Gioia del Colle

La zona vinicola

La zona vinicola del Gioia del Colle DOC è nell'entroterra barese, sulla zona collinare delle Basse Murge, a circa 30 chilometri a sud del capoluogo regionale.

L'area è formata da calcari compatti dell’unità litologica del calcare di Bari e di Altamura, su cui si poggiano numerosi strati compatti di sedimenti fossili marini.

La lunghissima azione di erosione da parte dei venti e soprattutto dalle acque piovane ricche di anidride carbonica ha modellato le forme di questo esteso altopiano calcareo, creando un eccezionale patrimonio di fenomeni di origine carsica. Data la costituzione litologica dell'altopiano su di esso mancano corsi d'acqua perenni, ma l'approvvigionamento idrico della regione è garantito da una falda sotterranea ricca e rifornita.

I più importanti solchi di erosione, in cui le acque, che non hanno fatto in tempo ad essere inghiottite dalle fessure nelle rocce calcaree, si incanalano dopo forti piogge e arrivano fino al mare.

Tra le forme carsiche, diffuse su tutto il territorio, si distinguono pozzi, inghiottitoi, voragini, caverne e grotte, riccamente adornate da formazioni di stalattiti e stalagmiti. Tra le piu famose, proprio nel territorio del Gioia del Colle DOC ci sono le bellissime Grotte di Castellana, che si estendono nel sottosuolo per diversi chilometri e che vedono fino ad oggi un totale di piu di dieci milioni di visitatori.

Il clima è temperato e caratterizzato da lunghe e secche estati.

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I vitigni coltivati

I vitigni rossi coltivati per la produzione di questo DOC sono il Primitivo, il Montepulciano, il Sangiovese, il Negroamaro, la Malvasia nera e l'Aleatico.

Il Primitivo è tra le dieci varietà pii coltivate d'Italia, soprattutto in Puglia dove ha trovato la sua terra d'adozione o forse più probabilmente d'origine, anche se non si ha la certezza di una sua effettiva nascita nella regione, ma è comunque presente da tempo immemorabile.

Il Primitivo venne fuori alla ribalta della cronaca negli anni settanta quando fu notata la sua forte somiglianza, meglio dire uguaglianza, con il famosissimo Zinfandel californiano. Successivamente il progresso tecnologico della genetica fece si che si risolvesse il dilemma. Dal test del DNA possiamo oggi dire che il Zinfandel non è altro che il Primitivo pugliese importato alla fine dell'ottocento dei migranti italiani in cerca di fortuna in America. Il sospetto era gia forte in quanto si sapeva che lo Zinfandel fosse stato importato, ma la perdita delle etichette sulle talee in navigazione ne resero difficile l'identificazione.

Il Primitivo produce vini meravigliosi e ricchi di carattere, eleganti, dal colore intenso e profumi profondi, speziati, con alta gradazione alcolica e struttura, anche se inferiore al Negroamaro.


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Il Gioia del Colle DOC rosso

Gioia del Colle DOC La denominazione di origine controllata Gioia del Colle nasce per decreto l'11 maggio 1987 per autorizzare la produzione di vini bianchi, rossi e rosati nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Casamassima, Cassano Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Grumo, Appula, Noci, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Sannicardo di Bari, Santeramo al Colle, Turi e parte del territorio amministrativo di Altamura con esclusione nell’interno di esso del territorio appartenente alla zona di produzione del vino a DOC Gravina.

Le uve autorizzate per il Gioia del Colle rosso sono il Primitivo per una percentuale dal 50 al 60% nell'assemblaggio, il Montepulciano, il Sangiovese, il Negroamaro e il Malvasia Nera, da soli o congiuntamente dal 40 al 50%, con un limite massimo del 10% per la Malvasia nera.

Per le tipologie Gioia del Colle Primitivo, il vitigno Primitivo deve essere al 100% nel vino mentre per il Gioia del Colle Aleatico, questo vitigno deve essere presente per minimo l'85%, e possono concorre gli altri vitigni Negroamaro, Malvasia nera e Primitivo, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 15%.

Le rese massime sono stabilite a 12 tonnellate per ettaro nella produzione del rosso generico, e a 8 tonnellate per ettaro nella produzione dei monovarietali.

La gradazione alcolica dei vini deve essere per il rosso almeno 11,00% vol, per il Primitivo almeno 12,00% e per l'Aleatico non inferiore a 14,00% e a 15,00% vol nel caso del Liquoroso.

Le tipologie disciplinate sono Gioia del Colle Rosso, il Gioia del Colle Primitivo, il Gioia del Colle Primitivo Amabile, il Gioia del Colle Primitivo Riserva, il Gioia del Colle Aleatico, il Gioia del Colle Aleatico Riserva, il Gioia del Colle Aleatico Liquoroso, il Gioia del Colle Aleatico Liquoroso Riserva.

La menzione Riserva è riservata ai vini autorizzati che abbiano superato i due anni d'invecchiamento a partire dal 1° novembre successivo alla vendemmia.

L'Aleatico liquoroso si ottiene per alcolizzazione dei vini base o mosti rispondenti alle condizioni ed ai requisiti previste dalla legge.

Il Gioia del Colle Rosso è di colore rosso rubino tendente al granata con profumo vinoso, gradevole e caratteristico e un sapore asciutto, armonico, giustamente tannico.

Il Gioia del Colle Primitivo e il Gioia del Colle Primitivo Riserva hanno colore rosso tendente al violaceo ed all’arancione con l’invecchiamento. Il naso ha un aroma leggero, caratteristico. Al palato è asciutto, gradevole, pieno, armonico, tendente al vellutato con l’invecchiamento. A tavola si trova ottimamente con agnello al cartoccio, l'arrosto e i formaggi erborinati oltre che con le carni bianche e rosse in generale.

Il Gioia del Colle Primitivo Amabile invece è di colore rosso tendente al violaceo con profumo e aroma leggero. Al palato è abboccato o lievemente amabile, morbido e vellutato.

I due Aleatico, Gioia del Colle Aleatico Dolce e Gioia del Colle Aleatico Dolce Riserva hanno colore rosso granata più o meno intenso, con riflessi violacei, tendente all’arancione con l’invecchiamento. Il naso ha un aroma delicato, caratteristico, si fa etereo con l’invecchiamento.

In bocca è moderatamente dolce, pieno, vellutato. Si abbinano perfettamente con i dolci locali al miele e la pasticceria secca, inclusa la tipica pugliese alle mandorle.


Le aziende

Le aziende pugliesi che stanno ottenendo importantissimi risultati sono molte e i vini di questa terra iniziano ad essere riconosciuti a livello internazionale.

L'azienda Coppi vinifica un Primitivo da bere giovane, ma con buoni risultati nonostante non resista molto all'invecchiamento. Il Primitivo Siniscalco è rubino con unghia porpora. Il naso ha gamme di frutta matura, pepe ed eucalipto con palato morbido e vellutato, fresco e con tannini equilibrati per una buona persistenza. In legno piccolo per sei mesi, incontra in tavola il pancotto con rucola e patate

Il Primitivo Vanitoso Riserva è di un granato intenso con naso di mora, sottobosco e muschio. Al palato morbido, anche nei tannini, con media persistenza. Per lui due anni in botti di diversa grandezza prima di essere servito a tavola con il castrato in umido.

Il Primitivo di Terra Jovia è anch'esso granato, con gamma olfattiva di tabacco, scatola di sigari, prugna, pepe nero, liquirizia, catrame, cannella e caffè. Al palato è corposo ed equilibrato, morbido per carni arrostite.

L'azienda Agricola Plantamura ha un Primitivo dai sentori di mora e ciliegia, al gusto pieno, armonico e leggermente amabile.

Tra le altre aziende si segnalano Guttarolo con il suo Primitivo Antello delle Murge; Nicola Chiaromonte, con un Primitivo elegante e di grande finezza, pieno, lungo e sapido con note iodate; sempre Chiaromonte vinifica il Rosso generico con spiccate note di cioccolato, liquirizia e prugna e una bocca dolce e densa all'impatto, con una notevole evoluzione ben bilanciata dalla giusta acidita.

Ancora tra i vini da seguire c'è l'Allegoria di Pietraventosa agli aromi di ciliegia e prugna e il Fatalone Riserva, con i sentori di mandorla tostata, ciliegia, chiodo di garofano, mirtilli, mora e prugna su un palato morbido, pieno e vellutato che richiama i frutti e un finale di gelso.




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