natura sabbiosa e argillosa, decisamente più ondulate ed adatte alla coltivazione della vite.
Il clima caldo e temperato, classico della Sicilia, offre estati decisamente lunghe e condizioni favorevoli alla cultura della vite, che fu prerogativa di tutte le civiltà che si sono susseguite nell'isola, dai Fenici in poi.
Il nome Sclafani sembra derivi etimologicamente dal greco Esculapifanum, “Sacro ad Esculapio”, e forse in origine fu eretto anche un tempio in adorazione di questo dio.
Il Perricone, Nerello Mascalese e il Nero d'Avola sono le uve principe della zona, affiancate dalle altre uve autoctone e non, presenti nella regione. Come solito vengono affiancate dal Merlot, dal Pinot Nero, dal Syrah e dal Sangiovese.
Il Perricone, vigoroso e dalle rese costanti, è un vitigno autoctono della Sicilia, dotato di buccia molto spessa e con alte concentrazioni di pruina, pigmenti coloranti e struttura. Fornisce vini morbidi e a volte amarognoli, comunque equilibrati e per questo può essere vinificato con la tipologia monovarietale, ma più spesso viene utilizzato per il taglio dello spigoloso Nero d'Avola, che invece ha bisogno di affinamento in botte per garantire tutte le sue qualità soprattutto in versione monovitigno.
Il Nerello Mascalese è più diffuso del suo parente stretto Nerello Cappuccio e la sua coltivazione è quasi tutta concentrata in questa zona a nord est dell'isola e nei vitigni che circondano l'Etna ad oriente con circa 18000 ettari totali coltivati.
È una varietà importante e molto produttiva, anche se non fortemente concentrato come il Nero d'Avola, nonostante l'elevato grado di alcol. È generalmente utilizzato per il taglio, anche se, vinificato in monovitigno, ha una tendenza all'invecchiamento molto lunga, il che lo rende paragonabili a molti nobili italiani come il Nebbiolo da cui riprende anche le caratteristiche di estrema sensibilità all'annata e al territorio, rendendolo difficile da vinificare per vini puri.
La sua origine è antichissima, ha una maturazione molto tarda, tanto da essere vendemmiato dalla seconda metà di ottobre, e viene coltivato tra i 350 e i 1000 metri sul livello del mare.
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La denominazione di origine controllata Contea di Sclafani fu istituita dal decreto ministeriale del 21 agosto 1996 e autorizza la produzione di vini bianchi, rossi e rosati nell’intero territorio amministrativo dei comuni di Valledolmo, Caltavuturo, Alia, Scafani Bagni, e parte del territorio dei comuni di Petralia, Sottana, Castellana, Sicula, Castronuovo di Sicilia, Cerda, Aliminusa, Montemaggiore, Belsito, Polizzi, Generosa tutti in provincia di Palermo e nei comuni di
Vallelunga, Pratameno, Villalba, della provincia di Caltanisetta fino a parte del territorio del comune di Cammarata in provincia di Agrigento.
Sono esclusi dall'iscrizione all'albo i vigneti posti a quote inferiori i 300 metri sul livello del mare e quelli posti su terreni compatti eccezionalmente argillosi.
Le forme dall'allevamento autorizzate sono quelle a controspalliera e ad alberello, con rese massime di 10 tonnellate per ettaro ad eccezione del Nerello, autorizzato fino alle 11 tonnellate.
Le tipologie previste dal disciplinare sono oltre al
Contea di Sclafani Rosso, il
Nero d'Avola, Perricone, Nerello Mascalese, Pinot Noir, Merlot, Cabernet e Sangiovese e hanno diritto alla menzione riserva qualora abbiano subito un invecchiamento superiore ai due anni a partire dal 1° novembre.
La percentuale in assemblaggio per il diritto in etichetta della menzione sul monovitigno deve essere almeno del 85%.
Il Rosso generico deve avere in assemblaggio almeno il 50% di Nero d'Avola e Perricone, da soli o congiuntamente, con il restante 50% di uve a bacca rossa autorizzate nelle provincie della denominazione.
I vini vanno serviti a temperature di 16-18°C con cacciagione, carni rosse grigliate e salame piccante.
Il colore è rosso rubino con riflessi violacei, il profumo è vinoso e gradevole, con gusti asciutti, ricchi di corpo.
Il Riserva tende al granato nell'invecchiamento e ha profumi più fruttati, anche nei gusti, mentre il Novello è chiaramente morbido e dalle stesse caratteristiche.
I monovarietali mantengono le caratteristiche principali del vitigno, così il Nerello è di un rosso poco intenso, fine e delicato nei profumi, in bocca, elegante e fruttato, rimane ben asciutto.
Il Perricone è leggermente tannico, con colori rubino e profumi fruttati. Al palato è asciutto e di medio corpo. Si accompagna ai formaggi caprini e le rollate d'agnello.
Il Nero d'Avola ha colori rubino con riflessi violacei e i profumi delicati e fruttati tipici di questo vitigno. I gusti asciutti e armonici sono supportati dal notevole corpo che questa varietà riesce ad ottenere nei vini. Ottimo con gli arrosti e i formaggi caprini.
Con l'85% di Cabernet Sauvignon il vino acquisisce il colore rubino tendente al granata, con profumi caratteristi lievemente erbacei caratteristici della varietà. Il gusto asciutto, ricco e corposo si abbina bene alla selvaggina, i salumi, la pastasciutta e i formaggi pecorini.
Il Pinot Nero asciutto e fruttato per l'agnello al forno, la pasta sempre al forno e i salumi e formaggi pecorini; come il Syrah che però è più ricco e corposo .
Il Merlot, fruttato e intenso dotato di buona struttura, a tavola predilige la lepre alla cacciatora, i salumi e i risotti con le salsicce.
Il Tasca d'Almerita è certamente una delle aziende più famose nella vinificazione di questi rossi.
Il suo nome è indiscutibilmente legato al Contea di Sclafani con produzioni sia bianche che rosse che hanno conquistato i cinque grappoli dell'Associazione Italiana Sommelier.
Produce il suo Cabernet Sauvignon elegante e caldo, al palato sapido e dalla lunga persistenza e notevole freschezza. Un vino notevole, originale e intrigante. Le note minerali aprono l'ampia gamma olfattiva con note profonde e minerali di grafite, poi sottobosco, frutta matura, rosa appassita e la frutta secca. Il palato è austero, con tocchi fruttati e vanigliati supportati da un'importante struttura tannica e un lungo finale. Invecchia un anno e mezzo in barrique e in tavola vuole incontrare piatti importanti, come lo Château-briand di manzo.
Il Contea di Sclafani Rosso del Conte è un assemblaggio di Nero d'Avola e Perricone con un profumo speziato, erbaceo e minerale iniziale che si evolve sulla frutta matura che posa le basi su un palato dal lungo finale balsamico. Anche questo vino viene affinato un anno e mezzo in barrique, e si serve con piatti elaborati come il capretto cotto a legna con alloro e mirto.
L'Azienda Agricola Fontanarossa vinifica sulle colline occidentali della valle del Himera, su 20 ettari con discreti risultati, così come la Cantina Sociale Castellucci Miano.
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